Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Punto di non ritorno
Al termine della regular season mancano 18 partite, in palio ci sono ancora 54 punti, ma è inutile farsi illusioni: se l’Ambrì Piotta vuole davvero raggiungere l’obiettivo dei play-in, il punto di non ritorno è già arrivato e un cambio di marcia deve avvenire adesso.
Il calendario del prossimo mese è destinato a presentare il conto a chi non si farà trovare pronto, e con le sue decisioni per la partita di domenica lo staff tecnico biancoblù ha dimostrato di essere consapevole che non si può più attendere oltre.
Non deve infatti essere stato facile lasciare un giocatore simbolo come Inti Pestoni in sovrannumero – ma la decisione è giustificata da troppe prestazioni evanescenti – oppure relegare Zwerger a 13° attaccante con un impiego di soli quattro minuti, il tutto per promuovere due giovani come Muggli ed Hedlund.
I due hanno sfruttato la chance trovando entrambi la rete (!) e giocando una buona partita, mettendo forse anche in imbarazzo e di fronte ad un “reality check” chi fatica da tempo a ritrovare il proprio livello. Oltre ai due citati ci sono poi altri che stanno faticando, su tutti Heim e Bürgler, ma anche guardando alla difesa sostanzialmente tutti stanno vivendo le loro difficoltà.
Nell’immediato il segnale lanciato non ha trovato molte risposte: la prestazione di Porrentruy non è stata convincente, ma ora è tempo di giocare tutte le carte. Intensità e aggressività non sono al livello richiesto da chi è disperato nel rincorrere l’obiettivo stagionale.
2. Trend da invertire
Per diverso tempo è stato difficile decifrare la classifica dell’Ambrì Piotta, che al fronte delle pochissime vittorie piene – ad oggi sono solo sei in 33 partite, nessuno ha fatto peggio – si è mantenuto a galla con una miriade di partite finite oltre i tempi regolamentari, vincendone nove e perdendone sette. Con il passare del tempo, però, i punti lasciati per strada hanno iniziato a pesare, e oggi pronostici e proiezioni statistiche non sono più dalla parte dei leventinesi.
Le simulazioni di NLIcedata vedono infatti attualmente i biancoblù terminare al penultimo posto con un bottino di 68 punti, e le probabilità di finire in uno dei primi dieci posti sono stimate solo al 38.4%. Le posizioni statisticamente più probabili sono invece il 13° posto (nel 34.9% delle 10’000 simulazioni effettuate), seguito dal 12° (23.2%) e 11° (15.9%).
Sinora i leventinesi hanno ottenuto 1.26 punti di media contro gli 1.53 attesi (in questa speciale classifica sono settimi), ma anche dai numeri emerge che un cambio di marcia è necessario. Continuando così, le probabilità di successo sono piuttosto basse.
3. Artiglieria pesante
Faticano a trovare certezze i leventinesi, ma un punto fermo sicuramente c’è, ovvero quello rappresentato da Dominik Kubalik. In crescita dal mese di dicembre, lo sniper ceco in generale è sempre riuscito a essere produttivo e pericoloso sul fronte offensivo, anche in un avvio di stagione in cui il suo gioco era spesso poco trascinante, presentando comunque degli acuti insidiosi.
Kubalik ad oggi è il miglior terminale offensivo della lega grazie al suo bottino di 17 gol, il che lo rende il miglior marcatore se si escludono le reti realizzate a porta sguarnita. Il ceco ha battuto per 17 volte i portieri avversari, mentre gli scorer che lo inseguono sono fermi a 16 gol (Aaltonen e Devos) oppure 15 (Fazzini, Grant, Merelä, Zadina).
Il top scorer biancoblù è inoltre al top della lega per tiri in porta (128), pali colpiti (6), tentativi di tiro effettuati in generale (261) e per 60 minuti (25.05), ed è pure il leader per tentativi di tiro dallo slot (113).
