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Ambrì Piotta

Vittoria pazzesca, esce ancora il carattere dell’Ambrì di Cereda!

I biancoblù vanno sotto di tre reti, ma rientrano in partita e battono il Davos in un match spettacolare. Doppietta per Kostner, esce infortunato Mazzolini

Vittoria pazzesca, esce ancora il carattere dell’Ambrì di Cereda!

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AMBRÌ – DAVOS

7-5

(3-3, 2-1, 2-1)

Reti: 00’50 Jörg (Ambühl, Marc Wieser) 0-1, 5’40 Simion (Corvi, Schneeberger) 0-2, 7’19 Little (Jung) 0-3, 8’15 Kostner (Trisconi) 1-3, 14’55 Goi (Mazzolini, Lhotak) 2-3, 19’31 Zgraggen (Berthon, Taffe) 3-3, 20’10 Trisconi (Bianchi, Zgraggen) 4-3, 27’24 Ambühl (Jörg, Marc Wieser) 4-4, 39’59 Kostner (Taffe) 5-4, 44’27 Eggenberger (Egli) 5-5, 49’31 Jelovac (Emmerton, Ngoy) 6-5, 59’36 D’Agostini (Plastino, Taffe) 7-5

Note: Valascia, 4’571 spettatori. Arbitri Massy, Müller; Castelli, Küng
Penalità: Ambrì 2×2′, Davos 4×2′

AMBRÌ – Dopo una partita così, non si sa nemmeno da dove iniziare. Partiamo allora con il dire che quello visto venerdì alla Valascia è stato probabilmente il match più divertente da diversi anni a questa parte, con colpi di scena e cambiamenti di fronte dal sapore quasi cinematografico, conditi da un “happy ending” che i ragazzi di Cereda si sono guadagnati con sangue e sudore.

Alla fine tra Ambrì Piotta e Davos ha avuto la meglio chi la vittoria l’ha voluta di più, ed in questo senso la forza del gruppo biancoblù ha davvero dell’incredibile, e sta dimostrando con i fatti come una volontà superiore a quella dell’avversario possa fare la differenza. Di esempi se ne sono avuti a bizzeffe, ma l’immagine migliore rimane quella data da una quarta linea ancora strepitosa, autrice di tre gol e due assist che sono dirette conseguenze di un lavoro sporco fatto a tutta pista. Applausi.

A ruota hanno però seguito tutti, dai “soliti” Müller e Berthon – diventati una garanzia – sino ai tre stranieri d’attacco, finiti tutti sul tabellino e capaci di scrollarsi di dosso un periodo un po’ opaco dal punto di vista realizzativo. Con Emmerton tornato in squadra dopo il congedo paternità di martedì, e D’Agostini di nuovo in rete (pur a porta sguarnita), una lancia va spezzata anche in favore di Taffe, che Cereda ha usato in maniera mirata e con profitto.

Autore nell’occasione di tre assist, lo statunitense è risultato finalmente molto più coinvolto nella manovra, ed ha avuto il grande pregio di vincere due ingaggi fondamentali, ovvero quello che ha permesso a Kostner di infilare il 5-4 ad un nulla dalla seconda sirena, ed il faceoff chiave nel finale che ha permesso a D’Agostini di chiudere la sfida con il definitivo settimo sigillo.

Dopo le critiche ricevute a risultato delle ultime uscite il veterano ha risposto in maniera positiva, anche se chi si aspetta di vederlo trasformarsi in un giocatore veloce ed esuberante chiaramente attenderà in eterno. Che Taffe strida un po’ con il sistema di gioco applicato da Cereda non è un segreto, ma questo non dovrebbe impedirgli di essere efficace se utilizzato nelle giuste situazioni, e venerdì sera – per giunta contro una delle squadre più veloci del torneo – se n’è avuta la dimostrazione.

Guardando invece a quello che è stato lo svolgimento della sfida, l’Ambrì ha sofferto terribilmente la velocità in transizione e d’esecuzione del Davos nei primissimi minuti di gara, tanto che gli uomini di Del Curto ne hanno approfittato per segnare addirittura tre reti, che nella maggior parte delle circostanze rappresentano una seria ipoteca sul risultato finale.

