BRATISLAVA – Lacrime russe sugli spalti, giubilo finnico a prendersi gioco dei grandi battuti. Guai ai vinti, stavolta di quelli inaspettati, un tonfo quello della Sbornaja che ha tutti i crismi del fallimento.
Sì, perché coach Vorobyov aveva a disposizione una squadra dal talento immenso, capacità fisiche sopra la media e due tra i più forti attaccanti del mondo, Ovechkin e Kucherov, con dietro ancora un gruppo di classe assoluta a partire dal portiere Vasilevski.
E allora come è potuto succedere? È successo che la Finlandia ha sorpreso tutti, priva di grandi star (solo quattro giocatori dalla AHL, il resto tutti da Europa e KHL) se non una futura, quel Kaapo Kakko un po’ in ombra sabato, ma costruita per essere un gruppo vincente e della mentalità operaia e pattinatrice.
Non vi è quindi da sorprendersi se tra i leader di questa squadra ci sono nomi noti in Svizzera come Harri Pesonen, o se a risolvere la sfida ci ha pensato il colosso Marko Anttila, capitano un po’ a sorpresa di questa Finlandia, ma simbolo di un hockey più “umile” che ha prevalso sulla classe assoluta.
Chiariamo, la Russia se l’è giocata questa finale, ma non vi è da credere che non si sia fatta un po’ sorprendere dai propri avversari, e una volta che un coach esperto e di lungo corso come Jukka Jalonen ti ingabbia dall’inizio poi è dura venirne fuori.
L’impressione fin dal primo cambio era piuttosto netta, la Russia in questo torneo non era mai stata messa così in dubbio, mai aveva subito tanti break pericolosi, mai aveva subito il gioco da parte di un avversario, insomma la Finlandia ha messo in piedi un impianto veramente efficace. Efficace e bello da vedere, veloce, propositivo, ogni linea ha giocato per far male e non solo per contenere e dietro il sorprendente Lankinen ha chiuso ogni falla.
Quando Anttila ha poi messo la sua zampata in un match tiratissimo, spettacolare e intenso, si è capito che poteva essere decisiva, uno di quei tipici dettagli (e chiamalo dettaglio…) che spaccano le partite a favore di chi fugge per primo. La Russia ha provato a raddrizzare la baracca in ogni modo, ha cambiato linee offensive, nel 6 contro 5 finale ha messo sul ghiaccio un arsenale offensivo impressionante, ma il lavoro della Finlandia ha pagato con la vittoria e l’accesso alla finale.
Una finale un po’ inaspettata per la “Suomi”, ma per quanto visto sul ghiaccio contro la Russia non deve affatto sorprendere, Pesonen e compagni hanno probabilmente proposto il miglior hockey di questo torneo in termini di disciplina ed efficacia, senza tralasciare anche il piacere per gli occhi.
Per la Russia uno smacco simile a quelli già visti in passato, anche se questa squadra già nel girone preliminare sembrava volersela giocare sul serio, fino a quando non ha incontrato Kakko e compagni e da lì l’intenzione non è più bastata.