Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Quei bravi ragazzi
Spesso, quando una squadra è in difficoltà e non mostra più le giuste emozioni, i leader si inventano non solo la giocata ma anche l’episodio che possa scuotere i compagni sul piano caratteriale.
Contro il Ginevra, Sekac ci ha provato prendendosi a mani in faccia con Berni, ma è servito a poco, mentre a Kloten nessuno è riuscito ad accendere nemmeno un fuocherello. Senza Thürkauf a questa squadra manca la componente caratteriale, ma ci si aspetta ben altro anche dai sostituti. Ma solo di bravi ragazzi non si sopravvive.
2. Tra una festa e l’altra
Ormai di questo periodo si gira per negozi e non si capisce più nulla, le decorazioni per Halloween settimana scorsa venivano già sostituite da quelle natalizie prima ancora di arrivare alla festa di Ognissanti e poi la gente rischia di fare confusione.
Anche il Lugano ci è cascato, tra un orrore e l’altro ci è già scappato qualche regalo di Natale di troppo e alla fine i bianconeri si ritrovano in piena crisi. Urge un calendario ben chiaro, altro che zucche e luci colorate.
3. Beati gli ultimi
C’è qualcuno che la serata di Kloten, per quanto infausta sia stata, se la ricorderà comunque. Dominic Nyffeler, che solo qualche mese fa era convinto di doversi ritirare dall’hockey giocato ed affrontare la sua vita da ex atleta professionista, ha invece avuto l’opportunità di affrontare un try-out con il Lugano alla ricerca di un portiere svizzero di riserva dopo l’infortunio di Van Pottelberghe.
Provino andato bene, dato che Nyffeler è tornato quindi a giocare in National League a distanza di quasi tre anni quando venne prestato al Ginevra dal Kloten, sostituendo Schlegel nel terzo tempo contro gli aviatori.
Nel buio di Kloten per il 31enne – che non ha di certo sfigurato con un “mini shutout” – si è sicuramente riaccesa una piccola luce, e chissà che questa opportunità non rilanci le ambizioni e le possibilità di un nuovo scampolo di carriera a chi in primavera stava per lasciare con grande delusione l’hockey giocato.
4. Il grande Lugoski
Lo Straniero, personaggio del film cult “Il grande Lebowski” era sempre pieno di proverbi e aforismi, non sempre molto comprensibili al protagonista. Diciamo che uno calza a pennello per il Lugano, tanto per dire che la vittoria in quel di Berna è caduta un po’ così in un momento difficile: “A volte sei tu che mangi l’orso e a volte è lui che mangia te”.
Va bene. Ma sulla prestazione di Kloten, il personaggio venuto dall’ovest impersonato da Sam Elliott avrebbe avuto sicuramente la frase perfetta per descrivere cotanto spettacolo: “L’oscurità si abbatté sul Lugano, più nera del batacchio di un manzo nero in una notte senza luna nella prateria. Non c’era fine“. Poesia.
5. Accuse e scuse
L’errore arbitrale che è costato un boxplay e un gol al Lugano in quel della Postfinance Arena ha fatto discutere molti. La deviazione netta di mano da parte di Sablatnig su quel disco scagliato da Schlegel e finito in tribuna non è stata vista praticamente dal solo quartetto di arbitri in pista, in maniera abbastanza inspiegabile.
Di buono c’è che l’arbitro Di Pietro, al rientro sul ghiaccio nel terzo periodo, si è scusato con lo staff tecnico bianconero per io grave errore commesso. È vero, è una magra consolazione, ma ricordate le parole sacrosante di Luca Cereda sull’indisponenza degli arbitri incapaci di ammettere i propri errori di fronte a chi chiede spiegazioni?
Chissà se proprio quelle dichiarazioni non abbiano smosso un primo piccolo sassolino, un arbitro che si scusa di un errore costituisce già di per sé un fatto quasi clamoroso.