Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Trappola o grande occasione?
Con la vittoria di sabato l’Ambrì Piotta ha fatto un deciso passo verso la qualificazione ai play-in, ed attualmente i biancoblù secondo le proiezioni di NLIcedata.com hanno oltre il 70% di probabilità di qualificarsi al postseason. Le prospettive sono dunque buone, ed anche se il lavoro non è ultimato, il traguardo dei play-in deve comunque essere considerato come intermedio.
Nel recente passato infatti il passaggio interlocutorio che dava una chance di qualificarsi ai playoff ha anche rappresentato il capolinea per la squadra leventinese, ed in particolare lo scorso anno erano stati sollevati degli interrogativi sul carattere e la maturità della squadra dopo le sconfitte contro Lugano e Bienne.
Il collasso casalingo dopo il parziale di 4-0 nel derby, e poi la partita di ritorno “molle” contro il Bienne quando i playoff erano lì da prendere con una vittoria casalinga avevano fatto capire che alla squadra sicuramente qualcosa mancava per partecipare al postseason vero e proprio.
Quest’anno le cose saranno diverse? Solo il tempo lo dirà, anche se è possibile avere delle sensazioni positive visto l’ottimo 2025 della squadra (quinto posto con 29 punti in 18 partite), ma soprattutto per una tendenza più marcata a mostrare carattere e determinazione. L’energia con cui è stata affrontata la delicata partita contro il Bienne è una bella indicazione.
Inoltre i play-in quest’anno non sembrano proibitivi. Kloten, Langnau, Bienne e Rapperswil sono tutte avversarie alla portata, mentre il solo Ginevra sulla carta ha una rosa che può fare più paura. Poi è vero, contro Langnau e Rapperswil sono arrivati pochi punti (rispettivamente 0 e 5), mentre è andata meglio con Kloten (10) e Bienne (6). Contro il Ginevra ne sono invece arrivati 4.
Però se si parla di fare “click”, e compiere finalmente un passo avanti in termini di carattere, convinzione e cattiveria nelle partite in cui si arriva alla resa dei conti, questa deve essere l’occasione per riuscire finalmente a farlo.
2. Miles & More
Alla sua prima stagione tra i professionisti, Miles Müller ha accumulato sin qui un concentrato di nuove esperienze che vanno tutte assimilate, e infatti in varie occasioni si è visto quanto il suo entusiasmo ed energia non vadano ancora a braccetto con la malizia dei giocatori più navigati.
Ovviamente è logico che sia così, perché già solo arrivare in una lega di alto livello come la National League a 19 anni e conquistarsi un posto da titolare praticamente fisso non è uno scherzo, e già solo per questo la stagione dell’attaccante è stata positiva.
Anche nel suo caso però i progressi con il passare dei mesi stanno diventando sempre più evidenti, e in particolare nelle ultime settimane Müller ha ben completato la linea di Heim e Bürgler con tante giocate pregevoli. Un po’ di fatica all’inizio era d’altronde preventivabile – lo si era visto anche lo scorso anno con Landry e De Luca – ma ora l’assenza dal tabellino va addirittura stretta per il giovane, che nelle ultime partite avrebbe meritato maggiore concretezza per quanto mostrato.
Chissà, magari qualche punto in più arriverà già nell’ultima parte di stagione, ma ciò che più conta è che le premesse per il futuro appaiono molto buone. Miles ha sicuramente… molto altro in serbo.
3. Il gol più speciale
Vedere il difensore Dario Wüthrich trovare il primo gol in carriera è stato un momento speciale, forse il più significativo dell’intera stagione dell’Ambrì Piotta. La soddisfazione è per lui arrivata alla partita numero 182 in carriera, e soprattutto al termine di un percorso che era già complicato prima del tragico evento poco prima di Natale, e che poi a quel punto si è fatto davvero ripido e provante.
La vera forza del 25enne è stata quella di non darsi per vinto, di non rinunciare – anche solo per qualche partita – a praticare quello sport che è uno dei suoi grandi amori, e la sua determinazione sta venendo sempre più premiata.
Sportivamente Wüthrich già a inizio stagione appariva in crescita, non è certo un difensore top ma è ad oggi un elemento più affidabile e a cui si possono chiedere diversi minuti, e in questo senso è stata una nuova dimostrazione che con fiducia e costanza d’impiego è sempre possibile crescere.
Toccante invece l’aspetto umano che ha accompagnato il gol di sabato sera. Alla gran stoccata finita alle spalle di Säteri, la Gottardo Arena è scoppiata in un boato ancora più forte del normale, mentre i giocatori biancoblù sono corsi ad abbracciare il compagno, con Zwerger che si è poi affrettato a recuperare il puck. Tutti consapevoli di aver assistito a un momento speciale, e che resterà a lungo nella memoria del club.
4. Il trio delle meraviglie
Esattamente due mesi fa, quando Maillet aveva elevato il suo gioco in maniera importante, si era parlato di un Ambrì Piotta che finalmente poteva tornare su una vera prima linea, con Kubalik–Maillet–DiDomenico che aveva il potenziale per essere trascinante come raramente successo in passato. Dopo il trio Trudel–Toms–Domenichelli i biancoblù non avevano più avuto un blocco così dominante.
A distanza di diverse settimane si può affermare che coach Luca Cereda ora un primo blocco maiuscolo ce l’ha finalmente a disposizione, tanto che dal 21 dicembre ad oggi – data in cui i tre sono stati uniti – quella leventinese è stata nettamente la linea più produttiva della lega con 19 gol messi a segno a parità numerica (e 50 punti complessivamente messi assieme) in una ventina di partite.
Avere un punto di riferimento del genere permette anche al resto della squadra di giocare meglio, prendere ulteriore coraggio e spronare a propria volta a dare qualcosa in più. La vera domanda ora è: l’Ambrì avrà la possibilità di vivere un campionato intero con il suo trio delle meraviglie? È la classica domanda da un milione, a cui solo Paolo Duca con il tempo potrà dare una risposta.
5. Powerplay Avengers
Detto dell’ottimo 2025 vissuto sin qui dall’Ambrì Piotta, c’era ancora un elemento che per i biancoblù non funzionava come sperato, e questo era il powerplay. Anche nel nuovo anno i leventinesi stavano infatti faticavano, e prima dell’ultima settimana erano sotto il 20% di riuscita considerando i dati dal primo di gennaio, mentre da inizio stagione si era sul 17.8%.
Lo staff ha così deciso di mischiare un po’ le carte a partire dalla serata di Davos, ed ha portato nel primo blocco di powerplay Bürgler ed Heed, ovvero gli unici due elementi che nel PP2 avevano saputo produrre in superiorità.
Ne è così uscito una sorta di “super blocco”, completato da Kubalik, Di Domenico e uno tra Maillet e Heim. Questo significa che Virtanen è stato “dirottato” nella seconda unità, una mossa non scontata ma giustificata anche da un periodo offensivamente molto ispirato da parte di Heed.
Sulla carta questa impostazione permette di avere tante opzioni di tiro e di rendere sicuramente la manovra meno prevedibile – ovvero non basata unicamente sulla conclusione al volo di Kubalik – e se il gioco si fa meno leggibile, per gli avversari diventa impossibile chiudere tutte le linee di passaggio.
I risultati? In termini di costruzione del gioco ci vorrà un campione più ampio per capirlo ma, per quanto riguarda i gol, l’Ambrì in tre partite ha avuto dieci opportunità di powerplay segnando quattro reti, tutte con la prima unità di powerplay.
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