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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: gruppo e stimoli, cecchino finlandese, passo atteso, autunni di una volta

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Squadra che vince, si cambia

Non è una novità vedere coach Luca Cereda mischiare spesso le sue linee, ma la situazione è decisamente diversa rispetto ad un anno fa. Nella passata stagione lo staff era infatti alle prese con ogni tipo di esperimento per cercare di far finalmente ingranare il gruppo, mentre oggi i cambiamenti di partita in partita rappresentano stimoli per trarre costantemente il meglio da una rosa profonda e di qualità.

Sono diversi gli elementi passati dal ruolo di 13esimo attaccante oppure che si sono seduti in tribuna, ricevendo così un messaggio che all’opportunità successiva si è trasformato in una bella reazione sul ghiaccio. Due tra gli esempi più chiari sono quelli rappresentati da De Luca ed Eggenberger, finiti anche in sovrannumero ma protagonisti della recente vittoria nel derby.

Anche chi è sempre stato nel lineup ha inoltre dovuto confrontarsi con dei movimenti. Spacek ha guidato sei ali diverse, Dauphin ben otto, ed anche Kneubuehler ha dovuto lasciare spazio a Formenton nella “canonica” linea con Heim e Bürgler. Il discorso vale insomma per qualsiasi blocco, adattato a dipendenza del momento e a conseguenza del numero di stranieri di movimento impiegati.

“Squadra che vince non si cambia”, si dice. Beh, forse nell’hockey di oggi non è poi così vero.

2. Risultato di gruppo

Il brillante quinto posto in classifica con cui l’Ambrì Piotta ha guadagnato la pausa va oltre le più rosee aspettative, ma non deve intimorire vista la maniera in cui sono arrivati i risultati. I biancoblù non hanno infatti mai subito nettamente il gioco degli avversari, e non sono nemmeno mai stati dipendenti dalla verve realizzativa di pochi elementi.

Anzi, a livello individuale – fatta eccezione in retrovia per Virtanen ed Heed – nessuno sta brillando in maniera costante, ma tra gli alti e bassi dei singoli è stato il lavoro di squadra a produrre i risultati.

La classifica marcatori ci dice infatti che nessun biancoblù è attualmente nella top 10 di lega, ed i due giocatori meglio posizionati – Spacek e Lilja con 17 punti – hanno segnato appena sei gol. L’Ambrì ha però trovato la rete con 20 giocatori diversi (dato che solamente il Lugano condivide!), e nella recente striscia di vittorie il contributo è stato uniforme.

Degli esempi? Spacek non segna da 9 partite, Lilja ha trovato un solo gol nelle ultime 8, e Pestoni prima della sfida di Davos aveva ottenuto una sola rete nelle precedenti 13. Oppure ancora, Zwerger ha segnato sin qui solo una volta, così come Formenton, mentre Bürgler, Heim e Dauphin hanno fatto centro due volte nelle passate 10 uscite.

Una spiegazione? La distribuzione delle reti ha coinvolto in maniera importante anche i difensori, con ben 14 gol da un reparto guidato da un Virtanen capace già di segnare 7 reti. Nessuna difesa nell’intera lega ha dato un contributo offensivo così marcato.

3. Il passo tanto atteso?

In una difesa che durante l’estate ha perso Fischer e Burren, l’Ambrì Piotta ha cercato di trovare “in casa” le soluzioni per l’attuale stagione. Le prestazioni del giovane Terraneo ed il bel rilancio di Pezzullo hanno rappresentato dei fattori importanti sinora, ed anche Wüthrich ed i fratelli Dotti hanno in fondo dato il contributo che ci si poteva attendere.

È restata invece di lettura più complicata la situazione di Tobias Fohrler, questo sino all’ultima settimana. Il 26enne tedesco è infatti reduce dalle sue migliori partite dell’anno, sfruttando in maniera positiva la chance di prendere finalmente posto di fianco a Virtanen, ruolo lasciato vacante da Fischer e che idealmente per caratteristiche sembrava essere nelle sue corde.

Sono ora alcune stagioni che ci si attende da Fohrler il passaggio allo step successivo, e chissà che il “click” non sia avvenuto proprio di recente. La bella rete di Davos è stata la ciliegina sulla torta di una settimana che lo ha visto ottenere il maggior minutaggio dell’intera stagione (oltre 17 di media), bloccare ben 11 tiri e gestire le situazioni di gioco con buona consapevolezza.

 4. Gli autunni di una volta

Rispetto ad un anno fa, il clima in Leventina è decisamente diverso. Nel novembre 2022 i biancoblù erano arrivati alla pausa con alle spalle addirittura otto sconfitte consecutive, ed un decimo posto (24 punti in 21 partite) che dava parecchi pensieri. Oggi Luca Cereda può invece essere contento, perché ha appena vissuto il suo miglior avvio di stagione da allenatore dell’Ambrì Piotta.

Prendendo come riferimento le prime 20 partite della stagione, i biancoblù hanno ottenuto tre vittorie in più, segnando tre reti in più e subendone otto in meno. Ma soprattutto sono arrivati 8 punti in più a risultato di un percorso che non ha mai visto i leventinesi battuti per più di due partite di fila.

Per trovare un avvio di stagione tanto positivo bisogna tornare addirittura alla stagione 2013/14, quando alla transenna c’era Serge Pelletier ed il capitano della squadra era Paolo Duca. In squadra c’erano inoltre Inti Pestoni e Daniele Grassi, gli unici due elementi sul ghiaccio anche nell’Ambrì attuale.

5. Cecchino finlandese

Ha vissuto una prima parte di stagione strepitosa il finlandese Jesse Virtanen, che dopo 19 partite disputate ha già ottenuto addirittura sette gol, dato che lo rende di fatto il miglior realizzatore della squadra (a sette gol troviamo anche Bürgler, ma con una partita giocata in su).

Considerando che non siamo nemmeno a metà stagione, ci sono i presupposti per vedere Virtanen battere il record dei difensori biancoblù. Recentemente abbiamo visto Heed firmare 10 gol nell’ultima stagione, cifra che aveva raggiunto anche Nick Naumenko nel 2007/08 e 2008/09.

Nel 2011/12 si era invece fermato a quota 9 Zdenek Kutlak, mentre Maxim Noreau aveva ottenuto 10 reti nel 2012/13 e 2013/14. Lo stesso numero lo avevano raggiunto Leif Rohlin nel 1998/99 ed Edgar Salis l’annata precedente.

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