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Lugano

Da Friborgo arriva un urlo nel buio del Lugano

Ancora raggiunti dopo un doppio vantaggio fuori casa, i bianconeri trovano la forza di strappare tre punti importantissimi con una partita di cuore e sacrificio

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Da Friborgo arriva un urlo nel buio del Lugano

FRIBORGO – LUGANO

2-3

(1-2, 1-1, 0-0)

Reti: 07’31 Verboon (Dahlström, Cormier) 0-1, 08’22 Fazzini (Arcobello, Guerra) 0-2, 10’41 Sörensen (Gunderson, Schmid) 1-2, 24’19 De la Rose (Marchon) 2-2, 34’18 Arcobello (Fazzini) 2-3

Note: BCF Arena, 9’262 spettatori
Arbitri: Stolc, Hürlimann; Bürgy, Gurtner
Penalità: Friborgo 3×2, Lugano 3×2

Assenti: Joren van PottelbergheMarco Zanetti (infortunati), Dominic NyffelerLiekit ReichleValtteri PulliRadim Zohorna (sovrannumero), Leandro Hausheer (Coira)

FRIBORGO – Quello che succede quando si è con l’acqua alla gola è che rimangono solo due scelte tra cui scegliere: lasciarsi andare sul fondo e abbandonarsi al proprio infausto destino o cercare di aggrapparsi a qualsiasi appiglio possibile convincendosi di essere ancora in grado di uscirne. Per il Lugano di Uwe Krupp queste ultime settimane sono tutte un entra ed esci dall’acqua alta, con una zattera di fortuna e improvvisata che cerca di galleggiare alla bell’e meglio e trarre in salvo i naufraghi.

La sconfitta casalinga subita contro il Berna, con quel gol subito a pochi secondi dalla terza sirena, rischiava di lasciare attaccato ai giocatori bianconeri una forma di frustrazione e scoramento ormai quasi decisive per la forma e la sostanza della partita, invece Fazzini e compagni in qualche maniera e nello spazio di una dormita e una trasferta in pullman hanno trovato delle risorse forse non insperate ma di certo non evidenti da tirare fuori in così poco tempo a disposizione per digerire quella beffa in un momento quasi tragico.

Sulla difficile pista del Friborgo, la squadra più in forma delle ultime cinque-sei giornate, il Lugano ha tirato fuori una prestazione battagliera, tutta votata al sacrificio e alla sostanza, e poco importa se lo spettacolo ne ha giovato ben poco o se si sono viste poche trame costruite collettivamente, la missione per i bianconeri era ben chiara, tre punti da conquistare sull’ennesima ultima spiaggia di questo 2025.

Rientrato Joly al quale ha fatto spazio Zohorna e Dahlström al posto di Pulli, Uwe Krupp ha mandato in pista una squadra pronta a sudare, e questo va sicuramente sottolineato nei grandi meriti di una squadra che avrebbe potuto mollare tutto alla prima difficoltà sul ghiaccio della BCF Arena, ma che invece, sbattendo ancora su se stessa – vedasi gli errori di Alatalo e qualche improvvisazione pericolosa – e sugli avversari naturalmente, ha trovato in qualche maniera la via per portare a casa tre punti che valgono il dodicesimo posto provvisorio (con una partita in più del Ginevra) ma che possono rappresentare un primo scalino per lasciare quella posizione definitivamente e una botta di morale non indifferente.

Lo si è capito soprattutto nei momenti finali, quando il Friborgo ha spinto con le sue migliori bocche da fuoco che il Lugano questi punti li voleva ad ogni costo ed ha finalmente tirato fuori quella disperazione che poche volte si era vista nei momenti di maggiore difficoltà e nelle partite che rischiavano di andare storte.

Si è capito che la posta in palio pesava vedendo anche le prestazioni di alcuni giocatori ospiti, da un Huska approssimativo sul gol subito ma poi efficace anche se tutto alla sua maniera e con uno stile a dir poco da brividi, a un Alatalo sempre con la voglia di giocare i dischi più scottanti ma capace anche del peggio come l’errore che ha portato al 2-2, così come però un quarto blocco encomiabile e tignoso che ha messo in grande difficoltà il Friborgo.

Stavolta il Lugano ha mantenuto la calma, ha corso qualche brivido nei secondi finali ma lo ha fatto sempre gettandosi su ogni disco e su ogni avversario, lasciando da parte per un po’ la costruzione del gioco e la ricerca della posizione di tiro migliore per andare a cercare i dischi sporchi, le deviazioni e gli errori degli avversari, tutta quella sostanza che messa assieme può portare a successi importantissimi.

Non ci addentriamo in previsioni, speranze o sentenze infauste, questo Lugano è troppo difficile da prevedere e da interpretare, ci limiteremo a fare come dicono i giocatori, a prendere “partita per partita”. Perché altrimenti si rischia di impazzire.


IL PROTAGONISTA

Matthew Verboon: Il numero 23 bianconero è stato il giocatore più attivo a livello fisico dei bianconeri e quello che assieme a Giovanni Morini ha saputo arrecare il maggior disturbo nello slot offensivo davanti a Galley. Non a caso si è messo in traiettoria del tiro di Dahlström per uno screen diventato una deviazione vincente e con un paio di belle azioni di forza ha sfiorato la doppietta personale, dando un gran da fare alla difesa dei dragoni.


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