
Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!

1. Un unico punto forte

Superata ormai da alcune partite la boa di metà campionato, l’identità di gioco dell’Ambrì Piotta fatica ad emergere, piagata dalla peggior difesa della lega (98 reti incassate in 29 partite come l’Ajoie, ma ben sette in più dei giurassiani a parità numerica) e da un attacco che vede solamente due giocatori, Joly e Zwerger, nei primi 70 realizzatori del campionato.
Le magagne sono insomma un po’ dappertutto, e al tirare delle somme ci si ritrova con una squadra che anche sotto Landry fatica ad avere delle certezze. È infatti molto difficile individuare un punto forte nel gioco dei leventinesi, principalmente a causa della grande incostanza che impedisce prestazioni continue, sia all’interno della stessa partita che, soprattutto, da un match all’altro.
L’Ambrì ha sostanzialmente debolezze in ogni area, ma per sua fortuna l’unica costante che sta emergendo è anche quella che permette di fare punti con regolarità. Stiamo parlando della cocciutaggine e della determinazione che i biancoblù portano nel loro gioco, e che anche nello scorso weekend ha permesso di riprendere e poi vincere la sfida contro il Bienne.
Essere in vantaggio nel risultato non è infatti una situazione che capita spesso ai leventinesi (solo il 22% degli oltre 1’700 minuti giocati finora), ma i minuti finali delle partite hanno spesso visto l’Ambrì trovare le forze per mettere assieme giocate determinanti. Tra tanti difetti, quello della volontà è un pregio importante.
2. La nota è stonata

Dopo aver visto all’opera Michal Cajkovsky per quattro partite, l’Ambrì Piotta si trova davanti a un bel dilemma. Il giocatore nel ruolo di elemento straniero – ma non solo, verrebbe da dire – in questo momento è impresentabile, a causa di una forma fisica lontana dal permettergli di essere competitivo in una lega veloce come quella svizzera.
La situazione non sorprende nessuno. Il 33enne slovacco è un vero gigante a livello fisico, ed è inoltre reduce da un infortunio con conseguente periodo di inattività. Chi arriva dalla KHL ha pure spesso storicamente problemi di adattamento, e dunque quando si è presa la decisione di ingaggiarlo nonostante le premesse, in Valle si era certamente consapevoli della necessità di dover attendere il suo ritorno a una forma accettabile.
Forse però non ci si immaginava che Cajkovsky fosse così indietro, o magari si è sottovalutata la situazione. Ora, dopo la prima partita passata in sovrannumero, ad Ambrì non si potrà fare altro che continuare a insistere con costanza su di lui per portarlo a un livello che gli permetta di dare un contributo reale. In caso contrario, ci si ritroverebbe con un ingaggio e un investimento sostanzialmente sprecato.
Una situazione non semplice, visto che in ogni apparizione Cajkovsky ha commesso grossolani errori pagati più volte con reti incassate, e l’Ambrì non è in una condizione di classifica che permette regali. Tierney inoltre sabato ha disputato un buon match e, pur nella sua modestia, può comunque fornire un apporto più concreto e utile alla causa.
Che fare dunque? La situazione è complicata. Da Cajkovsky nessuno si aspettava una sinfonia, ma nemmeno note tanto stonate.
3. L’ago della bilancia

Il contratto di Alex Formenton con l’Ambrì Piotta arriverà a scadenza dopo la sfida di domenica prossima a Kloten, e per lui pensare a un ritorno in NHL dopo quanto mostrato sinora è praticamente fuori questione.
I diritti del giocatore oltre oceano restano in mano agli Ottawa Senators, che non sono interessati a un suo rientro, mentre la deadline per uno scambio è fissata alle 23:00 svizzere di lunedì. La franchigia canadese chiede una scelta al Draft per cedere i diritti di Formenton, ma l’interesse dal mercato al momento è praticamente nullo.
Verosimile dunque immaginare che il suo futuro immediato rimanga in Leventina, dove si spera però che possa finalmente risultare determinante. Contro il Bienne è arrivato un gol ottenuto con malizia da dietro la porta di Säteri, ma ripensando alle partite della settimana restano troppe le occasioni non sfruttate.
Formenton aveva infatti avuto la possibilità di ipotecare la partita a Zurigo con la grande chance per il 2-0, e pure nel derby si era fatto parare un tiro da Schlegel nel secondo tempo che, se insaccato, sarebbe stato importante. E sabato? Anche in quell’occasione il 26enne ha fallito un’ottima opportunità, non trasformando a tu-per-tu con Säteri nell’overtime.
Tra varie difficoltà, Formenton ha insomma avuto nelle ultime partite la possibilità di essere un ago della bilancia nelle sfide dell’Ambrì Piotta, ma il tocco dei tempi migliori è ancora lontano.
4. Da un palo all’altro

Con entrambi i portieri sotto la media in termini statistici, l’Ambrì Piotta ha sicuramente un problema da affrontare, visto che l’89.4% di parate complessivo messo assieme da Senn e Wüthrich rappresenta il penultimo dato della lega, migliore solamente di quello del Bienne (89.05).
Senn ultimamente sta evidenziando diverse incertezze, mentre Wüthrich sta facendo meglio pur senza incantare. Nell’analizzare la situazione bisogna però anche valutare il lavoro a cui i due sono chiamati e, considerando la difesa ballerina davanti a loro, non è davvero dei più semplici.
Come si legge dai numeri di NLIcedata.com, l’Ambrì Piotta è la squadra che concede più reti in assoluto dopo che gli avversari – con un passaggio – sono riusciti a far muovere il portiere leventinese. Oltre il 36% dei gol incassati nasce da questa situazione.
Il dato è molto simile se si guarda alla “Royal Road”, ovvero la linea immaginaria che taglia a metà lo slot. Quando una squadra va al tiro dopo un passaggio che attraversa questa linea da un lato all’altro, le possibilità per un portiere di effettuare una parata calano drasticamente, e infatti ben un terzo delle reti subite dall’Ambrì è causato da questa concessione. Solo l’Ajoie fa peggio.
Se la percentuale dei portieri potrà migliorare nella seconda parte di stagione, ci sarà insomma bisogno di un lavoro corale da parte di tutti, e non solamente di maggior lucidità da parte degli estremi difensori.
5. La matematica non ci crede

Avrebbe potuto ottenere di più dalle 29 partite giocate sin qui l’Ambrì Piotta. Lo dicono le statistiche avanzate, che indicano 1.42 punti attesi contro gli 1.17 effettivamente ottenuti. È però anche vero che con Landry in panchina la media è stata di 1.59, sufficiente per arrivare al post season e con un trend dunque al rialzo.
Questa tendenza positiva non basta però per convincere la fredda matematica, che nelle proiezioni di NLIcedata.com vede l’Ambrì Piotta chiudere a 62 punti dopo 56 partite, sinonimo di un amaro 12esimo posto.
Le simulazioni non danno infatti molta fiducia ai leventinesi, mentre prevedono una ripresa del Berna – che nel pronostico staccherebbe l’ultimo ticket per i play-in – e indicano il Langnau come seconda squadra destinata ad andare in vacanza anticipata.
D’altronde, nonostante i punti ottenuti, l’Ambrì non sta dando molte garanzie in termini di continuità e solidità. Ma di tempo ce n’è ancora: basterà per far cambiare idea agli algoritmi?



