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Lugano

In quel di Losanna il Lugano confeziona l’ennesimo disastro

Non bastano due tempi solidi e un vantaggio di due reti, i bianconeri si fanno di nuovo rimontare e sconfiggere nel finale. Ora il vero pericolo sono i playout

(PostFinance/ KEYSTONE/Valentin Flauraud)

In quel di Losanna il Lugano confeziona l’ennesimo disastro

LOSANNA – LUGANO

4-3

(1-0, 0-3, 0-3)

Reti: 13’12 Rochette (Kahun, Perlini) 1-0, 24’12 Dahlström (Aleksi Peltonen) 1-1, 25’56 Cormier (Verboon, Aebischer) 1-2, 26’19 Zohorna (Sekac) 1-3, 44’55 Perlini (Suomela) 2-3, 55’11 Bayreuther (Bozon) 3-3, 59’18 Riat (Fuchs) 4-3

Note: Vaudoise Arena, 9’600 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Staudenmann; Urfer, Francey
Penalità: Losanna 2×2, Lugano 3×2

Assenti: Joren van Pottelberghe (infortunato), Dominic NyffelerLiekit ReichleValtteri PulliMichael JolyStephane Patry (sovrannumero), Leandro Hausheer (Coira)

LOSANNA – Lo si sapeva che da settimane ormai quello del Lugano sarebbe stato un cammino su un filo sospeso, come quello dei funamboli da circo. E più il tempo passa, le conseguenze di un errore vengono pagate a un prezzo che si moltiplica di giornata in giornata.

Il disastro combinato in quel di Losanna dai bianconeri – va bene, contro una delle favorite al titolo, ma disastro rimane – rischia a questo punto di essere quasi decisivo per il destino della squadra di Uwe Krupp. Ma attenti, non stiamo parlando della qualificazione ai play-in, che solo per i più ottimisti o sognatori erano (o sono?) ancora nelle possibilità dei bianconeri in un discorso che va oltre la matematica, ma ci si riferisce al fatto che a questo punto anche lo scalino che varrebbe le vacanze anticipate pare in grave pericolo, alla luce dei risultati di serata, Ginevra su tutti.

(PostFinance/ KEYSTONE/Valentin Flauraud)

E di nuovo, come capitato contro lo stesso Servette, ancora più simile a quanto visto nel finale di fronte al Berna, il Lugano viene punito per non aver saputo gestire due reti di vantaggio, per aver smesso di giocare in un terzo tempo che interpretato in quella maniera contro una corazzata come quella di Geoff Ward è sinonimo di suicidio sportivo.

Qui la responsabilità va sulle spalle dello staff tecnico per almeno la stessa parte di quanto debbano risponderne i giocatori, perché se l’interpretazione della partita dall’inizio e l’efficacia sia difensiva che offensiva mostrate nel tempo centrale erano quanto di meglio ci si potesse attendere dai bianconeri, quell’ultimo quarto d’ora è stato figlio di una completa mancanza di controllo sugli eventi e soprattutto una clamorosa e imperdonabile mancata lettura di quanto certi segnali stavano dicendo.

Prima del pareggio, anche prima del 2-3 dei padroni di casa le spie di allarme che si sono accese erano abbastanza chiare, il Lugano si era chiuso troppo dietro la propria linea blu invece di continuare con quel forecheck in zona neutra che per quaranta minuti aveva praticamente annullato l’attacco del Losanna, così facendo ha favorito un cambio di zona del gioco che logicamente si è concentrato maggiormente nello slot davanti a Huska.

Sarebbe stato anche improbabile ed ingenuo pensare che i padroni di casa non avrebbero aumentato il ritmo – dal 45′ hanno giostrato a tre linee – alla ricerca di punti per difendere il primo posto in classifica dagli ZSC Lions, spinti da una pista che si è infiammata proprio in tempo per spingere i propri beniamini.

(PostFinance/ KEYSTONE/Valentin Flauraud)

È l’ennesimo disastro di una stagione che rischia di diventare un’agonia infinita per una squadra che non riesce a dare il minimo senso a quello che sta facendo, che non riesce a mettere nel mirino nemmeno gli obiettivi non minimi (quelli sono andati da un pezzo) ma quelli di riparazione o perlomeno di minore dei mali.

Stare qui ora a chiedersi il perché di questi crolli, le ragioni di un’incapacità di mettere due vittorie in fila o di gestire i momenti caldi, è inutile, dopo quasi cinquanta partite chi doveva capire queste ragioni dovrebbe averle capite, il problema è metterci una pezza in così poco tempo.

Talmente poco tempo che ci sono tre partite a disposizione per evitare l’onta dei playout nella stagione che doveva portare ai playoff diretti e alle semifinali (quel famoso “passo in più”), tre scalini da fare con l’ennesimo fardello di un’occasione gettata sulle spalle.
Il baratro stavolta è veramente a un passo.


IL PROTAGONISTA

Damien Riat: Con quel gol a 42 secondi dalla fine ha messo la ciliegina sulla torta di una partita di grande volume e qualità, sempre al centro di molte delle azioni più pericolose del Losanna anche quando i bianconeri erano in controllo della partita. Il numero 9 conferma di essere uno degli uomini più importanti di una corazzata come quella biancorossa infarcita di nomi di grande spessore.


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