RIGA – La sensazione è quella di aver sbattuto contro un muro. L’eliminazione della Svizzera ai quarti di finale da parte della Germania ha riaperto vecchie ferite e soprattutto ferma bruscamente la corsa di una squadra che a livello di effettivi e per quanto mostrato nel girone aveva sicuramente i mezzi per puntare a una medaglia.
Il selezionatore della nazionale Patrick Fischer, visibilmente abbattuto, si concede ai microfoni senza nascondere la sua delusione: “Mi sento vuoto – le parole del coach rossocrociato – la responsabilità la sento mia, la delusione è totale”.
Patrick Fischer, quali sono i sentimenti a caldo dopo questa eliminazione?
“Sono deluso da me stesso perché non sono riuscito a mettere sul ghiaccio la squadra migliore per vincere, abbiamo fatto dei regali alla Germania, non eravamo sereni e non siamo riusciti proporre il nostro gioco. Come l’anno scorso volevamo andare a Tampere ma ancora una volta rimaniamo dove siamo, mi sento vuoto”.
A tuo parere dove è nata questa nuova sconfitta contro la Germania?
“Sapevamo che contro i tedeschi occorreva concentrazione ed evitare penalità, purtroppo la prima rete che abbiamo incassato ci ha fatto male e ha lanciato i nostri avversari. La scelta di far giocare Robert Mayer? Abbiamo deciso di fare giocare lui perché stava bene, viene da un grande campionato con il Ginevra e comunque nelle partite del girone aveva giocato molto bene. Mi è dispiaciuto anche per lui uscire così e ovviamente quella prima rete che ha preso contro la Germania è stata un peccato e ha fatto male, ma non voglio prendermela con lui, perché assieme a Genoni avevamo due ottimi portieri tra cui scegliere”.
Come migliorare l’aspetto mentale per riuscire finalmente a fare un altro passo avanti?
“È un aspetto di cui abbiamo parlato molto in questo torneo e nei giorni scorsi vedevo la squadra serena e con tanta voglia di giocare, però nonostante siamo riusciti in questa partita a raggiungere il pareggio e abbiamo avuto a disposizione diversi power play, alla fine abbiamo subito reti stupide. Sicuramente il fatto che quando le partite contano molto non riusciamo a giocare con serenità è un aspetto mentale, perché conosco bene questi giocatori e so di quello che sono capaci di fare nei loro club, dovremo capire perché qui non ci riescono in questo tipo di partite”.
Personalmente ti senti ancora di andare avanti con questa squadra in futuro?
“Questa non è una decisione che riguarda solo me stesso, bisogna sapere se i giocatori hanno ancora fiducia in me e nello staff, poi ci sono dei dirigenti che dovranno prendere delle decisioni. Io di certo non sono uno che molla, ma rispondere in maniera chiara a questa domanda in questo momento per me è difficile”.