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Interviste

Dahlström: “Una vittoria figlia della pazienza, ci dobbiamo aggrappare a ogni punto”

Il difensore svedese non pensava di ritrovarsi in questa situazione: “È stata una stagione durissima, come forse non mi era mai capitato di affrontare. Ma siamo qui e bisogna far fronte a quello che ci aspetterà”

LUGANO – Ancora una volta l’Ajoie ha mostrato quanto possa essere difficile da affrontare quando si chiude in difesa, ma alla fine il Lugano può incamerare tre punti che però non mettono affatto i bianconeri al riparo dalle peggiori ipotesi in conclusione di stagione.

“Non ci penso personalmente oraafferma Calle Dahlströmma è ovvio che se siamo in questa situazione è solo frutto di quanto abbiamo fatto in stagione, speriamo solo di non pagare eccessivamente certe partite gettate al vento anche recentemente”.

Calle Dahlström, non è stato facile venire a capo dell’Ajoie. È stato un incontro difficile sul piano mentale?
“Credo che in generale sia difficile a lungo andare quando sei in controllo di una partita ma non riesci a sfruttare le occasioni, è una cosa che abbiamo provato spesso in questa stagione. Stavolta siamo riusciti a prenderci tre punti con grande pazienza e continuità, ed è la cosa che conta di più in questo momento”.

Con tutto quello che è successo in stagione è normale che il destino non sia più del tutto nelle vostre mani…
“Sono successe così tante cose che alla fine a guardarci indietro ora è inutile, quello che è fatto è fatto. Ora ogni punto conta, per noi ogni partita è come una Gara-7, ci ha fatto solo tanta rabbia perdere così tante sfide nel terzo periodo e speriamo solo che certi punti lasciati per strada non compromettano troppo il nostro futuro, ma dovremmo accettare qualunque cosa arriverà perché è solo frutto di quello che abbiamo fatto”.

A livello personale ti saresti mai immaginato di trovarti in questa situazione? Anche con la rotazione degli stranieri hai passato mesi non facili…
“Come già detto, certi avvenimenti sono figli di quanto abbiamo fatto come squadra, mentre altri non potevamo comunque controllarli come gli infortuni, e alla fine ci ritroviamo a essere in otto stranieri per sei posti disponibili. Questo aumenta le possibilità tattiche ma ovviamente qualcuno deve stare fuori e non si è mai contenti, ma si deve accettare la cosa e dare il meglio per la squadra, soprattutto ora che siamo nella fase decisiva”.

A due partite dalla fine riuscite a non pensare troppo a cosa potrebbe riservarvi il futuro, anche nella peggiore delle ipotesi?
“Personalmente non faccio calcoli, mi concentro su quello che dobbiamo fare ogni sera di partita, vedremo alla fine quello che ne uscirà, ma è ovvio che non siamo felici di questa situazione”.

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