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Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!

1. Butterfly effect

(Photobrusca & Luckyvideo)
Ci sono eventi che possono scatenare una sequenza che porta direttamente ad altri avvenimenti. L’intervento di Seiler su Fazzini non ha per fortuna avuto conseguenze sull’attaccante del Lugano, ma al pubblico della Cornèr Arena non è andato giù che il friborghese non sia stato penalizzato.
E da lì è partito il secondo evento, il lancio di vario materiale in pista che ha portato alla lunga interruzione di gioco per le necessarie pulizie del ghiaccio. Purtroppo quando non si pensa alle conseguenze che possono avere certi gesti si arriva a penalizzare se stessi e pure a mettere in pericolo la salute di altri, nel caso lo sfortunato Mike Sgarbossa, il quale è scivolato su una monetina infortunandosi per un periodo non ancora definito. E la multa in arrivo per il club bianconero sarà solo l’ultimo evento di una sequenza da dimenticare.
2. Fazz 700

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Il tempo vola, anche se la curva nord del Lugano ha ancora cantato “Giovane Fazzini”, mentre il numero 17 veniva premiato prima della sfida contro il Gottéron per le sue 700 presenze in maglia bianconera.
Il giovane Fazzini ha raggiunto un traguardo che lo piazza al sesto posto di sempre tra i giocatori del Lugano, il prossimo weekend raggiungerà Andy Ton a quota 703, ed entro questa stagione potrà superare anche Jean-Jacques Aeschlimann al quarto posto. Per raggiungere il podio però almeno un paio di stagioni ci vorranno ancora, perlomeno per le 806 partite di Sandro Bertaggia. Ma si augura con tutto il cuore al “Fazz” di arrivare anche alle 900 di Raffaele Sannitz e alle 945 di Julien Vauclair. E magari di essere il primo ad arrivare a mille con la maglia bianconera.
3. Il cerchio che si chiude

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Forse non in molti lo avranno notato, ma giovedì sera in panchina al fianco di Tomas Mitell, Stefan Hedlund e Paolo Morini c’era un volto noto, quello di Raffaele Sannitz. Il coach degli Elit era in panchina per una serata da “osservatore” con la prima squadra, cercando di rubare qualche dritta allo staff tecnico diretto dai due svedesi.
Partito dagli U20 dell’Ambrì Piotta nella sua formazione di allenatore, passato dai Bellinzona Snakes, oggi per la seconda stagione di fila Sannitz è alla testa della formazione U21 del Lugano, posizionata ad un ottimo quarto posto in classifica. E per lui stesso, formatosi come giocatore nelle giovanili bianconere e tra i pochi della sua generazione a esordire in prima squadra, deve essere stato sicuramente motivo d’orgoglio vedere un suo ragazzo degli Elit quale Cyrill Henry giostrare nel primo blocco della squadra di Tomas Mitell.
4. F-Men

C’è il personaggio di Wolverine, del gruppo X-Men inventato dalla Marvel, che è in grado di rigenerarsi e guarire le ferite in maniera autonoma, sorretto dal suo indistruttibile scheletro di adamantio.
Poi c’è Luca Fazzini, che non è della squadra Marvel ma dell’Hockey Club Lugano, e che nella scorsa decina di giorni ha dato notevole prova di sapersi rigenerare in fretta come Wolverine, segnando due reti al Bienne dopo l’improvviso malore della sera prima a Kloten e un bel gol allo Zugo dopo aver ricevuto quel forte colpo in testa da Seiler contro il Gottéron. Va bene, un virus intestinale e un check alla testa non saranno come le ferite dell’eroe dei fumetti X-Men, ma sarebbero già bastati per mandare al tappeto più di una persona.
5. Sfide

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Tra Zugo e Lugano chi si è subito messo in mostra è stato Gregory Hofmann, il quale ha messo in piedi una vera e propria battaglia personale contro Niklas Schlegel.
Contro lo scatenato ex bianconero ad avere la meglio è stato proprio il portiere del Lugano, che ha fermato tutti i tentativi dell’indemoniato topscorer dello Zugo. All’uscita di Leonardo Genoni per le conseguenze dello scontro con Dario Simion, un’altra sfida simile si è subito accesa, ed è stata quella tra Marco Zanetti e Tim Wolf.
Questo duello non avrà avuto il pathos o l’intensità del primo, ma dopo una gran parata del back up dei tori proprio su Zanetti, l’attaccante italiano si è rifatto alla grande, segnando il gol che ha regalato i tre punti ai bianconeri e che ha gli fatto vincere la sua personale sfida contro Wolf. Senza Hofmann che tenga.


