Provate ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere facendo giocare assieme Pelé e Maradona. Oppure, per restare ai nostri giorni, unendo nello stesso attacco Cristiano Ronaldo e Messi. Ma forse, per i canadesi, di paragoni per descrivere quei momenti non ce ne sono, tanto che quella coppia fu denominata “The Hockey Heaven”.
Stiamo parlando di quando, per la prima e unica volta nella storia, Wayne Gretzky e Mario Lemieux si trovarono a giocare nella stessa linea in occasione della Canada Cup del 1987.
Quella coppia era la punta dell’iceberg di una partita che vedeva affrontarsi il meglio che la storia dell’hockey aveva da offrire, con i due citati al top delle loro carriere, ben dodici Hall of Famer nel solo Canada e dall’altra parte il talento straordinario di quella altrettanto straordinaria generazione di fenomeni generata dall’Unione Sovietica.
“È stato un po’ come lo scontro definitivo tra il bene e il male – dirà Larry Murphy – una sfida così epica che ho sempre pensato non si sarebbe mai ripetuta. E difatti è stato così”.
Una sfida di finale del torneo (che si disputava al best of 3) che voleva anche essere una rivincita delle famose Summit Series e per il Canada soprattutto era l’occasione di far dimenticare alcune scoppole ricevute proprio nel proprio torneo anni prima come un famoso 1-8. La formazione della foglia d’acero sapeva anche che l’occasione di schierare così tanti fenomeni era unica e non si sarebbe mai più ripetuta.
Canada e URSS arrivano in finale dopo essersi scontrate già nel girone principale, ma quel 3-3 scaturito tra le due potenze non aveva fatto che aumentare l’attesa per le finali senza delineare alcun favorito. In semifinale i canadesi fanno fuori la Cecoslovacchia di Hasek per 5-3, mentre l’URSS elimina la Svezia con il punteggio di 4-2.
La prima partita di finale si gioca l’11 settembre 1987 al Forum di Montreal e l’Unione Sovietica sembra prendere il largo dopo l’iniziale vantaggio canadese ad opera di Mike Gartner, tanto che al 22’ gli ospiti sono già sul 4-1 grazie alle reti di Kasatonov, Krutov, Makarov e Kamensky. Gli uomini di Tikhonov sembrano aver trovato le giuste contromisure, con la linea “KLM” (Krutov, Larionov, Makarov) che spadroneggia e regala un hockey così tecnico da lasciare interdetti anche gli avversari.
“Dalla panchina osservavo Krutov e Makarov passarsi il disco nel traffico con una facilità disarmante – ricorda ancora Larry Murphy – si scambiavano di lato continuamente senza dare alcun riferimento e a una velocità folle. Non avevo mai visto una cosa del genere”.
Il Canada reagisce e accorcia le distanze poco prima della seconda sirena con Ray Bourque e completa la rimonta nel terzo tempo con un finale palpitante dove trova anche un vantaggio con Gretzky, ma dopo il nuovo pareggio di Khomutov è Semak a regalare la vittoria in Gara-1 all’URSS con il gol del 6-5 all’overtime.
La seconda partita si gioca a Hamilton, nel Copps Coliseum davanti a 17’000 spettatori. Il Canada ha tutta la pressione addosso, dopo la sconfitta iniziale è con le spalle al muro e in caso di sconfitta media e tifosi non avrebbero lasciato scampo allo squadrone di Keenan.
La partita è spettacolare, di nuovo, le squadre avanzano e poi si riprendono. Il Canada va sul 3-1 con Rochefort, Gilmour e Coffey (provvisorio 1-1 di Khomutov) ma poi si ritrova sul 4-4 nel terzo tempo per via delle reti di Fetisov, Krutov e Bykov, mentre la quarta rete canadese è di Lemieux.
“Super Mario” riporta avanti i suoi sul 5-4 in power play al 50’ ma Kamensky pareggia a poco più di un minuto dal termine, portando all’overtime una sfida straordinaria, descritta da molti come la miglior partita di hockey della storia. Sarà ancora un 6-5 il risultato finale, come in Gara-1, ma stavolta l’overtime sorride al Canada, che con Lemieux trova il gol che vale il pareggio nella serie e la tripletta per la star dei Penguins dopo mezzora di prolungamenti.
Si va alla decisiva Gara-3, con l’incertezza e l’equilibrio che regnano sovrani. Si gioca ancora al Copps Coliseum di Hamilton e stavolta è l’Unione Sovietica a creare il primo solco nel risultato, andando fin sul 3-0 in meno di dieci minuti. Il Canada è scioccato, quando sembrava che avessero trovato le giuste contromisure, Gretzky e compagni si trovano di nuovo ai piedi della scala.
“Ti sembra di controllarli bene, li osservi davanti a te – le parole di Dale Hawerchuck – poi sbatti le palpebre e te li ritrovi alle spalle. Erano giocatori assolutamente fenomenali”.
Il Canada è sempre costretto ad inseguire, Tocchet e Propp riportano sotto i padroni di casa ma Khomutov allunga di nuovo sul 4-2 al termine del primo periodo. Keenan non ha altro da fare che puntare su una maggior fisicità, sul lavoro dei centri e su un forecheck che rischia sempre di diventare un’arma a doppio taglio, dato che i sovietici sono maestri nell’eludere la pressione.
A metà partita però il Canada trova lo spunto giusto, Larry Murphy, Darryl Sutter e Hawerchuck ribaltano la situazione e alla seconda sirena i padroni di casa sono sul 5-4 in loro favore. L’URSS non muore mai però e non cambia assolutamente stile di gioco o ritmo, tanto da arrivare al nuovo pareggio con il 5-5 di Semak al 52’. Ora ci vuole il colpo di genio, la follia, il rischio. Il Canada a lungo andare sembra pagare dazio sul piano fisico con quel lavoro in forecheck, e nonostante il maggior contenimento (i canadesi hanno tirato il doppio) l’URSS sembra più fresca sul finale di partita.
È il 58’inoltrato, ingaggio nel terzo difensivo canadese alla destra di Grant Fuhr tra Hawerchuck e Kamensky. Il canadese vince l’ingaggio, passa il disco a Lemieux e blocca lo stesso Kamensky. Lemieux lancia in verticale Gretzky che avanza con il puck, Kravchuk cerca di bloccarli ma cade e Gretzky ha il tempo di mandare sotto porta un assist fantastico per lo stesso Lemieux che con un tiro sotto l’asta indovina il gol decisivo di Gara-3 e dell’edizione 1987 della Canada Cup.
Quel momento preciso, quei cinque secondi di azione per arrivare alla combinazione tra The Great One e Super Mario sono stati il culmine di un sogno per i canadesi e per i tifosi di hockey, la soluzione perfetta per una partita perfetta che non avrebbe potuto avere un finale più incredibile, deciso dai due più grandi di sempre. Cinque secondi per capire cos’era The Hockey Heaven, uno dei più grandi momenti nella storia dello sport canadese.
E il risultato di 6-5 finale (il terzo consecutivo) ha ribadito che la forza delle due superpotenze era veramente vicina e il Canada più forte di sempre ha dovuto dar fondo a tutto quello che aveva per poter avere la meglio sulla straordinaria squadra di Tikhonov, lasciando ancora qualche dubbio su chi fosse il migliore tra i due contendenti.
“Penso di aver giocato l’hockey migliore della mia carriera in quel torneo – ha affermato Wayne Gretzky – e quelle finali sono state le migliori partite di sempre. Credo che nessuno potrà mai rivedere un hockey del genere.”
Già, perché il paradiso lo si può vedere una volta sola.