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Ambrì Piotta

Hall: “Motivato al massimo, non avrei potuto chiedere di meglio”

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BELLINZONA – Al termine del suo primo allenamento con la maglia biancoblù abbiamo avvicinato l’ultimo acquisto in casa Ambrì Piotta, lo statunitense Adam Hall, la scorsa stagione in forza ai Philadelphia Flyers e autore in carriera di 166 punti in 718 partite NHL.

Con lui abbiamo scambiato le nostre opinioni ed abbiamo potuto scoprire le sue sensazioni dopo la prima sgambata con la sua nuova squadra e a riguardo di questa sua nuova avventura.

Adam Hall, hai avuto il primo allenamento con la tua nuova squadra… Quali sono le prime impressioni?
“Mi trovo bene, ovviamente il mio orologio biologico è ancora regolato sul fuso orario nordamericano, ma dovrebbe migliorare nei prossimi giorni. Sono contento di poter essere sceso finalmente sul ghiaccio e di aver potuto iniziare a far conoscenza coi miei nuovi compagni di squadra”.

Eri l’ultimo giocatore mancante per completare la rosa…
“Durante le trattative tutto è andato bene, qui spero di poter rivestire un ruolo che aiuti il più possibile la squadra. Ho giocato davvero in svariate posizioni: ad inizio carriera giocavo in ruoli molto offensivi (anche in powerplay) ed ho avuto un discreto successo, recentemente invece sono stato impiegato come centro difensivo, giocando molto anche in boxplay. Sono inoltre stato schierato anche come ala destra e sinistra… Vedremo dove il coach vorrà impiegarmi e dove penserà che darò il contributo migliore per la squadra, dal canto mio cercherò di dare sempre il massimo per dare una mano”.

Tu come ti descriveresti? Dove pensi che potresti dare il meglio di te?
“Come detto in realtà non è molto importante, vorrei soltanto riuscire a dare un grande contributo alla squadra. Sono molto eccitato all’idea di lavorare con questo team, mi sembra un gruppo di ragazzi molto determinati e talentuosi che lavorano duramente. Ho giocato contro Aucoin, Giroux ed O’Byrne durante la mia carriera dunque li conoscevo un po’, pian piano sto facendo conoscenza anche degli altri giocatori”.

Hai giocato tutta la tua carriera in Nordamerica, tranne in occasione dei due ultimi lockout, quando sei venuto in Europa… Cosa sai del campionato svizzero?
“In realtà durante l’ultimo lockout alcuni miei amici giocavano per gli ZSC Lions e sono venuto a trovarli, assistendo ad un paio di match. Ho comunque giocato contro alcune rappresentative rossocrociate durante la mia carriera a livello internazionale. Il livello dell’hockey svizzero negli ultimi dieci anni, basta dare un’occhiata alle competizioni internazionali, è migliorato e continua a migliorare sempre di più. Sono veramente motivato dall’idea di poter giocare qui”.

Pelletier ha affermato che da te – che verosimilmente giocherai nelle prime linee – si aspetta qualcosa anche sul fronte offensivo…
“Come ho detto, qualsiasi cosa mi verrà richiesta dal coach cercherò di fare il possibile per metterla a disposizione. Sono molto contento di finalmente poter iniziare questa nuova avventura, in particolar modo sono contento di poter lavorare con coloro che saranno i miei compagni di linea, questo è fondamentale. Più ti alleni e fai pratica con loro e più riuscirai ad anticipare i movimenti e le giocate durante la partita”.

Secondo alcune descrizioni la tua più grande debolezza è il pattinaggio, che potrebbe essere ancora più marcata in Europa con le piste più grandi, ma vedendoti sul ghiaccio non sembravi affatto in difficolta, anzi…
“Quando sei giovane e gli scout ti devono descrivere cercano sempre di usare meno parole possibili e di mettere in evidenza eccessivamente alcune cose. Per me durante gli anni è sempre stato il pattinaggio, ma ho giocato per 12 anni come professionista in NHL e non ho mai avuto problemi… Sono sempre stato in grado di seguire il gioco nella sua velocità e sono stato in grado di competere con gli avversari. Ho inoltre molta esperienza con le piste più grandi, ho giocato cinque mondiali con la nazionale maggiore degli Stati Uniti (di cui uno come capitano), due campionati del mondo juniori, durante due lockout sono venuto in Europa e persino al college alcune piste hanno le dimensioni europee… Solo la NHL ed alcune piste giovanili sono più piccole, dunque non c’è nulla di nuovo per me, mi sono sempre trovato bene quando ho dovuto giocare sulle piste più grandi… il gioco è più veloce e più divertente”.

Hai vissuto una delle tue miglior stagioni NHL a Tampa allenato da coach Guy Boucher, che ora è a Berna. Lì hai giocato anche con Marc-André Bergeron, ora a Zurigo, e Ryan Malone, che aveva giocato proprio ad Ambrì nel lockout del 2004… Hai parlato con loro prima di decidere di venire in Svizzera?
“Sì, ho parlato con alcuni di loro per avere qualche impressione su come si sono trovati a giocare nel vostro campionato e a vivere nella vostra nazione. Tutti loro mi hanno riferito cose eccezionali riguardo la qualità di vita, le città ed il livello del vostro campionato. Credo che non avrei potuto chiedere di meglio”.

Nella tua carriera ti sei trovato faccia a faccia con grandi campioni come Crosby, Stamkos, Giroux… Cosa ci puoi raccontare?
“Tutti questi giocatori sono incredibilmente talentuosi ed ognuno di loro ha qualcosa di diverso nel quale è migliore rispetto ad altri, ma quello che mi ha colpito di più è la loro determinazione e la loro mentalità. In allenamento lavorano durissimo, sono molto dotati tecnicamente ma il solo talento non basta a renderli forti quanto in realtà sono. Si impegnano più di tutti gli altri sul ghiaccio per utilizzare il loro talento al massimo, credo che siano dei grandi esempi”.

Parlando di esempi… Tu qui dovrai ricoprire un ruolo simile, ci sono molti giovani giocatori che potranno apprendere molto dalla tua esperienza, ti senti pronto a rivestire questo ruolo?
“Ovviamente, ho visto molti giovani con molto talento in squadra e a volte basta solo un pizzico di esperienza in più a questi ragazzi per migliorare ulteriormente. Io però potrò imparare molto dagli altri, non si smette mai di imparare dai propri compagni. Spesso non sono le individualità a fare la differenza, ma la somma di queste individualità in un gruppo unito, una squadra. Spero che riusciremo a sfruttare ogni allenamento per migliorarci ulteriormente e partire bene in campionato”.

Studente universitario in Scienze della Comunicazione all'USI, segue giornalmente lo sport a 360°. Si occupa principalmente delle interviste, seguendo da vicino l'Ambrì Piotta.

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