Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. “Dimmi quello che devo fare, e io lo faccio”
Si sta dimostrando parecchio versatile il canadese Alex Formenton, che da quando è arrivato in Leventina a metà dicembre è stato impiegato in tante situazioni diverse, e con vari compagni di squadra.
Questo non sembra però intaccare la sua abilità di essere efficace, ed infatti tra campionato e Coppa Spengler è finito sul tabellino con reti e assist in combutta con ben dieci compagni diversi.
A livello di linee è invece stato impiegato con i vari Grassi, Pestoni, Heim, Bürgler, Spacek, Chlapik, McMillan ed Eggenberger, andando sempre a completare in maniera interessante i terzetti in cui veniva inserito. D’altro con la sua velocità e le sue mani, tutto sembra in generale più semplice.
2. L’importanza degli slot
Spesso in questa stagione ci si è ritrovati ad affrontare il tema dell’efficacia nei due slot, con l’Ambrì Piotta che in varie circostanze ha concesso diverse conclusioni da distanza ravvicinata, mentre sul fronte offensivo tendeva a girare al largo delle zone più calde davanti ai portieri avversari.
Un nuovo campanello d’allarme è suonato venerdì, quando i biancoblù hanno chiuso la gara con meno di 2 expected goals, mentre il Kloten è arrivato quasi a cinque. Uno dei motivi? Praticamente 2/3 delle conclusioni degli aviatori sono arrivate dallo slot, di cui oltre una decina praticamente a pochi passi da Juvonen. In attacco invece l’Ambrì ha sempre cercato di colpire da media e lunga distanza.
Le cose sono migliorate sabato, quando i leventinesi sono andati molto più diretti sulle porte, con quasi il 70% delle loro conclusioni che sono arrivate dallo slot. La differenza si è vista, ed anche la fortuna incontrata con alcuni autogol è stata cercata dal cambio di mentalità.
Una tendenza che dovrà però essere confermata con costanza nel tiratissimo finale di stagione, visto che in generale la heatmap dell’Ambrì mostra in maniera evidente quanto ci sia da lavorare in quelle zone.
3. Gli sfavori dei pronostici
Quello che stiamo vivendo è un campionato appassionante come non mai, con gli esiti delle partite costantemente incerti ed una classifica che permetterà a tutti – o quasi, escludiamo l’Ajoie che comunque dopo 41 partite ha già superato di 10 punti il bottino dello scorso anno – di battagliare per un posto nei pre-playoff.
Con soli due punti ottenuti nel doppio scontro con il Kloten il margine d’errore dell’Ambrì Piotta rimane molto ridotto, e ci vorrà un rush finale maiuscolo per conservare la decima posizione.
Un po’ come un anno fa la squadra di Cereda dovrà inoltre smentire i pronostici. Le proiezioni di NLIcedata.com danno infatti appena il 19.8% di probabilità che l’Ambrì riesca ad accedere ai pre-playoff. Peggio è messo solo il Langnau (3.6%), mentre sono valutate più probabili le qualificazioni di Losanna (27%) e Lugano (69.9%).
Nel caso dell’Ambrì la posizione ritenuta più probabile è il 12esimo rango (33.6%), seguito dall’11esimo (27.6) e poi dal penultimo posto (18.9%), assolutamente da evitare per non ritrovarsi di fronte l’Ajoie.
4. Ruggine e carattere
Non manca certo la determinazione al veterano Thomas Rüfenacht, che sta cercando da mesi di tornare in gioco nonostante sia sceso in pista per l’ultima volta 315 giorni fa con la maglia del Berna, ed in generale sul ghiaccio per appena 18 partite sull’arco degli scorsi due campionati e mezzo.
Il 37enne avrà ora una settimana di tempo per dimostrare all’Ambrì Piotta di poter essere ancora utile alla causa, dopo che in estate aveva partecipato ad un camp con il Lugano ed una fase di prova anche all’Olten.
È chiaro, a livello fisico il giocatore ha passato momenti difficili in seguito ai problemi al ginocchio del recente passato, ed un eventuale suo contributo non sarà sicuramente da cercare nel pattinaggio, nel ritmo oppure nell’esplosività. Considerando il periodo di inattività e gli acciacchi fisici, non è infatti verosimile attendersi un Rüfenacht in grado di portare in pista quel gioco martellante e ruvido dei suoi tempi migliori.
Potrà però portare qualcosa a livello di leadership, determinazione e “pazzia” all’interno di uno spogliatoio a cui potrebbe servire uno stimolo in questo senso? Se sarà il caso, lo scopriremo tra una settimana. Nel frattempo è chiaro che l’Ambrì al centro ha bisogno di una mano ora che Kostner, McMillan e Spacek saranno out per un periodo da definire.
5. “… ma ora tocca a Juvonen”
Sabato è tornato tra i pali Benjamin Conz, che da novembre ad oggi ha iniziato da titolare solamente cinque partite, e che non ha recentemente nascosto la possibilità di lasciare l’Ambrì Piotta al termine della stagione.
Sinora Conz ha giocato solamente un terzo delle partite, e la tendenza è comprensibile viste le ottime prestazioni di uno Juvonen che dà più garanzie, e che rispetto al giurassiano è in generale su un livello più alto.
La tendenza verosimilmente non cambierà. Ora che i punti si faranno sempre più pesanti, e con anche gli infortuni di Spacek e McMillan da valutare, la presenza di Juvonen tra i pali sarà probabilmente costante.
Questo ce lo indica anche il calendario: sino al termine della regular season l’Ambrì giocherà solamente una volta due partite in giorni consecutivi (17 e 18 febbraio), mentre in tutte le altre occasioni i biancoblù avranno almeno un giorno di pausa tra i vari impegni. Un piano insomma ideale per poter mandare sempre in pista la formazione migliore.