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Troppo Porto per il Roller Club Biasca nell’impegno di Eurolega, finisce 12-1

Sette minuti e 33 secondi, tanto è durata l’imbattibilità dei campioni svizzeri del Biasca di fronte alla corazzata dei campioni portoghesi e vice campioni europei del Porto.

Contro ogni pronostico, e nell’incredulità generale, sarebbero tuttavia stati i ticinesi ad andare in vantaggio, quando ancora non erano trascorsi 5 minuti dall’inizio del confronto, se la deviazione di Scanavin non fosse stata, giustamente, annullata per bastone alto.

Il 12-1 finale non lascia molto spazio alle interpretazioni e la dice lunga sul divario tecnico-atletico che separa le due squadre, con i lusitani che sono, semplicemente, di un’altra categoria.

Da un lato dei professionisti che si allenano ogni giorno, dall’altro dei volenterosi dilettanti che provano con passione e abnegazione a contenere i danni. Con 8 reti nel primo tempo e 4 nel secondo il Porto ha dimostrato di non essere venuto in Ticino per una scampagnata e, forse colpiti nell’orgoglio da quel “quasi 1-0” dei minuti iniziali, gli ospiti hanno giocato partita vera per almeno tre quarti di gara, colpendo ogni qual volta ogni se ne presentava l’occasione.

In fondo, per la realtà del Biasca, potersi confrontare con i migliori giocatori d’Europa, rappresenta già un traguardo, aldilà del prevedibile esito della sfida.

La rete nel finale di gara del rientrante Giger, con una bella deviazione su tiro del giovane Devittori, ha comunque permesso, al festante pubblico di un gremitissimo Palaroller, di gioire, per davvero questa volta, pur trattandosi di un velleitario 12-1.

Una cosa è forse bene sottolineare: in un’epoca in cui si sente, purtroppo, spesso parlare di scontri o tafferugli dopo le partite, il clima a Biasca è invece stato quello di festa vera. Al fischio finale, nonostante il pesante passivo, la Curva viola ha lungamente omaggiato i campioni avversari e gli stessi giocatori si sono intrattenuti con i tifosi locali per le foto di rito.

Lo sport sa essere anche questo, in un mondo ideale dovrebbe essere la regola, non un’eccezione che fa notizia.

A cura di Marco Maggini

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