Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Aria da playoff
Il finale di regular season sarà tutto da vivere per l’Ambrì Piotta, che a tre partite dal termine è in un’ottima posizione per staccare un biglietto per i play-in, ma dovrà ancora lottare sia per ottenere la qualificazione che per assicurarsi il miglior piazzamento possibile in classifica.
Lo sanno bene anche elementi come Inti Pestoni e Dominic Zwerger, rientrati un po’ a sorpresa sabato sera ed in anticipo sui tempi dei rispettivi infortuni, specialmente l’attaccante ticinese. Al termine della partita coach Luca Cereda ha spiegato di non aver chiesto un sacrificio ai suoi giocatori, che di loro spontanea volontà hanno voluto stringere i denti ed essere della partita.
D’altronde i giochi che contano sono dietro l’angolo, ed è meglio entrare in clima il prima possibile per farsi trovare pronti. Contro il Davos è dunque andata in scena una partita con un’atmosfera da playoff, ed anche l’atteggiamento di alcuni elementi non è stato da meno. Per vincere, bisogna anche saper soffrire.
2. Questione di slot
Il concetto è stato ribadito anche nello scorso weekend, il gioco davanti alle due porte è spesso un fattore decisivo nelle partite. A Losanna i biancoblù avevano peccato in questo senso e ne avevano pagato il prezzo, mentre il miglior lavoro svolto nello slot contro il Davos era stato alla base della vittoria.
Migliorare questo aspetto del gioco era uno dei focus dell’Ambrì Piotta rispetto alla passata stagione, e la differenza si sta effettivamente vedendo, come ben mostrano i due grafici di confronto riportati sotto. Lo slot offensivo è attaccato in maniera evidente, mentre quello difensivo difeso con miglior efficacia.
I biancoblù possono in questa stagione evidenziare un numero di tiri effettuati dallo slot superiore alla media (quasi 15 a partita) e concedono oltre due tiri in meno dallo slot rispetto al passato campionato.
In generale l’Ambrì è anche la terza squadra a segnare da distanza più ravvicinata dell’intera lega (a 5.81 metri di media), ed è al nono posto per distanza dei gol concessi (6 metri).
Un altro dato curioso? Secondo NLIcedata.com l’Ambrì è la squadra ad aver segnato la proporzione maggiore di reti su rebound (20% del totale), e la seconda migliore dietro il Losanna ad evitare invece di incassarne in questa maniera (solo il 9.3%).
3. La verità sta nel mezzo
Da diverso tempo il canadese Laurent Dauphin è una sorta di osservato speciale, in una situazione venutasi a creare dopo il suo ottimo avvio di stagione ed il brusco stop in seguito alla controversa serata di Rapperswil di metà ottobre. L’attaccante ha poi impiegato diverso tempo per ritornare ad un buon livello, ed anche per sua ammissione lo sconsiderato intervento su Moy lo ha bloccato mentalmente per parecchio.
Le prestazioni di Dauphin nelle ultime settimane sono però tornate ad essere buone, anche considerando che da un mese viene utilizzato all’ala e non nel suo ruolo naturale di centro.
Nell’adattarsi alla situazione ha sempre dimostrato grande impegno e la volontà di mettersi a disposizione della squadra, risultando anzi fondamentale nei successi della linea di Spacek e completata da Pestoni oppure De Luca. Non a caso il quebecois è infatti l’attaccante più impiegato da Cereda (oltre 18 minuti a partita), con una presenza fissa sia in powerplay che in inferiorità numerica.
Nel valutare le sue prestazioni bisogna inoltre tenere a mente le premesse con cui era arrivato, ovvero quelle di un elemento che potesse giocare tanti minuti e contribuire in tutte le fasi del gioco, senza però attendersi un contributo offensivo al top della lega.
Non si poteva insomma pretendere che Dauphin fosse uno dei migliori stranieri del campionato, e l’ottimo avvio aveva forse alzato eccessivamente le aspettative. Tra quella “versione” del giocatore e quella spaesata di novembre e dicembre, la verità probabilmente sta nel mezzo ed attualmente il canadese sta contribuendo nella maniera che ci si poteva attendere.
Poi è chiaro, non vederlo in pista al centro nella fase più importante della stagione è un sintomo che non tutto sta andando come sperato.
4. Tradizione di fine stagione
L’ultima settimana di regular season si prospetta davvero intrigante. La classifica è infatti molto corta e praticamente tutte le squadre che possono puntare al post season hanno l’opportunità di migliorare ulteriormente la loro posizione. ZSC Lions e Friborgo termineranno nei primi due posti, mentre nulla cambierà per Ajoie, Kloten e Rapperswil, mentre il resto della graduatoria resta da determinare.
Impossibile dunque prevedere l’avversario dell’Ambrì Piotta in caso di qualificazione ai play-in, anche se le proiezioni matematiche danno i biancoblù al nono posto ed il Bienne – nonostante l’attuale crisi – al decimo.
Se così sarà, per i leventinesi si confermerà una sorta di tradizione che ha visto le ultime partecipazioni al post season di stampo francofono (o perlomeno in parte vista la particolarità di Bienne). I pre-playoff di due anni fa si eran infatti giocati contro il Losanna, mentre le ultime partecipazioni ai playoff avevano visto l’Ambrì impegnato contro il Bienne (2019) e Friborgo (2014).
5. Un ultimo trofeo
Prima dell’inizio della partita di sabato Michael Spacek ha ricevuto un vistoso trofeo, ed in molti di saranno chiesti di cosa si trattasse. Nell’occasione il ceco ha ricevuto l’ultimo Trofeo Ritter-ATGS, riconoscimento inventato oltre 40 anni fa ai tempi del Giornale del Popolo da Aristide Cavaliere, purtroppo spentosi recentemente.
Scomparso il GdP, la tradizione del premio è continuata grazie al coinvolgimento dell’ATGS (Associazione Ticinese Giornalisti Sportivi), anche se recentemente era stato deciso che non si sarebbe andati oltre l’edizione 2023.
Il vincitore viene determinato dal miglior marcatore tra Ambrì Piotta e Lugano, premio andato a Spacek grazie ai suoi 50 punti nella passata stagione. Nelle prime due edizioni, targate 1981 e 1982, il vincitore era stato Dave Gardner, mentre l’ultimo biancoblù a riceverlo era stato Matt D’Agostini nel 2020.
Quello consegnato sabato è stato dunque l’ultimo “Trofeo Giornale del Popolo” – questo il nome in origine – e consegnato dalla figlia di Aristide Cavaliere, Ilaria.