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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: problemi e segnali, riecco Flipper, numeri di rigore, presenze scomode

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Il segnale che ci voleva

Con una serie di sconfitte prima in dicembre e poi in gennaio, l’Ambrì Piotta non ha messo abbastanza fieno in cascina per vivere l’ultima decina di partite in relativa tranquillità, ma recentemente ha saputo alzare progressivamente il proprio livello e dare il giusto segnale all’inseguitrice Langnau.

A partire dalla sfida di metà mese contro il Kloten – quando una vittoria era d’obbligo per non cadere in una vera crisi – la squadra di Cereda ha ritrovato gradualmente la sua strada. Contro il Bienne aveva disputato due buone partite pur senza ottenere alcun punto, mentre nel weekend appena trascorso si è davvero visto il “click” di un gruppo che ha preso consapevolezza dell’urgenza della situazione. Il trend è chiaramente al rialzo.

Il bottino di tre punti contro Lugano e Zugo va stretto ai biancoblù, ma con 11 partite ancora da giocare c’è ancora tutto il tempo per ottenere punti pesanti. L’aspetto fondamentale era ritrovare intensità, compattezza e “disperazione” a livello di gruppo, unendo al contempo delle prestazioni individuali più ispirate.

Missione compiuta, questi elementi si sono tutti visti nel weekend, e ora l’Ambrì dovrà trovare continuità e non fallire soprattutto gli impegni casalinghi contro Ajoie (due volte), Langnau e Rapperswil. Le proiezioni di NLIcedata.com indicano il 93.4% di chance che i leventinesi chiudano nelle prime dieci (decimo posto dato al 54.4%, 23.6% il nono).

(NLIcedata.com)

2. Flipper è tornato?

L’evoluzione avuta da Laurent Dauphin nel corso della stagione ha sicuramente dato più di un pensiero allo staff dell’Ambrì Piotta. Il centro si era reso protagonista di un ottimo avvio di campionato, caratterizzato da un gioco molto concreto che sapeva dare un impatto tangibile ad ogni suo cambio, il tutto unito anche ad una certa leadership.

L’atteggiamento del canadese è poi completamente cambiato dopo l’incidente di Rapperswil. La consapevolezza di aver compiuto un gesto sconsiderato che avrebbe potuto portare a gravi conseguenze per Tyler Moy ha scosso il giocatore, che non ha mai nascosto anche dopo diverse settimane di portarsi dietro il peso del proprio errore.

Dauphin ha così infilato tante parte anonime, giocate con il freno a mano tirato e senza portare in pista le caratteristiche per cui era stato ingaggiato. Nello scorso weekend però qualcosa è cambiato.

Nel derby il quebecois ha infatti giocato la sua miglior partita da diverso tempo, andando dritto su ogni disco e mostrando finalmente una grande determinazione. All’ala il suo impatto è più limitato rispetto al ruolo naturale di centro – chissà se con il rientro di De Luca lo rivedremo presto nel mezzo? – ma l’atteggiamento mostrato nel weekend ha rappresentato un chiaro passo verso il Dauphin visto ad inizio stagione.

Il suo ingaggio d’altronde presupponeva proprio questo, un gioco di sostanza e leadership nel ruolo di centro. Se il suo mordente tornerà ai giusti livelli poi arriveranno anche i punti, che non possono però essere il principale metro di valutazione per il profilo di un giocatore che in termini offensivi si presentava comunque in maniera modesta rispetto ai migliori stranieri di NL.

3. Il problema opposto

Ad inizio anno il focus dell’Ambrì Piotta era principalmente orientato al ritrovare la solidità difensiva, visto che nelle prime quattro uscite del 2024 erano stati incassati ben 22 gol, ma ora i biancoblù sono confrontati con il problema opposto.

La squadra di Cereda nelle ultime due settimane ha effettivamente regolato la propria tenuta difensiva – nove gol subiti in quattro match – ma il fatto di aver segnato solamente due volte ad incontro ha impedito alla squadra di ottenere qualche punto in più.

A fare difetto è soprattutto il gioco a 5-contro-5, tanto che nel mese di gennaio l’Ambrì è stata la peggior squadra della lega con appena 11 segnature a parità numerica (-10 il bilancio complessivo), e nelle ultime quattro partite sono state solamente due.

Anzi, se si tolgono i due gol di Spacek nel weekend – uno arrivato con gli avversari ancora praticamente in quattro, e l’altro a 3-contro-3 – bisogna tornare sino alla sfida contro il Kloten per ritrovare un gol leventinese a parità numerica.

Le buone notizie? L’Ambrì ha evidenziato anche una delle peggiori percentuali al tiro (7.52%, oltre due punti percentuali in meno rispetto al resto della stagione), il secondo peggior PDO con poco meno del 97%, ed un dato di expected goals di 15.6 rispetto agli 11 segnati. Non resta insomma che insistere.

4. Numeri di rigore

Sono stati amari i rigori eseguiti dall’Ambrì Piotta alla Bossard Arena, tra i pali colpiti da Virtanen ed Heed, e le esecuzioni poco ispirate degli attaccanti. Nell’attuale stagione i biancoblù hanno ottenuto una vittoria ai rigori e tre sconfitte, mentre lo Zugo si è sempre imposto in questo tipo di esercizio (quattro le circostanze).

D’altronde Lino Martschini è il miglior giocatore della lega (quattro esecuzioni ed altrettanti gol) mentre per i leventinesi sin qui sono da contabilizzare due gol di Dauphin ed uno a testa per Spacek e Bürgler.

Se guardiamo invece indietro a tutte le squadre allenate da Cereda, il giocatore di maggior successo è stato Marco Müller, che dal 2017 al 2021 ha realizzato sette gol su 20 tentativi.

Alle sue spalle Matt D’Agostini (4/13), Dario Bürgler (3/9) e Dominic Zwerger (3/13). Tim Heed ha invece segnato due gol su otto tentativi, ed è stato il giocatore a cui più spesso è stato affidata la prima esecuzione (sei volte).

Curiosi di sapere i migliori dell’intera lega dal 2017 ad oggi? La classifica è dominata da Henrik Tömmernes (20 gol realizzati), Luca Fazzini (15), Roman Cervenka e Daniel Winnik (entrambi a 12).

5. Presenze scomode

Che l’Ambrì non possa basare le proprie prestazioni su giocate di fioretto è chiaro da tempo – ed in fondo nessuno può permetterselo, nemmeno le squadre più forti – ma nell’ultimo weekend abbiamo visto come la presenza di alcuni elementi sia importante per garantire una certa componente fisica.

In retrovia sta svolgendo un buon lavoro Tobias Fohrler, che da giocatore con la stazza più marcata in squadra – 195 cm per 103 kg – sta facendo sentire la sua presenza. Nel derby ha cercato di rendere difficile la vita a Thürkauf, ed in generale porta quel mordente e cattiveria che non è proprio di nessun altro difensore biancoblù. Se davvero dovesse partire, dal mercato sarà necessario trovare un profilo simile.

Nel reparto offensivo sta invece giocando una buona stagione Floran Douay, pure lui in grado di portare una componente fisica e di sfrontatezza che ben si adatta alla logica di una quarta linea.

Due presenze insomma scomode per gli avversari, che sicuramente saranno ancora più preziose ora che i giochi iniziano a farsi davvero seri.

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