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Mondiali 2016

Una Svizzera coraggiosa non basta contro la corazzata russa

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RUSSIA – SVIZZERA

5-1

(1-0, 1-0, 3-1)

Reti: 5’13 Telegin (Lyubimov) 1-0, 28’40 Kuznetsov (Ovechkin) 2-0, 48’50 Telegin (Lyubimov) 3-0, 55’20 Shirokov (Zaitsev) 4-0, 58’44 Moser (Weber, Niederreiter), 4-1, 59’43 Mozyakin (Datsyuk, Sannikov) 5-1

Note: Mosca, 11’222 spettatori. Arbitri Jerabek, Rantala; McIntyre, Sefcik
Penalità: Russia 3×2′, Svizzera 8×2′ + 1×10′ (Grossmann)

MOSCA – Grazie alla Svezia la Svizzera si è trovata a dover cercare “solo” 2 punti per la qualifica ai quarti di finale, e in se è una buona notizia rispetto all’inizio di torneo dei rossocrociati. Questi 2 soli punti però dovevano arrivare dal trittico di fuoco che attendeva gli uomini di Fischer, a partire dalla sfida contro i padroni di casa della Russia.

Diciamocelo, la Svizzera di per se non sta convincendo appieno in questo Mondiale, cercare punti contro la Russia in netta ripresa in questo momento, per di più con l’arrivo in corsa di tali Ovechkin, Orlov e Kuznetsov, sembrava la classica impresa impossibile.

Nonostante queste premesse, ma con una fiducia e un gruppo rinforzati dalle vittorie in extremis contro Danimarca e Lettonia, la Svizzera non ha sfigurato, o almeno ha evitato di farsi umiliare disputando una partita coerente e coraggiosa, soprattutto nei primi 40’, quando i russi ancora rischiavano di dubitare.

Un buon primo tempo, contenendo e limitando l’urto della Sbornaja ma senza farsi mancare qualche uscita pericolosa verso Bobrovski, e in fondo la rete di Telegin – che velocità questo giocatore – poteva bastare e avanzare. L’errore sulla ripartenza dell’attaccante russo è tutto di Walker che causa un turn over con un passaggio scriteriato nello slot offensivo alto, ma la rete di Telegin fa sicuramente storcere il naso, data l’ostruzione su Berra prima di insaccare il rebound.

Una delle poche tattiche a disposizione dei rossocrociati era quella di tenere il più a lungo possibile effettuando un forechecking molto alto e costringendo la Russia al minor numero di puntate offensive, sperando che il nervosismo e qualche errore lasciassero qualche occasione.

Per qualche frangente è andata anche così, con i russi a cercare qualche soluzione personale ancora sull’1 a 0, e tra Geering, Walker e Walser qualche buona occasione è arrivata.

Poi però gli uomini di Znarok hanno cominciato a manovrare con maggior confidenza e velocità, con la Svizzera spesso costretta al fallo, una situazione a vortice che ha stancato Ambühl e compagni e regalato spazi agli avversari. Come quello cercato e trovato da Kuznetsov, che ha saltato Marti con facilità e alla velocità della luce ha sfruttato in maniera spettacolare il rebound di Berra.

Buono comunque il box play elvetico, che ha retto a lungo anche in situazione di 3 contro 5, ma contro certe azioni spettacolari per velocità e precisione c’era ben poco da fare. La superiorità russa ha fatto definitivamente capolino e nulla si è potuto sugli scambi velocissimi e al laser dei padroni di casa, che con il 3 a 0 ancora di Telegin e il 4 a 0 di Shipachov hanno chiuso i conti definitivamente prima della rete della bandiera di Moser in chiusura e dello splendido 5 a 1 di Mozyakin.

Tutto sommato una buona Svizzera, a volte ingenua ma anche conscia dei propri limiti contro quelli che ora si piazzano tra i favoritissimi alla vittoria finale, peccato solo aver mancato di cinismo in certi momenti chiave. Per il resto poco da fare con tante penalità e la capacità di manovrare dei russi che ha spesso mandato fuori tempo la difesa rossocrociata – troppi errori e leggerezza sulle linee blu – ma non si può recriminare di più sulla prova di una Svizzera a lungo propositiva.

Ora i famosi 2 punti andranno cercati contro la Svezia, forse l’avversario più abbordabile di questo trittico, perché andare alla disperata nell’ultima giornata del girone contro la Repubblica Ceca rischia di essere proibitivo, perché certi avversari sono di un altro pianeta.

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