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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: equilibri da rompere, young guns, ispirazione ceca, il passo ed il passato

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Equilibri da rompere

Che la National League sarebbe stata quest’anno ancora più equilibrata degli scorsi anni lo si sapeva, ed il fatto che quasi la metà delle partite giocate nella prima settimana sia andata oltre i tempi regolamentari lo conferma. Nel caso dell’Ambrì Piotta la differenza tra vittoria e sconfitta è stata in queste prime uscite davvero piccola, tanto che con un paio di episodi favorevoli i biancoblù avrebbero addirittura potuto incassare nove punti.

Basti pensare alla grandissima occasione avuta da Miles Müller negli attimi finali della sfida contro il Rapperswil, oppure al fatto di essere stati avanti sugli ZSC Lions sino a 1’54 dalla terza sirena e al doppio vantaggio contro il Kloten non gestito con un solo tempo da disputare.

Tre match dunque in bilico sino agli ultimi minuti, ma che per essere fatti propri hanno bisogno di qualcosa in più. La squadra di Cereda ha infatti vissuto una settimana in crescendo in termini di compattezza e prestazione di squadra, ma a livello di esecuzione individuale molti elementi sono rimasti in un’area grigia tra preseason ed inizio stagione. All’Ambrì non è mancato molto per ottenere un bottino sensibilmente migliore – la fase difensiva è da regolare, 11 gol concessi in tre partite sono troppi – ma al contempo il giro di vite ancora necessario è di quelli importanti.

All’appello manca insomma almeno un punticino, come confermano le primissime analisi delle tre partite in sui disputate.

2. Ispirazione ceca

Non ha vissuto dei momenti semplici Dominic Zwerger negli ultimi anni, ma questo inizio di stagione è per lui il più promettente da diverso tempo a questa parte. Senza problemi fisici a frenarlo durante la preparazione, e con una mente ora più libera e concentrata, l’austriaco nella prima settimana di campionato è stato tra i migliori giocatori leventinesi ed il bottino di tre punti (un gol) ed i tanti stimoli al gioco possono far sperare all’Ambrì Piotta di aver finalmente ritrovato “il vero Zwerger”.

L’attaccante è insomma riuscito a dare continuità a quanto aveva mostrato al Mondiale di Praga, dove aveva portato in pista quell’intensità in pista che in biancoblù gli era mancata nelle passate difficili stagioni. Quando Zwerger riesce ad unire questo ritmo e velocità d’esecuzione alle sue buone mani e visioni di gioco, ecco che allora può tornare a rivestire un ruolo da protagonista.

Positivo inoltre il fatto di aver ritrovato al suo fianco Dominik Kubalik, compagno con cui aveva vissuto la miglior stagione in carriera (17 gol e 42 punti nel 2018/19). La chimica tra i due è già ad un buon livello, e quando anche il ceco aumenterà il suo livello la coppia potrà essere ancora più efficace.

3. Young Guns

(Berend Stettler)

Se da un lato l’Ambrì Piotta attende i primi gol stagionali di vari elementi d’esperienza, la squadra in queste prime uscite ha potuto contare su un ottimo inizio dei vari giovani presenti nel lineup, che oltre a delle prestazioni promettenti hanno anche trovato concretezza con reti e assist.

Manix Landry è infatti l’unico biancoblù ad aver già segnato due volte, ed anche Tommaso De Luca e Tim Muggli hanno trovato un gol a testa di pregevole fattura. Complessivamente i tre elementi sono riusciti a mettere assieme sei punti nelle prime tre partite, mentre Miles Müller è ancora a secco ma è andato ad un nulla dal firmare il gol decisivo contro il Rapperswil. Anche nel suo caso le prestazioni sono state incoraggianti.

Al conteggio dei giocatori U23 impiegati sinora si aggiungono i difensori Rocco Pezzullo e Simone Terraneo, con il primo purtroppo fermato da un infortunio ed il secondo subentrato sabato con poco meno di dieci minuti di ghiaccio.

Landry è stato sinora il giovane più impiegato con 17 minuti di media e la grande responsabilità di guidare la linea di Kubalik e Zwerger, vincendo anche un totale di 23 ingaggi. Martedì a Zugo sarà lui a portare il casco di Top Scorer.

4. Un passo alla volta

(Berend Stettler)

Quella appena iniziata sarà una stagione molto importante per Gilles Senn, che in biancoblù cerca il rilancio dopo diverse stagioni con poca regolarità tra Davos e la parentesi in Nordamerica.

Il debutto in biancoblù è stato sicuramente positivo, con una buona prestazione in casa degli ZSC Lions e nessuna responsabilità particolare sulle cinque reti incassate. Quanto mostrato tra i pali da Senn ha sicuramente dato da pensare allo staff, che il giorno dopo avrebbe potuto confermarlo potendo così schierare sei stranieri di movimento, ricorrendo a Curran per sopperire all’assenza di Pezzullo.

Non bisogna però dimenticare che Senn è reduce da diversi anni con un impiego ridotto, con appena 838 minuti di ghiaccio lo scorso anno e 14 partite iniziate da titolare, di cui un solo back-to-back terminato anche male visto che nel secondo match era stato sostituito dopo due periodi e quattro reti incassate.

Chiedere al portiere di giocare due partite nel giro di 24 ore sarebbe insomma stato forse troppo, anche perché per ritrovare delle circostanze in cui Senn ha giocato altri back-to-back in NL bisogna tornare alla stagione 2018/19, quando ne disputò tre.

5. Ritorno al passato

Il difensore Jesse Zgraggen aveva lasciato la Leventina nel 2018 con l’etichetta di giocatore svizzero più impiegato da Luca Cereda, ed ora che il ragazzo di origini urane è tornato in biancoblù le cose sembrano essere riprese nella medesima maniera.

Decisive naturalmente le prime prestazioni di Zgraggen, che ha giocato tre buone partite tra l’altro con altrettanti compagni diversi, facendosi apprezzare per un gioco fisico ma soprattutto per delle decisioni molto consapevoli delle sue capacità. Il difensore non ha infatti cercato di strafare, ma si è basato su semplicità e senso della posizione, portando a termine delle partite solide e con un buon minutaggio.

Considerando infatti che Zgraggen non rientra negli special teams – nemmeno in boxplay – il suo TOI di 16 minuti giocati in media a parità numerica è un dato significativo, che lo scorso anno nessuno svizzero aveva raggiunto. Lo staff si è affidato a lui anche per alcuni cambi negli overtime, ed ora si tratterà di continuare con la stessa filosofia: con un gioco solido, senza falli e con una gestione del puck responsabile.

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