Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Esordio di fuoco
Le defezioni di Guerra, Mirco Müller e Schultz hanno costretto Luca Gianinazzi a reinventarsi la difesa da mettere in pista nell’ultimo weekend con le sfide contro ZSC Lions e Davos.
Oltre ad aver schierato più regolarmente Meile, il coach bianconero un po’ a sorpresa ha convocato il giovane Enea Togni, figlio d’arte di Stefano Togni, attaccante sia di Lugano che Ambrì Piotta negli anni 90. Il 19enne se l’è cavata egregiamente anche se ha giocato solo poco meno di quattro minuti, ma esordire (con anche un coraggioso tiro in porta su Zumbühl) in un contesto del genere e contro tali avversari sarà sicuramente qualcosa da ricordare, con l’augurio che sia solo l’inizio.
2. Tutto inizia dalla testa
La performance di un giocatore è dettata non solo dallo stato fisico ma soprattutto da quello mentale con cui scende in pista dal primo ingaggio. Che tra le fila del Lugano qualcosa non funzioni lo si capisce anche da certi episodi, come in occasione della sfida confro i Lions.
Al suo primo cambio e al primo duello della partita, David Aebischer deve affrontare un attaccante ospite, ma lo fa praticamente da fermo spalle alla porta con gli occhi fissi sul disco. Il numero 26, accortosi di essere in completo ritardo cerca di girarsi in qualche maniera ma viene saltato con facilità e si trova costretto all’aggancio, il tutto dopo 47 secondi di gioco. Solo un episodio? No, racchiude molto di più di quello che si crede.
3. Non è l’Antti Giana
La mossa di ingaggiare quale Senior Advisor (tradotto, consigliere esperto) Antti Törmänen ha sorpreso un po’ tutti, ma le reazioni sono state contrastanti. C’è chi lo vede come una delegittimazione di Gianinazzi agli occhi dei giocatori – forse, solo per le tempistiche – altri hanno preso questa scelta come ottima per avere una visione in più e proteggere il coach bianconero, forse lasciato un po’ solo nel periodo più difficile della sua carriera.
In realtà quello del Senior Advisor è un ruolo che alle nostre latitudini non è molto in voga, dato che sono molte invece le franchigie di NHL a farne uso con ex grandi giocatori o allenatori come consiglieri. Però non è certo una prima nemmeno in Svizzera, a Berna Mark Streit ha svolto questa mansione poche stagioni fa, Vladimir Yursinov (ex coach del Kloten) lo è stato dal 2011 al 2016 per il Losanna, Arno Del Curto ha fatto da consulente per il La Chaux-des-Fonds nella stagione 2019/20, solo per fare alcuni esempi, e di questi nessuno ha mai sostituito il loro coach.
E non va dimenticato nemmeno il periodo passato da Claude Julien all’Ambrì Piotta, seppure con un ruolo diverso essendo stato presente anche in panchina e attivo in allenamento, a differenza di Törmänen – e gli altri citati in precedenza – alle prese con compiti da svolgere più dietro le quinte.
4. Lüganes sniper
A volte ce ne dimentichiamo, ma Luca Fazzini fa parte di una ristretta cerchia di attaccanti capace di mantenere un ruolino di marcia alto e regolare su più stagioni in National League.
Il numero 17, con le sue 12 reti fin qui in campionato, ha suonato la campana della sua nona stagione consecutiva in doppia cifra di reti dal 2016 in avanti, quando è esploso definitivamente. Da quel momento, promosso da Doug Shedden, il “Fazz” ha messo in fondo al sacco ben 140 reti, per una media superiore ai 15 gol a stagione senza mai scendere sotto i 12 centri, suo minimo storico nella stagione 2018/19.
Un ruolino che pochissimi eletti hanno saputo mantenere in questi anni di grande crescita a livello tecnico del campionato, con portieri sempre più performanti. In fondo lo ha detto lui stesso nella nostra intervista: “il tiro lo puoi allenare, ma killer instinct non si insegna”.
5. Dammi due secondi
Per la prima volta in stagione il Lugano è riuscito a segnare e a pareggiare il risultato giocando nel finale di partita in sei contro cinque, un esercizio sempre andato a vuoto finora. Lo schema approntato da Kaskinen prima dell’ingaggio al 58’09 è risultato piuttosto semplice, tanto che per mostrarlo alla squadra lo staff non ha nemmeno chiamato il time out, affidandosi a una piccola pausa dettata da un ingaggio.
Lo schema prevedeva: ingaggio da vincere (possibilmente…), Fazzini che esce da dietro il blocco del centro, si impossessa del disco e sorprende Aeschlimann con un suo laser. Incredibile ma vero, tutto va secondo i piani e i bianconeri portano via un punto quasi insperato dai Grigioni. A volte è veramente più facile a farsi che a dirsi.