Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
Buon sangue non mente
Purtroppo il gol di Isacco Dotti contro lo Zugo non si è rivelato essere quello vincente, ma questo non ne è andato a scalfire il significato per il difensore biancoblù.
Il 27enne ha infatti dedicato la rete al nonno Giordano Coppa, giocatore dei leventinesi negli anni Cinquanta e Sessanta e vincitore nel 1962 della storica Coppa Svizzera, scomparso la scorsa settimana all’età di 90 anni. Isacco condivide con il nonno la posizione in retrovia e dopo il gol ha subito pensato a lui, come dichiarato al CdT.
“A lui e alla nonna, che adesso è rimasta sola”, ma che può essere fiera del percorso di cui si stanno rendendo protagonisti i nipoti. Evidentemente, buon sangue non mente.
Eyes on the prize
L’Ambrì Piotta è andato a soli 31 secondi dalla vittoria contro lo Zugo, ma più che al cronometro i biancoblù possono guardare a quelle opportunità non sfruttate quando gli avversari avevano richiamato il portiere in panchina.
In quegli oltre due minuti in cui Luca Hollenstein ha lasciato la sua porta sguarnita c’è infatti stata più di una chance di tirare in porta, ma ai leventinesi è mancato un po’ di mordente – e forse un po’ di coraggio – per andare alla conclusione della lunga distanza.
L’opportunità più grande è capitata sul bastone di Zwerger, e pure Marco Müller si è ritrovato nella posizione di tentare la conclusione risolutrice, ma entrambi non ci sono riusciti. Nell’overtime è poi stato il turno di Brian Flynn, che si è ritrovato a tu-per-tu con il portiere avversario, e qualche secondo dopo ha pure potuto concludere da ottima posizione, ma nemmeno lui ha trovato la stoccata decisiva.
Peccato insomma, l’Ambrì ci è andato davvero vicino, ma è mancato quel pizzico di decisione in più che avrebbe potuto fare la differenza.
Le insidie del terzo periodo
“Chi ben comincia è a metà dell’opera”, si suol dire, ed infatti l’Ambrì Piotta è praticamente sempre riuscito ad evitare che le partite gli sfuggissero di mano già nel primo periodo, ma è con il passare dei minuti che a volte è venuta a galla una certa fragilità.
In queste prime 18 partite disputate il bilancio delle reti segnate e subite nei primi 20 minuti di gioco parla infatti di 7 reti segnate e 9 subite, ed anche guardando ai periodi centrali si trova un sostanziale equilibrio con 20 gol ottenuti e 21 concessi.
Le cose cambiano però guardando alle statistiche dei terzi tempi, in cui l’Ambrì ha segnato un totale di 15 gol ma ne ha subiti ben 26. Un dato significativo, soprattutto se si aggiunge il fatto che i biancoblù sono sempre usciti sconfitti dai tre overtime disputati (ad eccezione di quello che si è protratto sino ai rigori).
Insomma, più passa il tempo sul cronometro, più sarà importante mantenere un occhio di riguardo a ciò che succede in retrovia.
Il Natale che non c’è
Un po’ malinconico, l’alberello di Natale montato in Curva Sud ricorda a tutti che ci troviamo nel periodo più magico dell’anno, ma anche per gli appassionati di hockey queste settimane sono ben diverse da quelle che siamo abituati a vivere nella normalità.
L’immancabile Eros Wagner vestito da Babbo Natale non ha potuto fare capolino alla Valascia, rimasta freddamente vuota anche nell’ultimo impegno del 2020.
L’ultima partita casalinga dell’anno ha sempre qualcosa di particolare, una festa che quest’anno si sarebbe dovuta svolgere il 22 dicembre contro lo Zugo, prima di un derby il 23 dicembre che avrebbe chiuso tra le emozioni la prima parte di stagione di Ambrì e Lugano.
E poi la Coppa Spengler, la “festa dell’hockey” per eccellenza, che da anni ci accompagna nelle festività sia che si decida di recarsi a Davos, sia che si opti per un po’ di relax sul divano.
Insomma, tra pochi giorni sarà Natale, ma a tutti noi sta mancando qualcosa…
Il mercato, quello sotto casa
Anche nell’ultima settimana sono state pesanti le assenze per la squadra di Cereda, che ha affrontato lo Zugo senza il proprio top scorer (Julius Nättinen), con due soli stranieri (sempre out anche D’Agostini), senza il miglior difensore (Michael Fora) e privo di altri elementi importanti come Conz, Pezzullo oppure capitan Bianchi.
Per ragioni economiche – ma anche di cultura e strategia sportiva – i biancoblù non sono mai tornati sul mercato, ma hanno affrontato la situazione dando la chance ad alcuni giocatori di dimostrare il loro valore, mentre altri hanno visto aumentate le proprie responsabilità.
Si sono così fatti registrare i debutti di Karim Del Ponte e Michael Pastori, Müller ha abbandonato il suo ruolo di centro per dare una mano all’ala, Fohrler è stato nuovamente il giocatore più impiegato della squadra, mentre a Grassi è stata affidata la “C” di capitano… Insomma, a volte anche un mercato fatto “in casa” può riservare delle belle sorprese.