Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
1. Tre secondi per due minuti
Se non è record poco ci manca. Per avere a disposizione un powerplay alla Bossard Arena, il Lugano ha dovuto attendere solo tre secondi di gioco con un solo giocatore ad aver toccato il disco, ossia Fredrik Olofsson, il penalizzato per un colpo di bastone.
Una penalità diretta chiamata sull’ingaggio iniziale è probabilmente – andrebbero scrutati gli archivi storici – quasi un record nel campionato svizzero, anche se a livello internazionale a farla da padrone è la rissa che ha coinvolto i dieci giocatori in pista per l’ingaggio iniziale tra New York Rangers e New Jersey Devils nell’aprile del 2024 appena l’arbitro ha lasciato il disco sul ghiaccio. Ma siamo svizzeri, noi non esageriamo in quella maniera.
2. La fisica di Willy il Coyote
Ci sono dei momenti che rimangono sospesi nel tempo e nello spazio, per pochi istanti, che ti fanno sperare di cadere da una parte anche se in fondo sai già succederà il contrario. Nel mondo dei cartoni animati questo succede a Willy il Coyote nelle sue scorribande alla caccia di Beep Beep Roadrunner, quando rimane per alcuni secondi sospeso nell’aria sopra a un burrone, cadendo solo quando si accorge del vuoto sotto di sé.
Ed è un po’ anche quello che sta succedendo al Lugano, nella foga di voler raggiungere i play-in con forse troppo entusiasmo, non si è accorto che il bordo del precipizio si è avvicinato di nuovo. Chissà se ai bianconeri basterà non guardare verso il basso per tornare su una roccia più salda o dovranno tirare fuori dalle tasche il famoso cartello con scritto “AIUTO”.
3. Bianconero e a colori
In un campionato che ha visto un aumento dei giocatori stranieri, soprattutto attaccanti, da tre stagioni a questa parte, le prestazioni dei giocatori svizzeri sono state a volte messe un po’ in ombra salvo poche eccezioni. Prova ne è che al momento di giocatori svizzeri con la tenuta da topscorer ce ne sono solamente due, e rispondono al nome di Lino Martschini e Luca Fazzini.
Il bianconero sta portando avanti l’ennesima stagione di alto livello e nella pausa di febbraio tornerà a vestire anche la maglia della Nazionale di Patrick Fischer. Il numero 17 è stato realista in un’intervista al Corriere del Ticino, le sue possibilità di venire convocato per un mondiale sono ridotte al minimo, ma intanto tra una maglia fiammeggiante e quella rossocrociata aggiunge comunque qualcosa di prestigioso e colorato al suo guardaroba in una stagione in bianco e nero, in tutti i sensi.
4. È comunque giorno di festa
Chissà se aveva programmato proprio questa domenica per il suo rientro alle competizioni Giovanni Morini, di nuovo sul ghiaccio proprio nel giorno del suo compleanno.
Non è stata una festa completa per l’italiano, dato che il Lugano è stato sconfitto dal Langnau in una sfida quasi fondamentale per il percorso dei bianconeri, ma il regalo più bello è stato quello di poter tornare a giocare nel pieno delle proprie possibilità, perché solo il numero 23 del Lugano e chi gli è stato accanto sa quante sofferenze ha dovuto sopportare e quante frustrazioni da continui rinvii ha dovuto mandare giù da quel maledetto giorno di febbraio.
Non lo dirà mai a nessuno, ma se ha espresso un desiderio soffiando sulle candeline, possiamo immaginare cosa abbia potuto chiedere.
5. Piedi d’argilla
Da quando in autunno si sono infortunati in serie sia Niklas Schlegel che Joren Van Pottelberghe, i problemi del Lugano hanno preso una improvvisa accelerata. L’ingaggio di Adam Huska non ha dato i frutti sperati, e solo nelle partite in cui è stato impiegato da Krupp ha dato l’impressione di essere in ripresa, ma mai raggiungendo alti livelli.
Dominic Nyffeler fa quello che può, ha giocato una partita da titolare senza colpe per la sconfitta, ma in generale il quadro completo dei portieri bianconeri è impietoso.
Schlegel è rientrato bene dall’infortunio ma quel “bene” rappresenta solo una sufficienza risicata per qualche ottima prestazione sempre più rara dato che il numero 34 non sembra in grado al momento di rubare le partite. Lo zurighese al momento è 17esimo per salvataggi (89,66%) ossia ultimo tra chi ha giocato almeno 20 partite, mentre Huska presenta un magrissimo 86,7% con quasi 4 gol subiti a incontro.
Squadre come Langnau, Ambrì Piotta o Friborgo dimostrano che una base solida in porta permette di rubare una bella fetta di punti anche in partite giocate “così così”, mentre il Lugano tra un problema e l’altro (che non sono solo i portieri, è ovvio) deve sempre trovare la partita quasi perfetta per muovere la classifica, e questo non va bene.