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DAVOS – AMBRÌ
0-2
(0-0, 0-1, 0-1)
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Reti: 28’36 Landry (Curran, Heed) 0-1, 43’33 Heed 0-2
Note: Zondacrypto Arena, 6’547 spettatori
Arbitri: Borga, Lemelin; Fuchs, Cattaneo
Penalità: Davos 4×2, Ambrì Piotta 4×2
Assenti: Daniele Grassi (infortunato), Rocco Pezzullo, Janne Juvonen, William Hedlund (sovrannumero), Dominic Zwerger (ammalato)
DAVOS – Ha compiuto un passo avanti importantissimo l’Ambrì Piotta, che nella trasferta di Davos ha trovato tre punti pesanti ed anche le risposte di una squadra che con il rientro di DiDomenico ha effettivamente cambiato volto, ed ora l’obiettivo intermedio dei play-in è più vicino.
Quella dei leventinesi è stata una buona partita con sole alcune sbavature, nello specifico diverse occasioni sciupate – alcune anche cristalline – e poi una fase del terzo periodo in cui era possibile evitare alcune penalità e di riflesso non complicare eccessivamente le cose, ma in tutto questo è stato ottimo anche Senn.
Il portiere è arrivato dove non sono riusciti a intervenire i suoi compagni, e in almeno 2-3 occasioni ha sfoderato delle parate fondamentali e dall’impatto chiaro sull’andamento della sfida, che gli hanno permesso di guadagnarsi il secondo shutout consecutivo contro la sua ex squadra.
Nel complesso la vittoria dell’Ambrì Piotta è comunque stata indubbiamente meritata. La squadra di Cereda si è dimostrata più attiva e intraprendente sin dal primo periodo, inizialmente in un contesto dai ritmi e fisicità non stellari – il livello della partita finita 1-0 a inizio dicembre in Leventina era stato sicuramente più alto e “da playoff” – ma poi capace di crescere con lo svilupparsi degli eventi, mostrando anche una certa pazienza quando necessario.
La prima linea grazie al rientro di DiDomenico è tornata a essere una forza trascinante, con anche Maillet autore di vari spunti dall’alto potenziale soprattutto al servizio di un Kubalik pericoloso a cadenza regolare, anche se nell’occasione con una mira meno letale del solito. Pur senza trovare il gol, il trio è stato ad ogni modo determinante per la mole di gioco prodotta, favorendo anche una fase di transizione che inizialmente ha prodotto le principali occasioni.
Anzi, sino al gol di Landry i biancoblù potevano recriminare su varie chance non sfruttate davanti ad Aeschlimann – con Kubalik, Pestoni e DiDomenico in particolare – ma poi una volta trovata la rete si è visto un Ambrì capace di gestire bene il flusso del gioco, trovando in Senn una mano determinante quando avvenivano alcune sbavature.
Il risultato si è bloccato con Luca Hollenstein tra i pali, chiamato a sostituire Aeschlimann dopo l’infortunio a un dito provocato da una bastonata di DiDomenico. Il canadese anche nel finale ha contribuito a mantenere la sfida movimentata, mentre l’Ambrì nei suoi spogliatoi ha dovuto accogliere anticipatamente André Heim, uscito già nel secondo tempo per un infortunio – un scontro con Wüthrich – di cui si dovrà capire l’entità.
Nel terzo periodo è poi arrivato il raddoppio in powerplay firmato da Heed, con un assolo simile a quello recente contro l’Ajoie e dunque non propriamente il risultato del lavoro degli special teams. Una pericolosità maggiore la si è comunque vista, anche perché Cereda ha scelto di spostare dalla seconda alla prima unità sostanzialmente gli unici due giocatori che erano produttivi in quel blocco, ovvero Heed e Bürgler, con in particolare l’attaccante che può contribuire a rendere meno prevedibili le linee di passaggio e le risultanti conclusioni.
Qualche fase concitata è poi arrivata nel finale, come detto principalmente a causa di penalità che una squadra più smaliziata dovrebbe cercare di evitare – in particolar modo quella rimediata da De Luca, che voleva rendere giustizia a Curran – ma l’Ambrì ha comunque saputo difendersi.
Deve ora continuare su questa strada la squadra di Cereda, mostrando personalità e aumentando se possibile ancora l’intensità e fisicità, che nella prima parte di gara – con un Davos che ha lasciato ampi spazi – avrebbero potuto permettere di lasciare un segno maggiore. Ma un passo avanti importante è stato fatto.
IL PROTAGONISTA
Chris DiDomenico: La squadra con il suo ritorno ha cambiato volto in positivo, mostrando più personalità e combattività, ed inoltre la prima linea è ritornata a essere una forza trascinante e costantemente pericolosa. È come se con la sua presenza, tutti gonfiassero un po’ di più il petto, e rispetto all’Ambrì visto nell’ultimo weekend si è avuta la conferma di quanto DiDo sia importante per questo gruppo.
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