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Interviste

Vauclair: “Ci siamo liberati di un peso, ora andiamo avanti!”

LUGANO – Dopo 10 anni il Lugano torna finalmente a riassaporare il gusto della vittoria in una serie di playoff, e dopo aver eliminato lo Zugo se la vedrà in semifinale con il Ginevra, bestia nera degli ultimi due anni.

Per tutti è stata una grande liberazione, soprattutto per quei giocatori che hanno vissuto tutte queste stagioni amare e che oggi vedono finalmente i frutti di un lavoro duro. Tra questi giocatori c’è naturalmente l’esperto Julien Vauclair, che ci ha parlato delle sue sensazioni e dei cambiamenti che hanno portato al successo contro lo Zugo.

Julien Vauclair, eri già qui nel 2006 e hai vissuto gli ultimi 10 anni fatti di delusioni, eliminazioni ai quarti e pure di playout. Quanto peso vi siete tolti dalle spalle con questo passaggio alle semifinali?
“È importantissimo a livello mentale, per gente come me, Hirschi e altri che sono qui da tanto, ma anche per chi è arrivato da un paio di anni la pressione era enorme. Adesso mentalmente sarà molto diverso, ci si sente decisamente meglio”.

Questa volta contro lo Zugo non avete lasciato nulla al caso, siete entrati nella serie già prontissimi a livello mentale per affrontare i playoff…
“Sapevamo che dovevamo vincere almeno una partita in trasferta e che nel contempo fino all’ultimo secondo della quarta vittoria nulla sarebbe stato deciso. Quindi siamo entrati determinati sin da subito, senza fare calcoli o speculazioni, volevamo solo vincere. In Gara 4 alla Resega poi siamo stati bravi a reagire subito al pareggio di Bouchard a pochi minuti dalla fine, e io ricordo bene come accadono certe svolte, come quel mio gol alla Valascia nei quarti del 2006, in un attimo cambia tutto. La rete di Brunner è stata veramente liberatoria e ci ha fatto fare quel click psicologico che ci toglie un grosso peso”.

Una vittoria, quella, che vi aiuterà ad affrontare il prossimo ostacolo con grande consapevolezza…
“Sentivamo l’entusiasmo della gente durante questi ultimi giorni ed era elettrizzante, capivamo di poter andare avanti, e senza nasconderci è normale che ora vogliamo puntare al titolo. Negli ultimi anni era durissima perché sentivamo di potercela fare ogni volta, ma poi ci bloccavamo sul più bello. Passare i quarti è stato bellissimo, ci siamo goduti un paio di giorni di euforia ma adesso abbiamo davanti un nuovo ostacolo e dobbiamo concentrarci su quello”.

Contro lo Zugo si è visto il miglior Lugano da molti anni a questa parte, un gruppo unito in cui ognuno vuole sacrificarsi per i compagni e sa esattamente cosa fare. Pensando solo a pochi mesi fa quando eravate ultimi in classifica vien da chiedersi quale sia il segreto nel lavoro di Doug Shedden…
“La chiave sta nel fatto che tutti i giocatori sono consapevoli di fare parte del gruppo, ognuno è responsabilizzato e lo staff tecnico ce lo fa sentire. Siamo un amalgama di uomini e giocatori diversi, ma ora tutti si sentono parte di qualcosa di grande, ognuno ha la consapevolezza di essere importante per la squadra, che sia segnando un gol, facendo un blocco o giocando in box play. Da quando Shedden è arrivato ha subito cambiato lo stile di gioco e ha cambiato anche i compiti per alcuni di noi. Per qualcuno non è stato facile cambiare il modo di giocare, ma lui ha saputo darci fiducia e responsabilità, facendoci sentire tutti importanti allo stesso modo, e i risultati cominciano a vedersi”.

Del Ginevra proprio non riuscite a liberarvi, ma stavolta la sensazione è che l’affronterete con tutto un altro spirito e con la consapevolezza di poter salire un altro scalino…
“In questa stagione abbiamo dimostrato di poterli battere, in casa abbiamo giocato due ottime partite contro di loro, e ora sappiamo anche giocare veramente duro a livello fisico. Siamo consapevoli di potercela fare, ma per farlo anche qui dovremmo vincere almeno una partita fuori casa e vogliamo già farlo giovedì. Ci attendiamo comunque una sfida diversa rispetto alle partite contro lo Zugo, perché il Ginevra gioca molto più fisico e ancora una volta sarà la forza del gruppo a dover fare la differenza”.

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