Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. La banda dei Babbi Natale
Ultimamente quando il Lugano è sul ghiaccio, si assiste a una distribuzione di regali agli avversari non indifferente. Avvicinandoci al Natale oltretutto questa propensione alla generosità da parte dei bianconeri aumenta, come dimostrato sul ghiaccio delle piste di Kloten e Langnau.
Tra gli aviatori a scartare i primi regali sono stati proprio l’ex di turno Bernd Wolf con la prima rete stagionale – classicone – mentre Denis Smirnovs ha potuto esultare ben due volte davanti a Schlegel per le sue prime segnature di questo campionato.
Ma il regalo più bello lo ha sicuramente ricevuto Claude-Curdin Paschoud, che sulla sua pista di Langnau ha superato Dominic Nyffeler con il gol dell’1-1, addirittura la sua prima rete dal febbraio 2023, quando ancora vestiva la maglia del Davos.
Senza contare che il gol di Mäenalanen è stato il primo in shorthand della stagione per i tigrotti. Questo è il vero spirito natalizio.
2. Mantenere le tradizioni
Nelle ultime stagioni tra le fila del Lugano c’è sempre stato qualche attaccante straniero dal curriculum importante che in maglia bianconera si è improvvisamente inceppato.
In questa stagione è stato Jiri Sekac a bloccarsi, tanto che il gol segnato a Langnau ha chiuso un digiuno durato 84 giorni e 20 partite di campionato. Tre in più di Arttu Ruotsalainen, il quale la scorsa stagione si inceppò per 17 incontri, ma ancora distante dal recordman di questo esercizio, quel Mikkel Boedker che nell’ultima stagione alla Cornèr Arena tra una rete e l’altra fece passare addirittura 29 partite, praticamente tutto un inverno e mezzo autunno.
3. Valtteri Filppulli
Ci sono stati stranieri attaccanti (o comunque offensivi nel loro ruolo) arrivati in corsa che ci hanno messo mesi a trovare la rete, pensando ai vari Quenneville e Kempe della scorsa stagione per esempio. O per restare ai giorni nostri il partente Justin Schultz nelle sue otto apparizioni in maglia bianconera ha collezionato solamente degli assist, lui che doveva essere un giocatore offensivo e il blueliner designato del powerplay.
Poi dal nulla arriva un ragazzino di nome Valtteri Pulli, che è reduce da due partite giocate in tutto il corso dell’autunno e che al contrario della sua descrizione di difensore prettamente difensivo al suo esordio con il Lugano mette a segno subito un gol, seguendo l’azione con fiuto da attaccante. Chi ci capisce è bravo.
4. Kiss me Luca
Che non fosse un periodo facile per Daniel Carr lo si è capito in mille maniere, la difficoltà nel riuscire in semplici giocate, i gol stranamente sbagliati da uno che sapeva trasformare in rete anche i dischi più sporchi, fino a quell’assist involontario e sciagurato sulla prima rete dello Zugo alla Cornèr Arena con un tocco in mezzo alle gambe alla cieca.
Un gesto incomprensibile che ancora di più ha mostrato la mancanza di lucidità del numero 7, che però è tornato ad esultare nella trasferta di Langnau.
Il suo gol del 2-3 propiziato da un assist perfetto di Fazzini è stato accolto come una liberazione, tanto che il canadese una volta in panchina ha stretto a sé Fazzini stampandogli un bel bacio sul casco con la scena catturata in pieno dalle telecamere. Credevate di essere soli?
5. Lo straniero senza nome
Clint Eastwood stavolta non c’entra, fa solo da ispirazione per il titolo. Il protagonista di questa storia è ancora il finlandese Valtteri Pulli, il quale nella sua prima settimana in bianconero ha già trovato il gol ma gli manca qualcosa di basilare.
Il 23enne infatti ancora a Langnau aveva giostrato con la maglia numero 46 priva del nome sulle spalle, nemmeno fosse il ragazzino che indossa una maglia provvisoria per una toccata e fuga. Il perché di questo ancora non lo si sa, ma il tempo di stampare una maglia (anche con misure più grandi della norma) dura al massimo una quindicina di minuti, non lo spazio di una settimana.
Sarà forse pretestuoso e rimane l’ultimo dei problemi, ma anche da queste piccole cose si capisce come molto al momento venga fatto con superficialità e approssimazione.