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Lugano

Un Lugano molle e distratto affonda per 7-1 a Ginevra

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GINEVRA – LUGANO

7-1

(2-1, 4-0, 1-0)

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Reti: 1’58 Simek (Rod) 1-0, 7’17 Pettersson (Sannitz) 1-1, 13’18 Picard (Lombardi) 2-1, 22’06 Simek (Vukovic) 3-1, 25’36 Romy (Hollenstein) 4-1, 27’35 Daugavins (Lombardi) 5-1, 36’16 Romy (Bezina) 6-1, 52’58 Girardin (Marti) 7-1

Note: Les Vernets, 7’135 spettatori. Arbitri: Kämpfer, Kurmann, Dumoulin, Küng

Penalità: Ginevra 7×2′, Lugano 7×2′

GINEVRA – Ci si era lasciati giovedì con l’affermazione che ogni partita è a sé stante, e tale affermazione è stata confermata. Ma si era anche detto che il Lugano avrebbe dovuto continuare su ciò che si era visto in pista alla Resega, tempo per tempo, cambio per cambio. Ebbene, di queste ultime considerazioni nemmeno una è stata confermata, e il risultato di 7-1 è lì a mostrare come la partita sia nata male e finita in disastro.

Con la formazione confermata al 100%, il Lugano ha limitato i danni nel primo tempo, finito 2-1 per effetto delle reti di Simek, Pettersson e l’autorete di Kparghai, per poi crollare al tappeto in un periodo centrale trasformatosi in vero e proprio incubo.

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Troppo molli in marcatura, troppo lenti in backchecking e troppo distratti in uscita dal terzo, così hanno spianato la strada a un Servette che non chiedeva altro. Ogni ripartenza veloce di Daugavins e Lombardi era un incubo, ma non solo, nello slot, difensivo e offensivo, il Ginevra è stato superiore, tutto il contrario della sfida precedente.

Le tre reti che hanno sostanzialmente deciso l’incontro sono cadute in soli 7’30” nel periodo centrale, prima che Fischer sostituisse Manzato con Flückiger, per cercare perlomeno di scuotere i suoi, completamente in balia degli eventi. Vero che dopo il 4-1 o il 5-1 ci sia poi poco da fare e la testa va magari alla partita successiva, ma cercare perlomeno di limitare i danni e trovare un po’ di fiducia in vista proprio del prossimo incontro.

Ciò non è stato, il Ginevra ha infierito e allora il reset deve essere completo, perché ancora una volta si è dimostrato che per battere il Servette – e fuori casa occorrerà farlo almeno una volta – quello dall’attacco micidiale e dalla spiccata forza fisica occorre la partita perfetta.

Poco o nulla da salvare, dato che la partita è stata in salita con la pendenza in aumento costante, anche se i primi minuti, anche se sotto nel risultato facevano comunque sperare in qualcosa di positivo. Male quasi tutti, ma molti tra i difensori, come lo sfortunato e impreciso Kparghai o i distratti Ulmer e Vauclair, che hanno perso diverse marcature o il rude Maurer, che si è visto affibbiare diverse penalità.

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Male i difensori anche perché poco aiutati nel back checking dai colleghi attaccanti, a parte i lavoratori Sannitz, Rüfenacht e Irmen, inserito anche lui in questa categoria visto il grande lavoro effettuato dallo statunitense, poco spettacolare o visibile ma unico a saper suonare la carica con una bagarre e molto pattinaggio. Pettersson è durato quanto i suoi compagni, anche se dopo la rete del pareggio ha avuto un paio di occasioni, ma come altri suoi compagni sottoporta si è visto stoppare la via da Stephan e i suoi difensori.

Vero è che nei playoff perdere 1-0 o 7-1 non cambia il risultato, ma il morale potrebbe venirne intaccato, ecco perché Fischer dovrà essere bravo a lavorare di psicologia in questi due giorni che ci separano dall’importantissima quarta sfida, e magari chinarsi sulla questione dei giovani impegnati con la formazione U20.

Il Lugano ha mostrato il volto peggiore, e lo fa ricordando l’inizio di stagione, con parecchi errori di distrazione e con l’incostanza che aveva contraddistinto quei momenti. L’imperativo è tornare a lavorare e pattinare come in gara-2, in caso contrario la strada per il Servette sarebbe spianata come questa delle Vernets…

 

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