Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. La fortuna aiuta gli audaci
L’Ambrì Piotta è uscito dalla PostFinance Arena con un punto prezioso, conquistato grazie alla rete del pareggio di André Heim al 58’23 quando i biancoblù avevano richiamato in panchina Janne Juvonen. La mossa di togliere il portiere si è dunque rivelata vincente, ed è interessante andare a scoprire qualche statistica in questo senso.
Come riferiscono infatti in numeri di NLIcedata.com, quando si ritrova in svantaggio di una rete Cereda in media richiama il suo portiere a 84 secondi dalla terza sirena, questo calcolando tutte le circostanze dal suo arrivo sulla panchina dell’Ambrì. La tendenza in tutto il mondo dell’hockey è però al rialzo, con i coach che osano di più e mandano sul ghiaccio sei uomini di movimento prima rispetto al passato.
Nell’attuale campionato Cereda ha ricorso a questa mossa in tre circostanze, con un anticipo medio di 113 secondi sull’ultima sirena. In generale in National League si è passati dai 64 secondi di media della stagione 2016/17 ai 110 secondi dell’attuale torneo, con una tendenza in continuo aumento. Ed il successo di questa mossa? Anch’esso in (logico) aumento, dal 7.7% di efficacia nel 2016/17 al 10.5% di questo campionato.
Con Cereda in generale l’Ambrì Piotta ha tentato la mossa di togliere il portiere in 94 occasioni dal 2017 ad oggi, con sei reti segnate e 43 subite a porta sguarnita.
2. “On the road again…”
“… just can’t wait to get on the road again”. Cantava così il leggendario cantante country Willie Nelson, e non sarebbe fuori luogo per l’Ambrì Piotta mettere in sottofondo sul bus questa canzone durante le varie trasferte.
I biancoblù sono infatti tra le migliori squadre della lega lontano da casa, con una media di 1.857 punti conquistati sull’arco di sette partite, numero uguale a quello del Ginevra ed inferiore solamente al dato fatto registrare dal Bienne (2.20).
Proprio i seeläander sono stati gli unici a rispedire in Leventina a mani vuote la squadra di Cereda, mentre in tutte le altre circostanze l’Ambrì ha ottenuto dei risultati utili, con sei vittorie e la sconfitta solo all’overtime a Berna.
In tutto questo spicca la fase offensiva, con l’Ambrì che ha il miglior attacco della lega con 24 gol segnati in trasferta. L’altro lato della medaglia sono le partite alla Gottardo Arena, che hanno portato a 1.375 punti di media (11esimo posto).
3. Il gioco delle sedie
È stata una dinamica non di poco conto quella che si è sviluppata nell’ultima settimana, con coach Luca Cereda che ha deciso di lasciare due volte in sovrannumero Nick Shore per schierare al centro Filip Chlapik.
La mossa non è naturalmente una bocciatura per l’americano e rientra nelle possibilità di un lineup con molte carte da giocare, e che deve fare i conti con le decisioni conseguenti allo schieramento di un portiere straniero. Quanto successo è comunque significativo, da una parte perché ha permesso di vedere Chlapik per la prima volta nel mezzo (con due buone prestazioni, specialmente quella di Losanna), e dall’altra perché lancia la sfida ad uno Shore sinora non malvagio ma sicuramente sotto le aspettative.
Importante ricordare come Shore abbia mancato una parte significativa della preparazione per un infortunio al costato, e questo a livello di forma e intensità presenta per forza un prezzo da pagare (vedasi anche la situazione di Zwerger).
Ad ogni partita i biancoblù vogliono però logicamente mandare in pista il lineup migliore per provare a vincere, e Shore – solo tre punti primari di cui due gol, e 44.76% agli ingaggi – nel gioco delle sedie tra gli stranieri dovrà mettere una marcia in più per non restare escluso. Tra le sue qualità non c’è infatti quella della versatilità di posizione – può essere schierato solo al centro – ed ora c’è un concorrente in più.
4. A pieni polmoni
È spiccata nel weekend la prestazione di Tim Heed alla PostFinance Arena, dove lo svedese è stato impiegato per oltre 28 minuti, quasi sei in più del compagno finlandese Jesse Virtanen. Statistiche alla mano, i due difensori biancoblù sono tra i giocatori più utilizzati di tutta la lega con rispettivamente 24’21 e 23’28 minuti passati sul ghiaccio ad incontro, media inferiore solamente a quella del “solito” Henrik Tömmernes con 25’26.
I due si evidenziano in una classifica del TOI che non vede altri leventinesi per tantissime posizioni, con Burren solamente in 72esima (18’00) ed il primo attaccante Heim al 79esimo rango (17’50).
Heed e Virtanen sono anche i giocatori più sollecitati in assoluto da Luca Cereda dal 2017 ad oggi. Alle loro spalle troviamo Michael Fora nella stagione 2020/21 con 21’11 ad incontro, seguito da Hietanen in quella passata con 21’03.
Nel periodo 2017-2020 era invece stato Nick Plastino il punto di riferimento con quasi 21 minuti a partita, mentre per trovare il primo attaccante dobbiamo fare riferimento a Matt D’Agostini in formato 2019/20 con 20’21.
5. Ma da dove vengono questi “expected points”?
Anche la National League sta diventando sempre più analitica con statistiche avanzate che non interessano solamente gli addetti ai lavori, ma che vengono spesso citate anche dai media e richiamano così l’attenzione dei tifosi.
Ad esempio sabato l’Ambrì ha strappato un punto a Berna nonostante gli orsi avessero quasi 5 expected goals con i soli 2.5 dei leventinesi. La classifica parla invece di 1.60 punti ottenuti a partita, contro gli appena 1.17 attesi dopo le prestazioni fornite, e le proiezioni per fine stagione piazzano i leventinesi al decimo posto. Ma cosa significa tutto questo?
Abbiamo girato la domanda agli analisti di NLIcedata.com, che ci hanno spiegato come vengono calcolati gli xG, i conseguenti risultati teorici delle partite e poi di riflesso gli xPTS.
Il lavoro parte dai dati forniti dalla lega, a cui viene applicato un modello matematico per ogni singolo tiro effettuato dalle squadre. Ad ogni conclusione viene assegnato un valore in rapporto alla sua pericolosità di trasformarsi in gol, e che può variare secondo tanti parametri: distanza, angolatura, lato da cui arriva il tiro, rebound, contropiede, situazioni speciali ed altro ancora, ed inoltre i tiri fatti dalla squadra in casa valgono leggermente di più rispetto a quelli dei giocatori in trasferta.
Partendo da questi dati ogni partita viene simulata 10’000 volte, con conseguenti 10’000 risultati finali. Si arriva così alla probabilità di ogni squadra di vincere quella partita, e di conseguenza vengono spartiti i punti in palio. Se ad esempio una squadra ha il 66% di probabilità di successo riceverà due punti, mentre l’altra otterrà quello rimanente.
Questa non è naturalmente una scienza perfetta, perché rimane una componente di imprevedibilità sulla singola partita che la matematica non può tenere in conto. Sul lungo periodo i dati tendono però a trovare la conferma nella realtà, ed infatti stiamo vedendo in questo periodo un assestamento dei risultati dell’Ambrì Piotta, nonostante prestazioni non molto differenti da quelle di inizio stagione.