Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Usato insicuro
Nelle ultime due stagioni la linea formata da Bürgler–Heim–Kneubuehler era stata una delle certezze nel lineup di Cereda, tanto che il terzetto era quello a mostrare la chimica maggiore e tutti i tre giocatori avevano saputo trovare un buon successo. Al momento però le cose non funzionano così bene.
Recentemente lo staff è tornato ad unire i tre attaccanti in quattro delle ultime cinque partite disputate, dopo che già nel mese di novembre il trio era stato immediatamente ricomposto al rientro di Heim dagli Stati Uniti, ma la linea non è mai ritornata a funzionare come in passato.
A 5-contro-5 il blocco ha infatti segnato solamente quattro gol nell’intera stagione, mentre ne erano arrivati 12 in quella passata e ben 21 nell’annata 2021/22. I tre in questo campionato hanno ovviamente giocato meno tempo assieme, e sicuramente non ha aiutato il fatto che a livello individuale ognuno ha vissuto delle fasi di flessione, ma ad oggi nel lineup leventinese manca una combinazione a cui potersi affidare ad occhi chiusi.
2. Speciali a metà
Nonostante le varie difficoltà che sta incontrando l’Ambrì Piotta in questo inizio di 2024, c’è un aspetto del gioco che continua ad essere produttivo, ovvero il powerplay. Le quattro reti dell’ultimo weekend sono infatti arrivate tutte in situazioni di superiorità numerica, anche se praticamente in tre circostanze – le due in casa e quella di Bürgler in trasferta – non propriamente al termine di tipiche azioni di powerplay.
I numeri parlano comunque di un Ambrì che vanta il quarto miglior powerplay dietro a Friborgo, ZSC Lions e Ginevra, con un ottimo 23% di efficacia. Importante inoltre che i leventinesi siano quarti anche per chance di superiorità create, con una media di 2.23 ad incontro.
Meno “speciale” invece il boxplay, solamente 11esimo con il 77% di riuscita e vero tallone d’Achille di questa fase di stagione. Nelle sette partite giocate nel 2024 l’Ambrì ha infatti concesso nove gol in boxplay, ed è stata inoltre la squadra a concedere il maggior numero di opportunità di powerplay agli avversari (30).
C’è insomma un chiaro aspetto su cui lavorare, anche considerando le caratteristiche di un lineup che nel penalty killing dovrebbe trovare uno dei suoi punti di forza.
3. Lo specialista
Dario Bürgler è solamente l’ottavo giocatore più impiegato in powerplay dell’Ambrì Piotta con 2’22 minuti di media a partita, ma questo non gli sta impedendo di confermarsi un vero specialista quando si tratta di andare a segno in superiorità numerica.
Sabato a Bienne non ci ha pensato due volte nello sfruttare un fortunato “assist” arrivato con un tocco involontario di un arbitro, e con un bel tiro ha messo a segno il suo settimo gol in powerplay della stagione. Solamente Daniel Carr in tutta la lega ne ha ottenuti di più (dieci).
E non si tratta di un caso. Da quando è arrivato in Leventina l’attaccante è infatti stato costantemente tra i più letali in powerplay. Dalla stagione 2021/22 ad oggi è infatti stato il miglior giocatore svizzero in powerplay con un totale di 18 gol (in concomitanza con Andrighetto), ed in termini di punti primari è stato il miglior svizzero in assoluto con 34.
Bürgler ha questo primato pure considerando gli attaccanti stranieri, visto che solamente due difensori – Gunderson e Tömmernes – hanno fatto meglio con rispettivamente 39 e 36 punti primari.
4. Preda o cacciatore?
Sta arrivando ai suoi momenti decisivi la regular season, che per l’Ambrì Piotta significa dover difendere un posto nei play-in nelle ultime 13 partite in calendario, ed un inizio di 2024 in cui sono arrivati solamente tre punti in sette partite impone ora ai biancoblù di aumentare il loro senso d’urgenza.
Questo vale sia guardando verso l’alto della classifica, che alle proprie spalle. Il Langnau è ancora a cinque punti di distanza, ma nel caso in cui dovesse battere l’Ajoie martedì il vantaggio sarebbe appena di due punti, ed anche considerando la differenza di partite disputate – a quel punto i Tigers ne avranno giocate due in più – psicologicamente il fiato sul collo un po’ si inizierà a sentirlo.
L’Ambrì ha però tutto nelle sue mani, e dovrà dare il massimo per non trasformarsi nella preda dei Tigers, ma bensì adottare quell’atteggiamento di chi vuole essere il cacciatore delle squadre che lo precedono in classifica, tutte ancora raggiungibili anche se in ben altro stato di forma rispetto ai leventinesi.
Il calendario nell’immediato parla di due sfide impegnative contro Lugano e Zugo, seguito poi da quelle delicatissime con Ajoie e Langnau. I biancoblù sono sicuramente più attrezzati dei Tigers, le cui possibilità di arrivare nelle prime dieci posizioni sono solamente al 2.7% nelle proiezioni di NLIcedata.com, ma questo andrà dimostrato sul ghiaccio.
Se la squadra ha davvero più carattere di un anno fa, saprà passare da preda a cacciatore.
5. Una via già tracciata
In attesa di conoscere l’entità dell’infortunio che ha fermato Benjamin Conz nella sfida della Tissot Arena, sembra ancora più chiaro che per il finale di stagione sarà Janne Juvonen a dover sostenere la squadra. Il finlandese è d’altronde abituato ad un alto ritmo di impegni.
Negli ultimi due mesi – ovvero dal match del 25 novembre – Juvonen ha infatti iniziato da titolare 13 delle 16 partite giocate dall’Ambrì Piotta, risultando così il terzo portiere più impiegato (791 minuti) alle spalle di Säteri (837) e Reideborn (910).
L’impiego di Conz è di conseguenza stato poco frequente, tanto che dal 25 novembre ad oggi solamente in un’occasione ha giocato una partita intera. Nelle altre due circostanze in cui ha iniziato tra i pali è stato sostituito a partita in corso (2 gennaio) oppure si è infortunato (20 gennaio). Nelle ultime 16 partite dell’Ambrì ha dunque visto solo 124 minuti di gioco.
Nonostante sei stranieri di movimento a disposizione ed i buoni numeri di Conz nell’avvio di stagione – 92.73% di interventi e 2.2 GAA sino al 28 novembre, momento in cui si è interrotto il suo regolare impiego – lo staff sembra dunque aver preso da tempo una decisione precisa sul ruolo di titolare.
Per la fase più calda – complice anche un Dauphin poco convincente – l’impostazione pare dunque tracciata.