Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
“Noi siamo piccoli, ma cresceremo”
Inizia così la famosa filastrocca per bambini che tutti abbiamo sicuramente già canticchiato, e che è ritornata alla mente quando coach Luca Cereda ha ribadito come il suo Ambrì sia la squadra più piccola del campionato.
Acquisire questa consapevolezza dovrebbe permettere al gruppo di presentarsi sul ghiaccio con il giusto spirito battagliero anche contro gli avversari sulla carta meno attrezzati, argomento questo tornato d’attualità dopo la sconfitta di domenica contro il Langnau.
I biancoblù hanno infatti concesso sinora rispettivamente cinque punti al Langnau e sei al Rapperswil, mentre hanno strappato delle belle vittorie contro Davos, Ginevra Servette oppure ZSC Lions. Insomma, come dice la filastrocca c’è tutto il potenziale per crescere, ma nel frattempo “noi siamo piccoli, ma dateci del lei”.
Cori in famiglia
Nell’ultima partita giocata prima dell’ulteriore giro di vite alle restrizioni dovute alla pandemia, i tifosi biancoblù sorteggiati per assistere alla vittoria contro il Davos hanno potuto tornare a cantare La Montanara, intonata a gran voce al termine della partita.
Un bel momento, ma che ha anche riportato alla mente una delle limitazioni attualmente in vigore e che cataloga come “attività proibite” prove e concerti di cori. Ma in fondo nel caso dell’Ambrì Piotta non dovrebbero esserci problemi, visto che tutto si è svolto nell’intimità della grande famiglia biancoblù!
C’è sempre una prima volta
Nella partita di martedì contro il Davos i biancoblù hanno trovato nuovamente la via del gol per ben sei volte, e sul tabellino sono finiti diversi giocatori che sino a quel punto avevano evidenziato più di una difficoltà nell’essere concreti.
Kneubuehler, Rohrbach e Isacco Dotti avevano tutti segnato la loro prima rete stagionale, e per il difensore quello contro i grigionesi aveva rappresentato anche il primo punto del campionato. Kostner ha inoltre firmato il suo primo assist, mentre lo stesso Dotti e Pinana avevano incassato la prima penalità del torneo.
E ancora, Zwerger aveva ottenuto il primo gol in shorthand, mentre il risultato di 6-2 ha rappresentato una primizia assoluta negli scontri tra Ambrì Piotta e Davos alla Valascia. Beh, non male per una sola partita!
Non uno sprint, ma una maratona
Ha ancora tanta strada da fare il difensore Karim Del Ponte, ma il debutto di domenica se lo ricorderà sicuramente per un pezzo. Il 22enne, che quando veste la maglia dei Rockets ricopre un ruolo importante, è stato convocato dopo la bandiera bianca alzata da Fohrler e nel match contro il Langnau ha effettuato i suoi primi cambi nella massima lega.
Un test non facile per il fratello di Ajla Del Ponte, sul ghiaccio per 3’36 e che al termine del match ha ricevuto gli incoraggiamenti di Luca Cereda, che ha sottolineato come la strada presa sia quella giusta, ma ancora lunga prima di arrivare ad avere un ruolo stabile in NLA.
Insomma, l’istinto di famiglia è probabilmente quella di dare tutto in uno sprint, ma nel caso di Karim il percorso assomiglia più ad una maratona, in cui sarà la costanza e la perseveranza nel lavoro a portare ai risultati desiderati.
Piccone, pala e lavoro sporco
Nel pomeriggio di domenica l’Ambrì ha scagliato ben 48 tiri verso Punnenovs, ma i grandi pericoli corsi del portiere lettone non sono poi stati molti. Il problema principale non lo ha rappresentato la qualità delle conclusioni, ma piuttosto la volontà di “fare a sportellate” nello slot per sfruttare rebound e dischi vaganti a risultato delle tante conclusioni sporche arrivate da lontano.
Nell’occasione non sono infatti stati nemmeno un terzo i tiri effettuati dallo slot, con ben il 68% delle conclusioni fatte partire da lontano oppure da posizione molto defilata.
Ha dunque ragione Cereda quando parla di utilizzare maggiormente “piccone e pala”, soprattutto ricordando che l’Ambrì rimane la squadra che tira e trova i propri gol dalla distanza maggiore di tutte!