(© Bernd Brückler)
Bernd Brückler oggi è un portiere che con la maglia del EC Salzburg si gode la tranquillità del massimo campionato austriaco, torneo in cui è tornato – e per la prima volta da professionista – nel 2012, dopo aver accumulato la sua grande esperienza di giramondo dell’hockey.
Brückler non si è mai fatto problemi nel tentare avventure estere, dopo essere partito nemmeno 20enne per il Nebraska e aver trascorso 6 stagioni tra i campionati universitari, la ECHL e la AHL in nordamerica. Al suo ritorno in Europa ha provato una fortunata esperienza all’Espoo Blues in Finlandia, dove si è consacrato quale portiere di alto livello e ha trovato anche Veera, la donna della sua vita. Un miscuglio di esperienze, di vita e di sport, ma ciò che lo avrebbe atteso in Russia, probabilmente, nemmeno lui avrebbe potuto immaginarselo.
Brückler nel suo libro racconta tutta questa avventura, trascorsa in tre stagioni tra Novgorod e Novosibirsk, tra le migliaia di contraddizioni di un paese che vuole apparire attraverso lo sport ciò che assolutamente non è.
Tra i primi viaggi accompagnato dall’amato nonno “Opa”, alle cervellotiche preparazioni estive, tra medici dai perlomeno discutibili metodi e dirigenti che non tralasciano nessun mezzo a loro disposizione per “il bene” della squadra, l’allora 28enne Brückler trova la forza di resistere e voler capire quella difficile realtà, adattandosi grazie alla razionalità occidentale mescolata a metodi raramente ortodossi ma puramente del luogo.
L’austriaco descrive il caos delle strade di Mosca, i fatiscenti alberghi-dormitori-ricoveri utilizzati per le trasferte, il timore del vitto della “baza” (il temuto quartier generale) e le fughe notturne con i colleghi aiutati da Yuri, scapestrato quanto fidato autista assoldato da Brückler, che si divide tra i giocatori di hockey e i debiti con la delinquenza organizzata russa.
“This is Russia; vita nella KHL – dottori, Baza e milioni di chilometri in aereo” racconta tutto ciò e tanto altro di un paese che vuole fare del suo hockey ciò che la NHL ha fatto in un secolo, e renderlo scintillante per la gioia dei grandi oligarchi nascondendo la polvere che c’è sotto.
Questo libro ribadisce come nella Grande Madre Russia non ci si sia ancora liberati dei mali e delle contraddizioni di un paese megalomane e ancora schiavo di concetti, usi e costumi legati al vecchio mondo sovietico, soprattutto nello sport di alto livello.
Brückler ce lo racconta con una scrittura semplice e molto chiara, estremamente descrittiva e dettagliata, che non tralascia alcun dettaglio di ciò che ha vissuto in nella sua esperienza di KHL.
La traduzione in lingua italiana, curata con grande sapienza e dedizione da Alessandro Seren Rosso, è di grande qualità e rende pieno merito all’intera opera. Alessandro Seren Rosso (Twitter: @AlexSerenRosso) è un giornalista e traduttore professionista italiano, amante della Russia, grande conoscitore della sua lingua e non da ultimo, appassionato di hockey.
Il libro ora è disponibile su Amazon, ideale per riempire le fredde sere autunnali orfane di hockey giocato.