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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: potenza e controllo, playoff e montagne, mai dire Maillet, l’anno del “quasi”

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Potenza e controllo

Viene quasi da citare lo storico slogan Pirelli osservando le prestazioni del weekend di Chris DiDomenico, in cui il canadese è stato nettamente l’attaccante biancoblù più utilizzato – quasi 22 minuti di media – dannandosi l’anima come suo solito per cercare di trascinare la squadra alla vittoria.

Per il focoso attaccante gli ultimi due match erano sicuramente particolari, tra la prima apparizione in un derby ticinese e il confronto con i suoi ex compagni del Friborgo, con dei risultati che però sono stati diversi.

A Lugano si è visto come DiDomenico possa risultare inefficace quando si intestardisce troppo nel suo gioco affidandosi solamente alla foga. La sua carica agonistica si è poi rivelata essere un boomerang, perché nel portare avanti la sua battaglia personale con Thürkauf – con delle parole oltre le righe arrivate ai microfoni televisivi, ma va detto anche figlie di un precedente intervento scomposto del capitano bianconero – ha perso il focus sul gioco vero e proprio.

Ben diversamente è andata sabato sera, quando DiDomenico ha unito la sua grande carica agonistica con anche la qualità e visione del gioco. Il risultato? Una marea di dischi recuperati, tre assist di prima determinanti ed un atteggiamento che ha trascinato l’intera squadra.

In fondo è proprio vero, la potenza è nulla senza controllo.

2. Mai dire Maillet

Si sta avvicinando il giro di boa di metà campionato e, tra una commozione cerebrale e qualche serata passata in sovrannumero, Philippe Maillet ha giocato finora 14 partite, ottenendo un bottino di sette punti e infilando sabato sera il suo terzo gol stagionale.

Sono ormai alcuni mesi che vediamo all’opera il quebecois, ma la sensazione è quella di non aver ancora scoperto il vero volto del giocatore. Certo, probabilmente Maillet non ha nelle corde la capacità di essere un centro dominante nel nostro campionato, ma sembra comunque un giocatore capace di offrire più rispetto alle prestazioni anonime viste in alcune serate.

A suo favore non hanno giocato nemmeno i frequenti cambiamenti di linea: l’ipotesi iniziale di affiancargli Ang è stata velocemente accantonata, per poi sperimentare tanti compagni diversi senza mai trovare una reale soluzione. Questo fino all’ultimo weekend, quando, con DiDomenico e De Luca, il canadese ha disputato due partite promettenti.

Da parte sua si sono notate alcune buone giocate, un gol e due assist, oltre a un dinamismo con DiDomenico che pare poter evolvere in qualcosa di più. Insomma, la speranza è che il centro possa scacciare la diffidenza che stava crescendo attorno a lui dopo alcune prestazioni opache. Chissà, mai dire… Maillet.

3. La stagione del “quasi”

Lo aveva sottolineato coach Luca Cereda al termine del derby: il suo Ambrì Piotta è una squadra che si dà molto da fare ma che ha anche una mira piuttosto sbilenca, con tantissimi tiri – anche da buona posizione – che troppo spesso non finiscono nello specchio della porta, vanificando chance e impedendo eventuali rebound.

Effettivamente, a Lugano i leventinesi avevano mancato un totale di 12 conclusioni, a cui si sono aggiunti due ferri,  In generale, guardando all’intera lega, è proprio l’Ambrì Piotta ad avere la mira peggiore, con oltre 12 tiri di media a incontro finiti fuori dallo specchio della porta. I biancoblù hanno inoltre colpito sinora ben 15 ferri (meno solo di Berna, Zugo e Losanna), vanificando in parte la propria manovra.

Non è infatti da sottovalutare il dato secondo cui la squadra di Cereda è attualmente quarta nella classifica degli expected points (1.66), con un divario significativo rispetto a quelli effettivamente ottenuti (1.29).

In questa stagione, tutto sembra però vicino ma contemporaneamente lontano per i leventinesi. Ma il “quasi”, questo è chiaro, non sarà più sufficiente nella seconda metà di campionato.

4. Modalità playoff

Sarà preziosa la boccata d’ossigeno presa sabato sera per l’Ambrì Piotta, che da qui a Natale è atteso a un periodo particolarmente intenso, con un calendario che, per alcune dinamiche, ricorda un periodo da playoff.

Questa settimana i leventinesi saranno chiamati a giocare ben quattro partite in sette giorni, intervallando sostanzialmente i match con un giorno di pausa. In questa fase dovrà per forza emergere il carattere, per cercare di non farsi inghiottire dalla classifica in una fase che tanto dirà delle potenzialità della squadra di rimanere in corsa per il post-season.

Delle undici partite ancora da giocare nel 2024, ben sette sono in calendario in trasferta, contesto in cui l’Ambrì ha sinora raccolto una media di un punto a partita. Ci sarà insomma poco da girarci attorno: bisognerà trovare le risorse a livello fisico e mentale per affrontare una sfida dopo l’altra, e spesso è proprio nelle situazioni più avverse che emerge la vera identità di una squadra.

In fondo, l’Ambrì Piotta in questi primi mesi è cambiato tanto, a livello di effettivi e di dinamiche, e anche per equilibri interni. Forse, per diventare squadra davvero, serviva proprio un periodo del genere, in cui l’unica possibilità di successo passa dalla determinazione del singolo di dare tutto ciò che ha.

Farsi trovare impreparati a questo test potrebbe compromettere la stagione.
Modalità playoff: ON.

5. Montagna da scalare

È un’espressione che ha usato anche DiDomenico al termine della partita contro il Friborgo: “Davanti a noi resta una montagna da scalare”. Ed effettivamente, oltre alla posizione in classifica, in casa Ambrì Piotta i pendii da risalire sono davvero molteplici, sia in termini di squadra che individuali.

Viene praticamente automatico puntare il dito sugli special teams. Il powerplay è statisticamente il peggiore della lega (14.86%) e anche il boxplay non brilla con il 73.21% di efficacia (meglio solo di Kloten e Ajoie). Bisognerà sicuramente fare meglio, soprattutto considerando che l’Ambrì è invece la miglior squadra della lega nel costringere gli avversari al fallo (ben 74 opportunità di powerplay sinora, ma soli 11 gol).

Migliorare in questo senso passerà anche dalla verve individuale, visto che ci sono diversi giocatori in difficoltà in termini realizzativi. Importante aver visto Kubalik tornare a segnare (dopo sei partite senza reti), ma tanti altri elementi stanno vivendo una crisi importante.

Pestoni ha segnato un gol nelle ultime 12 partite, Heim non segna da dieci incontri, Zwerger ha segnato l’ultima volta il 20 settembre, mentre Bürgler ha firmato una sola rete nelle passate otto uscite. C’è insomma da sperare che alcuni di questi giocatori entrino in una fase calda, magari sulla scia di un Maillet in ripresa (due gol e cinque punti nelle ultime cinque partite) oppure di un DiDomenico sempre più sul pezzo (cinque punti nelle ultime quattro).

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