Dal primo dicembre ad oggi (10 partite) è il miglior realizzatore della lega con otto gol e 14 punti, seguito a ruota dal compagno Chris DiDomenico con 13 punti.
4. Un libro aperto
Tra le varie difficoltà che sta incontrando l’Ambrì Piotta c’è sicuramente quella del powerplay, che nemmeno in questo avvio di 2025 è arrivato in soccorso dei leventinesi. Nel complesso i numeri parlano di un’efficacia del 16.10% (11° di lega) e 19 reti segnate (7°), ma di recente si è vista una manovra con difficoltà già nell’entrata del terzo avversario e soprattutto con trame prevedibili. Questo vanifica il fatto che i biancoblù siano la squadra che più di tutte si guadagna opportunità di superiorità (3.47 a incontro).
Nelle ultime partite a mancare sono state in particolar modo le idee, con combinazioni leggibili e troppo spesso palesemente orientate a mettere Kubalik nelle condizioni di far partire il suo slapshot. Ne è stato un perfetto esempio la partita contro il Langnau, in cui anche in quella fase a 5-contro-3 per gli avversari è stato semplice leggere le intenzioni dell’Ambrì, con Charlin che quasi era lì ad attendere il tiro al volo del ceco, con tutti i vantaggi del caso anche se nell’occasione in suo aiuto è venuto anche il palo.
Alla squadra di Cereda sembra insomma mancare una certa imprevedibilità, visto che in powerplay le uniche altre soluzioni cercate sono gli appoggi dalla blu di Virtanen oppure le conclusioni di Bürgler nell’altra unità di superiorità.
Nelle ultime dieci partite i tre giocatori citati hanno effettuato 22 tiri in porta e 44 tentativi di tiro complessivi, mentre tutti gli altri elementi in pista messi assieme (si parla di 11 giocatori diversi) hanno tirato in porta appena 14 volte, con un totale di 28 tentativi.
Poi è chiaro, tutte le squadre orientano le proprie combinazioni di powerplay attorno a determinati giocatori, ma ci sono serate in cui l’Ambrì rischia di diventare un libro aperto, soprattutto quando le cose faticano a funzionare e si tende dunque a orientarsi verso le soluzioni più comuni. Gli avversari lo sanno bene… Che questo possa trasformarsi nella chance di tendere qualche “trappola”?
5. Bandiera di famiglia
È di un mese fa la notizia del licenziamento di Stefan Hedlund, momento in cui il Rapperswil ha deciso di separarsi da una figura importante del nostro campionato. Da allora, il compito di rappresentare la famiglia nella massima lega è passato al figlio maggiore William.
Il 22enne è da alcuni anni nel club leventinese, che ha costantemente dimostrato di credere in lui sin dal suo ingaggio, quando ancora non poteva contare sulla licenza svizzera. I biancoblù lo hanno fatto crescere in Swiss League, dove complessivamente ha ottenuto 64 punti e 21 gol in 119 partite, e nel corso dell’attuale campionato è arrivato anche il debutto nella massima lega.
Per capire le reali potenzialità dell’attaccante è ancora presto: basti pensare che nella partita di domenica ha per la prima volta superato i dieci minuti di ghiaccio, ma il suo sarà un profilo da seguire con interesse in questo finale di stagione.
D’altronde, a Porrentruy è stato parte della miglior linea in pista con Landry e Muggli (65 anni in tre) e, sorprendentemente, è stato pure parte integrato in powerplay con quasi tre minuti di ghiaccio.
La fiducia è stata premiata con il primo gol in carriera nella massima serie, e sicuramente papà Stefan sarà stato fiero di vedere il figlio compiere un bel passo avanti. Ah, e poi c’è il fratello minore Lucas, che a 18 anni ha sinora firmato 20 punti (sette gol) in 36 partite con il Winterthur. Anche lui è da seguire con un occhio di riguardo.