Social Media HSHS

Lugano

Il Lugano scivola in un incontro che non doveva perdere

Sotto di due reti sulle uniche occasioni dei Tigers, i bianconeri si fanno ingabbiare dal sistema difensivo ospite. Ora il penultimo posto è vicino

(Photobrusca & Luckyvideo)

Il Lugano scivola in un incontro che non doveva perdere

LUGANO – LANGNAU

1-3

(0-2, 1-0, 0-1)

Reti: 11’10 Paschoud 0-1, 17’43 Petrini (Salzgeber, Julian Schmutz) 0-2, 37’39 Sekac (Guerra) 1-2, 59’38 Mäenalanen (Berger, Riikola) 1-3

Note: Cornèr Arena, 5’391 spettatori
Arbitri: Stolc, Kova; Altmann, Bichsel
Penalità: Lugano 3×2, Langnau 4×2

Assenti: Joren van PottelbergheMarco ZanettiCalle Dahlström (infortunati), Leandro HausheerLiekit ReichleAdam HuskaCole Cormier (sovrannumero)

LUGANO – Se fino a poche giornate fa il Lugano poteva permettersi di guardare soprattutto verso l’alto, improvvisamente i bianconeri devono ricominciare a guardarsi le spalle dal penultimo posto. Non è stata la sconfitta nel derby a mandare tutto a rotoli, ma l’impressione è che quei dieci minuti di paura contro lo Zugo alla Bossard Arena abbiano colpito duro.

In quel momento al Lugano era venuto il classico “braccino” ed è mancata la personalità per abbattere definitivamente l’avversario, cosa che poi si è trascinata alla Cornèr Arena domenica pomeriggio, con dei bianconeri timorosi e incapaci di affondare i colpi, andati in pappa al primo episodio avverso, cosa già sentita spesso peraltro.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Nel pomeriggio del rientro alle competizioni di Giovanni Morini – proprio nel giorno del suo compleanno – la squadra di Uwe Krupp ha perso una partita che non poteva assolutamente perdere e che rischia a questo punto di avere conseguenze ben diverse di quel “alla peggio si va in vacanza”.

Non solo Thürkauf e compagni perdono probabilmente un avversario diretto – i più vicini ora sono solo Rapperswil e Ambrì Piotta – ma vedono il Ginevra riavvicinarsi a un solo punto con due trasferte ancora in programma in quel di Les Vernets, insomma uno scenario abbastanza drammatico da immaginare prima di affrontare gli ZSC Lions nel recupero di lunedì sera.

In questa situazione il Lugano ci si è cacciato da solo, giocando una partita con il freno a mano e con la paura di fare quasi troppo, trovandosi davanti un avversario chiuso a riccio dal secondo periodo e che ha avuto vita facile nel tenere fuori la squadra di casa dallo slot.

Certo, il Lugano ha tenuto in mano il gioco per praticamente 58 minuti su 60, ma questo non significa che lo abbia fatto nella maniera giusta, salvo un primo periodo che chiuso in svantaggio rappresenta già da solo il classico rastrello che nei cartoni animati ci si ribalta da soli in faccia, tanto hanno sbagliato i bianconeri davanti a Charlin.

(Photobrusca & Luckyvideo)

E dire che il portiere dei Tigers ha dovuto dare forfait già prima della sirena per un infortunio in mischia – ci auguriamo il meglio per 24enne, aiutato dai compagni a uscire dal ghiaccio – lasciando il posto a Luca Boltshauser, ma quando si pensava che uno dei baluardi peggiori da superare per il Lugano fosse ormai out, a mettere assieme altri mattoncini per la vittoria ci ha pensato tutta la squadra ospite.

Non è una novità che il Langnau una volta trovato un vantaggio di una o due reti si chiuda a bunker e impedisca qualunque entrata da parte degli attaccanti avversari, e ancora una volta vi è stata prova di come la squadra di Paterlini sia bravissima nell’interpretare il ruolo del “tank” (in gergo nordamericano), blindandosi e colpendo solo quando il bersaglio è veramente a tiro, senza mai prendersi un rischio.

Il Lugano ha sbattuto sui Tigers ad ogni azione, è stato rimbalzato dallo slot ogni volta, e a parte il gol di Sekac, ai bianconeri non è stata concessa chissà quale grande occasione da rete, spingendo Fazzini e banda a cercare le classiche azioni personali che non hanno fatto altro che terminare le manovre in maniera ancora più rapida perdendo poi il controllo del disco.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Quel che fa specie è che il Lugano non sia riuscito a cambiare veramente marcia se non nei cinque-sei minuti finali della partita, con quella stessa convinzione per anche solo due tempi su tre, questo incontro sarebbe finito (con più probabilità, senza certezze) nelle mani dei padroni di casa, che alla fine non hanno fatto altro che adattarsi a quello che la squadra di Paterlini ha deciso di fare.

È davvero ricaduto nelle sue paure il Lugano? È probabile, Krupp sta facendo quello che può ma certi retaggi non si lavano in poche settimane – ricordiamo anche che il tedesco sta anche lavorando con uno staff che ha trovato sul posto e non “suo” – quindi certi impulsi devono venire dai giocatori stessi aldilà di qualunque siano i dettami tattici, perché il lottare nello slot e cercare soluzioni alternative a girare attorno alla porta deve venire anche dal ghiaccio.

E sarà meglio trovare alternative in fretta e riportare le belle sensazioni di qualche partita fa, il Lugano ha le risorse per farlo e lo ha dimostrato, ma il calendario corre e il fiato sul collo è tornato a farsi sentire.


IL PROTAGONISTA

Thierry Paterlini: Per il Langnau questa è stata sicuramente la partita perfetta tatticamente. Due reti trovate su praticamente due occasioni e difesa totale a proteggere il proprio portiere, oltretutto dopo aver perso Charlin. Il coach dei Tigers ha ingabbiato il Lugano con delle trappole piazzate sul percorso in maniera chirurgica, ha sempre dialogato dando indicazioni a tutti i suoi giocatori e ha portato a termine la sua partita a Risiko con pieno successo, allungando in classifica anche sui bianconeri. Un maestro.


Click to comment

Altri articoli in Lugano