Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Ingranare la prima
Spacek e Lilja sono attualmente i due migliori marcatori dell’Ambrì Piotta con 15 e 13 punti, mentre Inti Pestoni è al quinto posto con nove punti, ma il terzetto che compone la prima linea ultimamente sta incontrando varie difficoltà nel lasciare il segno a 5-contro-5.
Nelle ultime otto partite – ovvero in seguito alla rimonta casalinga sul Losanna – il terzetto ha infatti trovato solamente due gol a parità numerica, entrambi firmati dai due stranieri mentre il ticinese non ha più trovato la via della rete. Spacek ha tenuto alta la sua media punti ottenendo a parità numerica anche quattro assist di prima – in maniera curiosa tutti in favore di gol segnati da difensori – ma è chiaro che a livello realizzativo bisognerà dare un contributo più sostanzioso.
Questo pensando anche al powerplay, che dopo un inizio dalla grande efficacia sta iniziando ad essere disinnescato meglio dagli avversari. Nelle ultime tre partite è arrivato un solo gol su 11 opportunità in superiorità (9% di riuscita), una scossa d’assestamento attesa dopo lo stratosferico 35.14% (che ha prodotto 13 gol) delle prime 11 partite.
2. Un episodio tutto sbagliato
La brutta carica di Dauphin ai danni di Moy è stato purtroppo uno degli episodi più discussi del weekend, ed alla fine il biancoblù ha rimediato quattro partite di squalifica. Riguardando il video dell’episodio la decisione appare blanda, ma il canadese ha visto la sua pena ridotta dal fatto che l’intervento è rientrato nella Categoria II, e non nella III che avrebbe comportato un minimo di cinque partite.
Uno degli aspetti rilevanti – e per fortuna, pensando alla salute di Moy – è stato il fatto che il colpo di bastone è finito per andare ad impattare sulla spalla, e non sul collo dell’avversario.
“Dauphin ha fatto praticamente tutto ciò che poteva sbagliare”, si legge nel rapporto. “L’intervento è avvenuto ad una distanza pericolosa dalla balaustra, saltando e con il bastone tenuto di traverso. Si pone dunque la questione se non sia necessario categorizzare la carica nella Categoria III”.
In favore di Dauphin è andato anche il fatto di aver ammesso immediatamente di essersi lasciato trasportare dalle emozioni, e l’aver assicurato che una cosa del genere non si ripeterà. Il canadese è inoltre un giocatore corretto che in carriera non è mai stato sospeso, e si è dichiarato sinceramente pentito e contento che Moy abbia potuto continuare a giocare.
Nel rapporto si legge però anche che “probabilmente è solo per un colpo di fortuna che Moy non si è ferito in quell’azione. Non vogliamo vedere azioni con questo genere di frustazione, o con atti kamikaze”. Chissà che allora non sia arrivato il momento di dire davvero basta, iniziando ad introdurre delle sospensioni più severe per interventi che mettono in pericolo i giocatori. Kostner, De Luca e Lilja nello stesso weekend hanno pure loro subito dei colpi potenzialmente molto pericolosi.
“Si ritiene che un totale di quattro partite di sospensione siano appropriate per l’infrazione”, si legge al termine del rapporto. Siamo sicuri?
3. Siamo tutti d’accordo
Sul punto precedente si è espresso anche il bianconero Daniel Carr, a cui dopo la vittoria casalinga contro il Friborgo è stato chiesto dal collega Stefano Sala cosa pensasse degli episodi oltre limite che si sono visti negli ultimi giorni.
“Conosco Dauphin, avevamo giocato assieme a Milwaukee, e penso sia stato un intervento molto atipico per lui. Semplicemente non si può fare una carica del genere, in questi casi si parla della sicurezza dei giocatori. Essere in pista è per tutti il nostro lavoro… Tanti ragazzi hanno una famiglia, un mutuo da pagare e cose del genere. Questo bisogna sempre tenerlo a mente. Nel caso di Laurent quanto successo è davvero lontano dal suo carattere, ma per tali interventi non c’è posto nel nostro sport, e sicuramente anche lui direbbe la stessa cosa”.
Se da un lato si risolleva la tematica della severità di multe e squalifiche, dall’altro Carr individua anche nell’abbandono delle bagarre e del fatto che la figura dell’enfocer sia oramai andata in disuso, come la mancanza di valvole di sfogo importanti.
“Ovviamente se sai che dopo un comportamento del genere arriva qualcuno che ti spacca la faccia, le cose sarebbero diverse. Personalmente sostengo molto l’idea di regolare i conti con una bagarre, perché è un aspetto del gioco che davvero può proteggerci dall’avere infortuni molto seri. In questo senso ho molto rispetto per Nyffeler, che non ci ha pensato due volte nell’andare ad aiutare il suo compagno”.
4. Equilibrio autunnale
Nei suoi alti e bassi, l’Ambrì Piotta viaggia senza perdere velocità di crociera. Per arrivare a raggiungere i play-in l’ingrediente principale è infatti quello della regolarità dei risultati, evitando soprattutto quella serie di diverse sconfitte consecutive che aveva caratterizzato gli scorsi autunni, e che poi avevano complicato oltremodo il resto del campionato.
In questo senso i leventinesi hanno trovato un equilibrio davvero interessante, sia all’interno delle partite – non perdendo praticamente mai il contatto con gli avversari – e nemmeno tra una sfida e l’altra. La squadra di Cereda sin qui non ha infatti mai perso più di due partite di fila, e d’altro canto la propria “winning streak” non è mai andata oltre le due vittorie, ma va benissimo così.
Non ci sono insomma motivi di esaltarsi ma nemmeno di deprimersi, e semplicemente si sta facendo proprio il sacro concetto del “prendiamo una partita alla volta”. E ci vorrà anche un po’ di pazienza, perché l’Ambrì dalla scorsa stagione a questa ha cambiato molto, e nelle ultime settimane si sono aggiunte ulteriori novità.
Se continuerà così i modelli di NLIcedata.com prevedono un Ambrì al nono posto con un bottino di finale di 76 punti, dieci in più rispetto allo scorso anno. Quelli sono i punti attesi, ma il lavoro vero è quello che si fa sul ghiaccio, dove l’equilibrio è l’ingrediente più importante.
5. Sicurezza nascosta
Che Janne Juvonen rappresenti anche quest’anno un pilastro dell’Ambrì Piotta non ci sono dubbi, ma tra chi sta vivendo un ottimo inizio di stagione c’è anche Benjamin Conz che, un po’ in sordina, sta facendo registrare davvero dei numeri eccellenti.
La sua ultima apparizione è stata quella di Rapperswil, dove i sangallesi lo hanno battuto solo con un tiro un po’ fortunato di Connolly e poi in seguito al pasticcio difensivo sul gol decisivo, ma anche in quella circostanza il giurassiano aveva giocato una buona partita.
Sin qui lo abbiamo visto schierato solamente in cinque occasioni – quattro da titolare – ma la sua percentuale di interventi è la quarta della lega con il 93.24% di riuscita, per una buona media di 2.23 reti incassate ad incontro. Il suo dato di GSAA (goal evitati in rapporto alla media di lega) è inoltre a quota 3, un buon numero considerato l’impiego più contenuto rispetto a chi guida la classifica.
Con sei stranieri di movimento a disposizione, e con un calendario che parla di 6 partite da affrontare nei prossimi 12 giorni, l’Ambrì ha insomma una solida arma in più da utilizzare.