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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: la base degli errori, gol mancanti e obiettivi, Juvonen ci vede lungo

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. L’errore alla base degli errori

Nelle ultime partite l’Ambrì Piotta ha pagato a caro prezzo alcuni errori evitabili, come la recente penalità di Wüthrich costata la partita di Berna, oppure il disco perso in uscita dal terzo da De Luca qualche match fa contro il Davos. Interrogato sulle questioni coach Luca Cereda non si è però concentrato strettamente sugli episodi, bensì su un altro aspetto: i cambi lunghi.

“Quello che mi dà più fastidio sono i cambi a volte un po’ troppo lunghi. Questo è un aspetto che dovremo correggere”, aveva commentato alla PostFinance Arena interrogato sulla penalità di Wüthrich, mentre tornando sul disco perso da De Luca aveva affermato che “in quell’occasione è stato un po’ sfortunato, anche se ha sbagliato a non chiedere il cambio un po’ prima”.

Guardando ai numeri relativi ai cambi più lunghi troviamo effettivamente tre biancoblù nella Top 20 di legaZündel con 58 secondi a cambio, Heed con 51 e Spacek con 49 – numero che sale a 8 se consideriamo la Top 40. Un dato non così esagerato, ma che acquisisce significato se lo incrociamo con quello del TOI medio, che tra i biancoblù vede solamente Heed, Virtanen e Dauphin tra i primi 65 giocatori più impiegati nell’intera lega. Da questo si evince che i cambi sono dunque effettivamente più prolungati rispetto alla media.

Si può dunque fare dei passi avanti nella lettura del gioco e delle situazioni, per andare al cambio con miglior tempismo risparmiando così qualche energia, che altrimenti si finisce per pagare in lucidità.

2. Il potenziale per qualche gol in più

L’attacco dell’Ambrì Piotta si è sin qui comportato sicuramente bene. Con 32 reti segnate ed una media di 3.2 ad incontro i biancoblù viaggiano con numeri superiori alla media di lega. Praticamente un terzo di questi gol – 11 in totale, nessuno ne ha segnati così tanti – sono però stati ottenuti in powerplay, mentre a parità numerica la media scende a 1.9.

Viene a galla in questo senso una certa mancanza di secondary scoring, visto che il bottom six è riuscito sin qui a segnare solamente due gol a 5-contro-5. Kostner (che poi ha trovato anche due gol in powerplay) ed Eggenberger i marcatori, mentre sono ancora a secco i vari Landry, De Luca, Brüschweiler ed il terzetto che compone la quarta linea.

Da questi giocatori si avrà insomma bisogno qualche rete in più a cadenza regolare, così da dare un po’ di respiro ad un top six che sinora ha fatto bene. Con il ritorno imminente di Zwerger, chissà che la situazione non possa migliorare.

3. In linea con l’obiettivo

(NLIcedata.com)

Con dieci partite giocate le statistiche hanno ancora un significato limitato, ma è anche vero che iniziare bene è fondamentale e nel giro di un mese si è già giocato il 20% della regular season. Diamo dunque un’occhiata ai tanto “amati/odiati” expected points, che ci fanno capire come il positivo avvio dell’Ambrì Piotta sia in linea anche con il gioco espresso.

La squadra di Cereda ha infatti ottenuto 1.40 punti ad incontro, che confermano di fatto gli 1.38 expected points indicati dalle statistiche avanzate di NLIcedata. A differenza di un anno fa la squadra non sta dunque ottenendo più di quanto semina, ma sostiene con il gioco i suoi risultati, anche se il dato del PDO (103%) deve tenere sull’attenti.

Se si proiettano questi numeri sull’intero campionato, e se li confrontiamo con quelli delle altre squadre, ritroviamo un Ambrì Piotta che potenzialmente terminerebbe al decimo posto ottenendo dunque l’accesso ai play-in. Un risultato su cui molti metterebbero subito la firma.

 4. Juvonen ci vede lungo

Il grande pilastro su cui si è bastato l’inizio di stagione dei biancoblù è stato il portiere Janne Juvonen, che anche nell’ultima settimana ha sfoderato delle ottime prestazioni. Guardando alle statistiche il finlandese ha dei numeri solo nella media, ma se si va più a fondo nell’analisi ci si accorge di come Juvonen sia per alcuni versi intrattabile.

Andando infatti a considerare la posizione da cui ha incassato le reti a parità numerica ci si accorge che Juvonen è stato battuto solamente da tiri ravvicinati, con gli avversari che sono dunque riusciti a batterlo solamente da pochi passi.

La distanza media da cui ha incassato reti è infatti stata di 4.96 metri, cifra che rappresenta il numero più basso dell’intera lega. L’unico portiere sulla stessa linea è stato Metsola (pure lui con gol subiti in media a 4.96 metri), mentre tutti gli altri portieri sono stati battuti da distanza maggiore.

Si passa dai 9.54 metri di Boltshauser, per passare a 7.34 per Nyffeler oppure 7.08 di Hollenstein e Hughes, mentre il bianconero Koskinen è stato battuto in media da 5.09 metri. Il dato di Conz è invece di 7.39 metri.

È dunque possibile battere Juvonen, ma per farlo è necessario scardinare lo slot leventinese. Se l’Ambrì riuscirà ad essere ancora più ermetico nel settore, la difesa potrebbe fare un ulteriore passo avanti.

(NLIcedata.com)

5. Una vera ripartenza

Tra gli aspetti maggiormente positivi di questo avvio di stagione ci sono sicuramente le prestazioni di Rocco Pezzullo. Il giovane, dopo aver vissuto alcuni anni sfortunati e tra alti e bassi, sta di fatto lanciando la sua carriera in queste settimane e le prestazioni stanno dando ragione ad uno staff tecnico che ha da subito mostrato grande fiducia in lui.

Con una media di quasi 14 minuti a partita a parità numerica è infatti il secondo difensore più impiegato dell’intera lega tra chi ha al massimo 22 anni, con solamente Guggenheim che ha visto più ghiaccio di lui. Considerando anche gli special teams Pezzullo rimane comunque nella Top 3 con 15’23 (superato da Baragano).

Le sue prestazioni sono inoltre state molto buone, generalmente senza gravi errori e con un gioco che denota personalità e sicurezza, ingredienti questi che non era facile riacquisire dopo le varie commozioni cerebrali del recente passato. Nelle ultime uscite si è fatto apprezzare ad esempio per la bella chiusura su Brunner a Bienne, ma anche per tante piccole cose che stanno confermando la sua crescita.

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