Social Media HSHS

Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: pancia piena, volevo essere un centro, focus e crocevia, niente cose a metà

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Pancia piena

“L’appetito vien mangiando”, dice il proverbio, ma questo non sembra essere il caso dell’Ambrì Piotta. O perlomeno non ancora, visto che dopo aver battuto due squadre di alta classifica come Friborgo e Davos, i leventinesi hanno completamente bucato la sfida contro il più abbordabile Rapperswil, presentandosi in pista senza il giusto atteggiamento.

D’altronde Eric Landry non lo ha nascosto: la sua squadra è nel pieno di una fase di apprendimento da questo punto di vista, e non basta una classifica più corta che mai per mantenere sempre alta la tensione.

Dopo Davos il gruppo ha infatti provato un sentimento di appagamento – emozione comprensibile ma anche molto pericolosa – e nell’esercizio di avere la memoria corta l’Ambrì mostra ancora qualche difetto. Ottenere buoni risultati dovrebbe aumentare l’appetito, mentre troppo spesso si è vista una squadra dalla pancia piena dopo i primi segnali positivi.

L’aspetto incoraggiante? È praticamente sempre valso anche l’inverso, e le reazioni non si sono fatte attendere. Martedì a Zurigo ci si aspetta dunque un messaggio nella giusta direzione.

2. Focus sulla difesa

Lo si era già ribadito in passato, e di fatto nemmeno con il cambio di staff in panchina si sono viste differenze sostanziali. L’Ambrì Piotta rimane la squadra che concede più reti a 5-contro-5, ben 73 dall’inizio della stagione (otto in più dell’Ajoie), e anche restringendo l’analisi alle 14 partite con Landry alla guida i biancoblù restano il team che ha subito più gol a parità numerica (39).

Anche in questo caso i leventinesi si confermano una squadra molto “umorale”, con serate che vanno particolarmente male ed altre in cui invece si percepisce una buona solidità davanti ai portieri. Un’immagine chiara di questa tendenza la danno Chris DiDomenico e Tim Heed, che hanno i peggiori bilanci dell’intera lega (rispettivamente -18 e -15) e alternano serate brillanti – come quella di Davos per il canadese, autore di diversi assist di livello – ai regali offerti al Rapperswil sabato sera.

L’Ambrì Piotta concede in media 3.2 reti a parità numerica ogni 60 minuti di gioco ed è, dopo l’Ajoie, la squadra che permette più tentativi di tiro agli avversari. Un altro elemento da tenere in considerazione è quello dei portieri, i peggiori della lega a 5-contro-5 con appena l’89.5% di interventi.

3. Nessun compromesso

(PostFinance/KEYSTONE/Juergen Staiger)

Un anno fa, a questo punto della stagione, si stava delineando una tendenza molto chiara. L’Ambrì Piotta avanzava nel suo campionato racimolando punticini qua e là, con tantissime partite terminate oltre i tempi regolamentari, fino a stabilire il record assoluto di overtime giocati: ben 23.

Oggi non si potrebbe essere più lontani da quella cifra. L’Ambrì è infatti la squadra nell’intera lega ad aver disputato meno OT, con una sola partita andata oltre i tempi regolamentari. Tra le squadre coinvolte nella lotta play-in i leventinesi sono così quella con più vittorie piene (10 in totale) ma anche quella con più sconfitte da zero punti (15), superata solo dall’Ajoie.

Molto interessanti, in questo senso, i dati evidenziati da Fernando Lavezzo sabato sul Corriere del Ticino, che mettono in luce una differenza netta tra l’Ambrì di Cereda e quello attuale di Landry.

Dal 9 settembre al 5 ottobre i biancoblù avevano disputato 10 partite rimaste in bilico fino ai minuti finali, perdendone otto. Con il canadese in panchina, invece, l’esito dei momenti chiave è cambiato radicalmente, con sette vittorie arrivate dalle nove partite giocate sul filo sino all’ultimo.

4. Volevo essere un centro

Sin qui la stagione di Tommaso De Luca non è stata entusiasmante. Anzi, prima dell’ultima settimana non aveva praticamente mai avuto un ruolo definito, venendo schierato con tanti compagni diversi e con un impatto che per molte partite si è fatto attendere.

Forse però per lui è arrivato un momento di svolta. Con lo spostamento nella sua posizione ideale – quella di centro – e soprattutto in un blocco con Zwerger e DiDomenico in cui potrà prendersi diverse responsabilità, la seconda parte di stagione per il 20enne italiano potrebbe rappresentare un’occasione importante per mostrare il suo valore e conquistarsi un ruolo sin qui solo tratteggiato.

Con Tierney che, ormai, sembra non poter dare più di quanto mostrato finora, e con l’infortunio di Heim che nelle prossime partite toglierà un altro centro dall’organico, De Luca avrà l’opportunità di mettere in evidenza le sue qualità. Qualcosa di positivo si è già visto nelle ultime uscite, con quattro assist a Davos e uno contro il Rapperswil, tutti in seconda, ma comunque frutto di buone prestazioni.

5. Si arriva a un crocevia

Ancora cinque partite, e poi il contratto attuale di Alex Formenton arriverà a scadenza. L’accordo prevede un’opzione di rinnovo sino al termine della stagione, e l’Ambrì sarà dunque chiamato a breve a prendere una decisione sul proprio futuro con il canadese.

Le considerazioni, paradossalmente, potrebbero non basarsi principalmente sulle prestazioni sul ghiaccio – evanescenti e statisticamente poco produttive – ma piuttosto sulle potenzialità del giocatore, che sappiamo avere i numeri per dominare la scena in National League.

Bisogna però anche prepararsi all’eventualità che Formenton – rimasto fermo per oltre un anno dopo aver saltato l’intera passata stagione – in questo campionato non riesca a tornare al meglio, e dunque un’eventuale nuova scommessa su di lui potrebbe essere ragionata già in ottica delle prossime stagioni.

Ci sono insomma molti interrogativi sul tavolo, non da ultimo la volontà dello stesso canadese di restare anche in futuro in un Ambrì non più guidato da Paolo Duca, con cui aveva instaurato un rapporto importante. Per entrambi, giocatore e club, si sta insomma avvicinando un vero crocevia.

Click to comment

Altri articoli in Ambrì Piotta