PRAGA – È finalmente in procinto di iniziare il Mondiale di Praga e Ostrava, e per la Nazionale svizzera il metro di giudizio per poter definire l’imminente torneo come positivo rimarrà quello degli ultimi anni. L’intento è infatti quello di arrivare all’ultimo weekend della competizione per giocarsi una medaglia, e questo significherebbe dunque riuscire a superare quello scoglio dei quarti di finale che dal 2019 a Kosice è diventato una maledizione.
Negli ultimi anni il gruppo di Patrick Fischer ha infatti mostrato di non aver ancora superato quel momento – il Canada pareggiò ad un nulla dalla terza sirena, per poi vincere all’overtime – ed è dunque proprio sul piano del carattere che il gruppo rossocrociato andrà valutato quando le cose si faranno serie.
D’altronde il recente passato ci ha dimostrato che la mentalità con cui si affronta la fase calda del torneo è di fondamentale importanza, e basta tornare all’anno scorso per ricordare la medaglia d’argento vinta dalla Germania e lo storico bronzo conquistato dalla Lettonia.
La Svizzera era invece rimasta nuovamente frenata da un blocco psicologico apparso evidente sia nei giocatori che nello staff tecnico, con tanto nervosismo e paura di fallire l’obiettivo. Chissà dunque che non possa fare bene alla Svizzera non essere più tra le selezioni meglio attrezzate del torneo, ed anzi alla vigilia ci si aspetta che i rossocrociati debbano lottare per il terzo o quarto posto nel girone, dopo che negli ultimi due anni avevano assolutamente dominato i gruppi di Helsinki e Riga.
Il gruppo elvetico ha sicuramente potenzialità – soprattutto dopo la conferma di Roman Josi – ma la solidità di alcune scelte di Patrick Fischer andrà verificata sul ghiaccio, dove la Svizzera si troverà confrontata con un Mondiale di livello chiaramente superiore rispetto alle edizioni degli ultimi anni.
Tanti infatti i nomi di prestigio provenienti dalla NHL che vedremo in pista nelle altre selezioni, ed in questo senso la prospettiva delle Olimpiadi 2026 ha dato una bella mano ad un torneo che si posiziona come il più competitivo da quello in Slovacchia del 2019, che vantava anche la presenza della Russia con i vari Ovechkin, Malkin, Kucherov e Kovalchuk.
Il contesto in cui la Svizzera arriva a questo torneo è inoltre particolare. Negli scorsi mesi il percorso di preparazione ha fatto discutere più del solito per la lunga serie di sconfitte – arrivata addirittura a 13 stop consecutivi se si contavano anche le ultime due partite dello scorso Mondiale – ed anche ammettendo l’alto livello garantito dall’Euro Hockey Tour, ad un certo punto il dato statistico si è fatto scomodo.
Un po’ come scomoda si era fatta la questione pendente relativa al contratto di Patrick Fischer, ora esteso anticipatamente sino al 2026 per evitare che il coach passasse il torneo di Praga con una spada di Damocle sulla testa. Il fatto che il rinnovo contrattuale preveda comunque una clausola d’uscita per dare il tempo alla SIHF di arrivare al meglio al 2026 – anno che prevede Olimpiadi e Mondiali casalinghi – lascia però intendere che il torneo di quest’anno sarà oggetto di attenta analisi, e dal percorso della Nazionale ci si attendono delle rassicurazioni soprattutto in termini di compattezza e carattere.
All’appello mancheranno alcuni elementi importanti come Timo Meier, Kevin Fiala oppure Janis Moser, ed anche l’infortunio a Malgin ha privato il gruppo di un elemento pericoloso. La Svizzera dovrà dunque riuscire a trovare velocemente compattezza, equilibri interni e ruoli ben precisi, perché il calendario parla subito di quattro partite da non sbagliare assolutamente – contro Norvegia, Austria, Gran Bretagna e Danimarca – intervallate solamente dall’atteso confronto con la Cechia di lunedì sera. Il girone si chiuderà poi con i match contro Canada e Finlandia, squadre che difficilmente mancheranno l’appuntamento con le prime posizioni.
Il divertimento ad ogni modo non mancherà. Una rapida occhiata alle avversarie e si trova un Canada che vedrà all’opera elementi come Bedard, Dubois, McCann oppure Power e Byram. La Finlandia potrà invece contare tra gli altri su Määttä, Granlund e Puljujärvi, mentre la Cechia avrà i suoi pilastri in Palat, Kämpf, Kubalik oppure Gudas.
L’avversaria più debole sembra chiaramente la Gran Bretagna, mentre si dovrà diffidare da Austria e Norvegia, in cui militano buoni giocatori a livello europeo ed alcuni elementi di spicco come Mats Zuccarello e Marco Rossi.
Meno equilibrato in senso generale invece il gruppo di Ostrava, con squadre come Francia, Kazakistan e Polonia dal livello più basso. Difficile anche pensare che la Lettonia possa ripetersi, mentre la Germania di Sturm e Peterka non va mai sottovalutata.
Nomi interessanti li manderà in pista anche la Slovacchia – su tutti Tatar e Slafkovsky – mentre Svezia e USA saranno due vere corazzate che punteranno all’oro. Hedman, Karlsson, Raymond, e dall’altro lato Zegras, Tkachuk e Gaudreau sono solo pochi nomi delle tante stelle che avranno in squadra.
Ci attende insomma un girone di qualificazione tutt’altro che scontato, ed un percorso che sarà sicuramente meno agevole rispetto a quello degli ultimi anni. Considerate però come sono andate le cose nel recente passato, forse qualche avversità prima di arrivare ai quarti di finale potrebbe essere positiva, consapevoli che stavolta ci vorrà veramente un’ottima Svizzera per togliersi delle soddisfazioni.