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Ti racconto una partita

Ti racconto una partita: quando il Canada scoprì l’hockey sovietico nel 1972

Le Summit Series del 1972 misero di fronte le due superpotenze dell’hockey mondiale, in un clima ostile, scorretto e da guerra fredda. Decisivo fu anche il ruolo di un avvocato di Toronto

© NHL.com

È il 3 dicembre 1996 quando l’avvocato Eagleson viene portato via dal suo studio di Toronto accompagnato da due signori distinti, occhiali neri e completo, nient’altro che agenti dell’FBI, i quali gli comunicano che verrà estradato negli USA per rispondere di varie accuse su crimini internazionali.

Il nome di Alan Robert Eagleson a molti oggi non dirà alcunché, se non fosse che è stato uno degli agenti di giocatori più importanti del Nord America, colui che costituì il famoso gruppo di giocatori sotto la sua gestione denominato “Blue and White Group”, del quale facevano parte membri dei Toronto Maple Leafs, e che fece firmare il primo contratto con i Boston Bruins a Bobby Orr.

In seguito Eagleson è stato uno dei fondatori della NHL Players Association, membro dei vertici della NHL stessa all’inizio degli anni 80 e in generale uno degli uomini più potenti ed influenti del mondo dell’hockey per un paio di decenni.

Verso la fine degli anni 90 Eagleson ammise diversi dei suoi capi d’imputazione, ossia frode ai danni di molti suoi assistiti, di aziende e istituti bancari, racket e falsità in documenti in ambienti sportivi, fino alla condanna a sei mesi di prigione del 1998. Alan Robert Eagleson però balzò agli onori della cronaca molti anni prima, più precisamente il 28 settembre 1972, quando venne portato via a forza dal ghiaccio dello stadio Luzhniki di Mosca dalla polizia.

Ma come ci era arrivato un avvocato canadese sul ghiaccio della capitale sovietica? Si giocava la partita finale della prima edizione della Summit Series, il torneo tra Canada e URSS che lui stesso aveva contribuito a creare, non si sa quanto per distendere i rapporti tra paesi in piena guerra fredda e quanto per dimostrare in maniera un po’ spaccona che i nordamericani erano migliori nell’hockey a loro dire.

Sul gol del 5-5 canadese al 52’56 l’addetto alla famosa luce rossa dietro alla porta non fa una piega quando Tretjak si fa battere da Cournoyer, l’accondiscente arbitro della Germania Est Rudolf Kompalla (scelto dai sovietici per uno strano accordo tra le squadre) in un primo momento non accorda la rete e a questo punto Eagleson si scatena e scavalca le balaustre dirigendosi minacciosamente verso l’arbitro tedesco.

Sul ghiaccio scendono mezzo staff canadese e diversi giocatori per riacchiappare Eagleson, con la polizia che a fatica riporta la calma prima che Kompalla assegni il giusto pareggio ai canadesi, i quali alla fine si aggiudicheranno la vittoria a 34 secondi dalla fine grazie a Paul Henderson, proprio uno dei protetti di Eagleson.

La nazionale della foglia d’acero si aggiudica anche il torneo grazie a quella decisiva vittoria di Mosca, ma lo fa con una per loro inaspettata fatica vincendo 4 partite a 3 (con un pareggio) e questo dopo lo choc iniziale del tremendo 3-7 al Forum di Montréal, quando i bookmakers prevedevano un facile 8-0 per i padroni di casa come risultato più probabile.

Oltre a ciò, anni dopo Tretjak, Yakushev e pure alcuni canadesi ammisero che l’URSS giocò le ultime partite sotto tono, dando l’impressione di non forzare al massimo l’incredibile forza tecnica di quella squadra. Ad ogni modo quel torneo cambiò la percezione dei nordamericani verso l’hockey sovietico, fino a lì sottovalutato per il fatto che Canada e USA a giochi olimpici e campionati mondiali non inviavano giocatori professionisti e i risultati venivano presi molto alla leggera.

Ci volle quindi un torneo fatto di scorrettezze (celebre la bastonata di Bobby Clarke che fratturò il piede di Valery Kharlamov), di arbitri scelti a turno dalle federazioni e decisamente di parte su un suolo o sull’altro, il tutto in un clima di guerra fredda che influenzava non poco l’ambiente, soprattutto quando si giocava in territorio sovietico.

E ci volle anche lui, un avvocato avido e corrotto che contribuì in prima persona a organizzare quel torneo che poi sarebbe diventato l’emozionante Canada Cup. Alan Robert Eagleson lo fece soprattutto per soldi e potere, ma ebbe un ruolo in prima persona nel cambiare la storia dell’hockey mondiale. E lo fece soprattutto grazie a quella coraggiosa invasione di pista che sul sacro ghiaccio sovietico scongiurò la vittoria di Yakushev e compagni, cambiando il corso di una storia che in molti avevano già cercato di modificare a proprio favore in ogni modo possibile.

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