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Meno commozioni cerebrali nel 2013/14, ma il problema resta serio

La NHL si preoccupa da anni del problema delle commozioni cerebrali, nel tentativo di limitare un infortunio che negli anni è aumentato esponenzialmente nel mondo dell’hockey. Il commissario della lega Gary Bettman ha però annunciato di recente una buona notizia, affermando che il numero delle commozioni cerebrali fatte registrare nella regular season 2013/14 è stato inferiore rispetto al passato.

Stando alle statistiche fornite da Associated Press, infatti, vi sono stati 53 casi di commozioni cerebrali nell’ultima stagione NHL, contro i 78  segnalati nell’ultimo campionato completo giocato in Nord America, nel 2011/12. I dati, però, non sono sempre precisi, visto che vi sono molti giocatori che nascondono i sintomi per poter giocare nonostante una condizione non ottimale.

“È difficile far cambiare questa mentalità ai giocatori – ha spiegato Bettman – se non si segue il protocollo, è difficile che i dottori possano fare delle diagnosi esatte”.

Anche il medico Jeff Kutcher, da anni al lavoro a fianco dei giocatori della NHL per quel che concerne i problemi relativi alle commozioni cerebrali, ha dichiarato: “Non sono sorpreso che le cifre siano più basse quest’anno, ma non farei troppo affidamento sui numeri. Il problema è ancora di quelli importanti e va affrontato con la massima serietà”.

I casi in cui i giocatori hanno comunque voluto scendere sul ghiaccio nonostante evidenti problemi fisici sono però molti, l’ultimo dei quali ha visto protagonista il giocatore dei Montreal Canadiens, Dale Weise, il quale è stato impiegato dagli Habs durante gara 5 contro i New York Rangers nonostante avesse subito un brutto colpo nel corso della partita.

Il GM Marc Bergevin ha spiegato il tutto affermando che lo staff ha realizzato solo il giorno dopo che il giocatore aveva subito una commozione cerebrale.

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