Chiamato il timeout e cambiato il portiere – fuori Conz, dentro Descloux – i biancoblù hanno però iniziato un’insospettabile rimonta, sfociata in un 3-3 che dopo i primi venti minuti poteva andare stretto al Davos per la mole di gioco espressa, non fosse che l’Ambrì ha legittimato con forza il suo diritto di puntare alla vittoria nel periodo centrale. Incredibili infatti i primi minuti messi in pista dei leventinesi, immediatamente lanciati dalla perfetta deviazione di Trisconi valsa il primo vantaggio di serata (4-3), a cui ha fatto seguito un’impressionante sfuriata di 3-4 cambi il cui il Davos ci ha capito poco o niente.

Paradossalmente a frenare l’Ambrì è stato il primo powerplay, giocato male e che ha fatto perdere vistosamente il filo del discorso ai biancoblù. Quella fase, unita allo “scossone” risultato dall’infortunio di Mazzolini, ha rotto il ritmo ai leventinesi e permesso ad Ambühl di ottenere il 4-4 un po’ contro l’andamento del gioco.

Prima della seconda pausa c’è però stato ancora il tempo – pochissimo, letteralmente – per il gol di Kostner, che ha lasciato partire un tiro proprio sul filo della sirena, infilando alle spalle di Senn una quinta segnatura convalidata dagli arbitri dopo visione del video.

I primi pirotecnici 40 minuti hanno così lanciato al meglio un terzo tempo appassionante, caratterizzato dal pareggio quasi immediato del giovane Eggenberger (puck deviato da Jelovac) e dalla bandiera bianca alzata da Descloux, i cui crampi hanno costretto Conz al difficile rientro tra i pali.

In una serata pazza, a vestire i panni dell’insospettabile eroe è stato Jelovac, che con il suo primo gol stagionale – pur con la complicità di Senn – ha regalato all’Ambrì Piotta una vittoria sofferta e voluta, al termine di un vero e proprio giro sulle montagne russe. Questi sono i successi che uniscono il gruppo, che mandano un messaggio e che tanto fanno bene perché scatenano sorrisi ed entusiasmo, nello spogliatoio ma anche tra il pubblico.

Proprio il pubblico è però stata tra le noti dolenti della serata, con i “soli” 4’571 tifosi accorsi alla Valascia che rappresentano un numero sicuramente troppo basso per una squadra – ma anche un intero club – che sta portando avanti una filosofia che inizia ad aprire gli occhi anche dei più scettici, e che sta ottenendo dei primi risultati davvero lodevoli. Mai come venerdì, chi non era alla pista ha avuto torto.

Se da un lato la partita ha avuto tutti gli elementi per un “thriller hockeystico” divertente ed appassionante, dall’altro è chiaro che un inizio di gara con il freno a meno tirato e quella fase “a vuoto” dopo il primo powerplay hanno rappresentato i due momenti peggiori dell’Ambrì. C’è logicamente ancora da lavorare, ma dopo una serata così si tornerà a farlo con il morale al massimo.

Cereda in questo senso non ha perso tempo, visto che dopo la partita i giocatori erano attesi ad una quarantina di minuti di allenamento in palestra. L’unica eredità negativa della sfida è invece rappresentata dall’infortunio di Mazzolini, che ha fatto un ulteriore cambio dopo la bruttissima botta incassata sulla balaustra di fondo, ma poi non ha più potuto tornare nel terzo tempo. Nel suo caso se ne saprà di più dopo gli esami di rito.

L’Ambrì Piotta nel frattempo si può godere un weekend privo di impegni ed una settimana da dedicare alla prossima partita, ovvero il derby della Resega. Se queste sono le premesse, sarà un’altra battaglia.


IL PROTAGONISTA

Diego Kostner: L’attaccante italiano è sicuramente tra i migliori giocatori dell’Ambrì di questo inizio stagione, e questo è un piccolo grande miracolo realizzato da coach Cereda.

Kostner riassume la vera essenza dell’Ambrì, fatta di sacrificio ed in cui chiunque può essere valorizzato se disposto a lottare. Il suo lavoro sta però sempre di più trovando concretezza, e la doppietta di venerdì è il giusto premio per i suoi sacrifici. Un esempio da seguire.


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