BERNA – Il trittico infernale pre-natalizio del Lugano è cominciato alla PostFinance Arena di Berna, dove un Lugano inusualmente quasi al completo ha reso visita agli orsi della capitale. Le buone notizie sono giunte dalla difesa, che dopo il rientro di Hirschi ha salutato anche quello di Morant e di Heikkinen, con il risultato che, a causa di un “sovraffollamento”, Kienzle è stato spostato in attacco al fianco di Conne e Di Pietro. Unici assenti quindi tra le fila del Lugano sono gli infortunati Domenichelli e Fazzini, oltre a Nummelin che è lo straniero in sovrannumero (Blatter e Brady Murray hanno terminato la stagione anzitempo).
Dopo il brutto scivolone patito in ottobre sullo stesso ghiaccio, i bianconeri hanno interpretato la partita in maniera decisamente prudente, lasciando al Berna il pallino del gioco, pur impedendo a Tavares e banda di dominare l’incontro e crearsi grosse occasioni. Il risultato è stato un match piuttosto bruttino, giocato a ritmi poco elevati e tenuto in piedi da folate offensive create più che altro da errori delle rispettive difese o da un incostante Bührer, capace di grandissimi interventi, così come di disattenzioni incredibili.
(A. Branca)
E proprio di queste disattenzioni il Lugano avrebbe potuto e dovuto approfittare meglio, perché se quel black out a cavallo della prima pausa è costato doppio svantaggio, altrettanti passaggi a vuoto della retroguardia e del portiere di casa hanno dato le occasioni migliori ad un Lugano che mai ha dato l’impressione di affondare a cospetto anche delle migliori giocate dello stellare Tavares. Sì perché oltre alla fantasia del centro degli Islanders e alla regia di Streit e Josi, il Berna non ha mostrato argomenti per definirsi una squadra nettamente superiore a quella di Huras, ma gli ospiti hanno accentuato queste differenze mostrando grosse lacune nel finalizzare le occasioni da rete.
Un grosso aiuto al Berna è arrivato anche dal power play…luganese, a secco in sei occasioni e addirittura in negativo dopo la rete di Vermin in short hand. I quintetti di superiorità numerica a disposizione di Huras non segnano più, e questo è un segnale inequivocabile che l’assenza di Domenichelli – e teoricamente anche di Brady Murray – lascia un buco non indifferente nel computo delle reti, soprattutto di quelle “pesanti” a cui il numero 76 ci aveva bene abituati. A questo punto vien da chiedersi se per sostituire quelle reti perse, e non da ultimo per portarsi a livello di altri roster per potenzialità, non sia il caso di chinarsi seriamente sull’ingaggio di un’ala straniera, perché in squadra non sembra più esserci sostituto ideale per chi garantiva una ventina di reti (molte delle quali decisive e o pesanti), nemmeno quel Daniel Steiner di cui da settimane non si hanno notizie.
(A. Branca)
Aldilà del risultato, che fino a due minuti dal termine era diviso da una sola rete, nessuno nel Lugano è emerso particolarmente, così come nessuno è affondato malamente. Hirschi sta riprendendo il ritmo, e alcune conclusioni a rete stanno lì a dire che il capitano sta tornando quello di cui la squadra ha bisogno come il pane. Molto combattivo come al solito Bergeron, lucido e preciso, ma se pure lui ha mancato un paio di occasioni, vi è da dire che nemmeno Metropolit ha giocato la miglior partita, soprattutto in fatto di rapidità d’esecuzione, venuta a mancare in power play. Sfortunato al suo rientro Heikkinen, autore di una deviazione sulla terza rete del Berna, ma è stato forse il più attivo a dare scosse offensive, e alcuni tiri hanno fatto tremare un Bührer che però va sollecitato con più precisione. Senza particolari colpe sulle reti, Flueckiger è stato protetto bene nello slot, ma abbandonato all’uscita delle autostrade in cui si sono involati Vermin e Tavares.
Ora si continua con un’altra difficilissima trasferta in quel di Zugo, e portare via punti a Zetterberg e Brunner potrebbe essere un ottimo affare per vivere un Natale (Friborgo permettendo) piuttosto tranquillo.