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Lugano

5 spunti da Lugano: Carlo II, fortino e Swiss Quality, fenici e allocchi, un lavoro di Ore

(Berend Stettler)

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Carlo II

(Photobrusca & LuckyVideo)

Stia pure tranquillo Re Carlo III sul suo comodo trono del Regno Unito, non è tornato il vecchio regnante del XVII secolo Carlo II Stuart. Colui di cui stiamo parlando è un omonimo svedese, Carl Dahlström, il quale in questo inizio di campionato sta dando tutte altre impressioni rispetto ai disastri combinati nella scorsa stagione.

Questo sarà merito delle conoscenze con Tomas Mitell e della fiducia che tutto lo staff ha riposto in lui, e anche se è ancora un po’ presto per delineare delle vecchie e proprie sentenze, alla Cornèr Arena si può sperare con una certa fiducia di vedere all’opera, se non un re, almeno un nuovo Dahlström.

2. Fortino con le fionde

(Berend Stettler)

Ci sono due caratteristiche precise che sono emerse in questo inizio di stagione in sede bianconera, la solidità difensiva messa in mostra dalla squadra di Tomas Mitell contro Friborgo, Zugo e gran parte della sfida di Zurigo, e all’opposto una grande difficoltà nell’andare a rete.

Paradossalmente Thürkauf e compagni sono riusciti a trovare più occasioni e le maggiormente pericolose proprio alla Swiss Life Arena, ma anche da quella pista ne sono usciti con una sola rete segnata. La solidità difensiva sta alla base di tutto, il lavoro di Mitell e Hedlund per la muratura del fortino è lì da vedere ed è egregio – contando cosa si sono trovati davanti i due svedesi al loro arrivo – però sarà bene sostituire al più presto le fionde con dei più dannosi cannoni.

3. Corvi, fenici e allocchi

(Photobrusca & Luckyvideo)

Tornato il campionato, anche il Lugano si è rimesso al lavoro, e nel nostro mondo hockeyistico ticinese si è ricominciato con i nomignoli dei tifosi che vogliono i bianconeri essere i “corvi”.

Uccelli simbolo di sventura? Sarà, però la curva nord nell’esordio casalingo contro lo Zugo ha esposto una più beneaugurante Fenice (nera, va detto…) che risorge dalle sue ceneri per spingere tutta l’organizzazione a ripartire. Peccato che tra una logica difficoltà della ricostruzione e l’altra, un altro volatile abbia decisamente nidificato sul tetto della Cornèr Arena, quell’allocco (il popolare “urocc”) che da qualche anno impedisce alla squadra di ripartire al completo, con stavolta vittime Jiri Sekac, Marco Zanetti e lo sfortunatissimo Rasmus Kupari.

4. Swiss Quality

(Berend Stettler)

L’attacco del Lugano fatica, complice un paio di assenze pesanti ma anche la scarsa vena di diversi attaccanti, in particolare quelli stranieri. Mike Sgarbossa è fermo a un assist, Brendan Perlini e Zach Sanford (quest’ultimo con la scusante di una condizione fisica decisamente insufficiente) devono ancora andare sul tabellino, così come Kupari che ha però giocato un solo incontro.

A cercare di smuovere le cose sono quindi gli svizzeri, dall’accoppiata SimionThürkauf che mostra già una chimica perfetta con il supporto di Bertaggia, alla buona vena di un Canonica molto più offensivo con lo spostamento all’ala, in attesa di un Fazzini non ancora rodato. Arriverà anche la manodopera estera infine?

5. È un lavoro di Ore

(Photobrusca & Luckyvideo)

Il nuovo preparatore dei portieri, Antti Ore, ha sicuramente il suo bel da fare per recuperare due portieri come Niklas Schlegel e Joren van Pottelberghe, entrambi reduci in maniera diversa ma simile da delle annate veramente sofferte.

Van Pottelberghe ha mostrato quanto debba ancora lavorare su movimenti e sicurezza degli stessi, ma perlomeno ha dato segno di una certa confortante ripresa. Niklas Schlegel dal canto suo, nonostante una piccola insicurezza a Friborgo, sembra decisamente rinfrancato e già abbastanza avanti sul piano della condizione e dell’esplosività, mostrando anche uno stile più coraggioso e che lo porta più lontano dai pali rispetto al passato. Ma per essere al 100% occorre solo condizione e competizione.

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