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Svizzeri NLA: i top e flop della stagione secondo HSHS

Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi ha proposto la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.

Con la regular season oramai alle nostre spalle è ora tempo di bilanci e, di seguito, vi proponiamo la selezione di quelli che secondo noi sono stati i migliori giocatori svizzeri del torneo, così come di quelli da cui invece ci si aspettava di più.


I TOP DI HSHS

top

Cristobal Huet (Losanna – 2’158 minuti, 93.15 Sa%, 1.86 GAA): Quasi 40 anni e non sentirli. Incredibile la sicurezza e tranquillità che riesce ad infondere ad una squadra che ha nel veterano francese (ma naturalizzato svizzero) una fissa certezza. L’importanza dell’estremo difensore è emersa però quando, a cavallo tra ottobre e novembre, ha dovuto alzare bandiera bianca a causa di problemi alla schiena e saltare così un mese di campionato… Fase del torneo nella quale i vodesi hanno dovuto affrontare il peggior momento della stagione con otto sconfitte consecutive.

Tim Ramholt (Zugo – 50 partite, 9 gol, 10 assist, +24): Molto positiva la stagione vissuta dallo zurighese con la maglia dell’EVZ. Affidabile e solido difensivamente, ma pure propositivo e pericoloso in avanti, come ben testimoniano le nove reti realizzate. A 30 anni sembra aver compiuto il tanto auspicato salto di qualità.

Romain Loeffel (Ginevra – 43 partite, 8 gol, 21 assist, -5): Gran colpo di mercato di Chris McSorley quando, un anno, fa lo scambiò con Kamerzin e Fritsche Jr (spediti a Friborgo). Con la miglior produzione offensiva tra i difensori svizzeri in questa stagione, Loeffel piano piano sta conquistando sempre maggior credito tra le file granata, andando ad assumere le caratteristiche del vero leader difensivo, aiutato anche dalla mancanza di uno straniero di caratura.

Lino Martschini (Zugo – 50 partite, 23 gol, 24 assist, +26): Forse LA sorpresa di questo campionato. Dei suoi numeri tecnici se ne era a conoscenza, ma che avesse una tale vastità nel proprio repertorio tecnico onestamente in pochi l’avrebbero immaginato. Notevole il lavoro a tutta pista che la frizzante ala lucernese si è sobbarcata fin dall’inizio della stagione. Giocatore molto completo e pedina fondamentale dell’attacco dell’EVZ, sembra aver raggiunto un livello tale di maturità da stabilirlo tra i migliori giocatori svizzeri del campionato.

Martin Plüss (Berna – 50 partite, 23 gol, 22 assist, +7): Ad aprile compirà 38 anni, ma il bernese sembra avere ancora tanto da dare al campionato svizzero. Top scorer degli orsi praticamente dall’inizio alla fine della stagione regolare e con tanta leadership portata sul ghiaccio ad ogni cambio, non sembra proprio aver voglia di fermarsi, come ben testimonia il rinnovo di contratto sottoscritto per ulteriori due anni.

Roman Wick (ZSC Lions – 49 partite, 16 gol, 25 assist, +16): Top scorer dei campioni svizzeri con quasi un punto a partita, ha dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, tutta la qualità di cui dispone. Lentamente sta pure ritrovando l’affinità con il compagno di linea Luca Cunti, fondamentale per poter esprimersi al meglio negli imminenti playoff.

MENZIONI

Vale sicuramente la pena citare Alessandro Chiesa (49 partite, 5 gol, 8 assist, +16), Robin Grossmann (50 partite, 4 gol, 22 assist, +13) e Kevin Romy (48 partite, 18 gol, 15 assist, +1).

Chiesa, vero pilastro della difesa bianconera, ha messo a referto un +16 (migliore della squadra) ma soprattutto ha mostrato grande continuità, sicurezza e pulizia nel suo gioco. Ha saputo unire intelligenza e gioco fisico e, grazie a un’innata leadership, Fischer lo ha già inserito tra i capitani della squadra.

Per quanto riguarda Grossmann, bisogna sottolineare quanto bene abbia fatto dopo aver lasciato Davos, trovando il giusto equilibrio tra attacco e difesa, e le proprie statistiche lo dimostrano chiaramente.

Infine Romy, partito a mille in questa stagione e calato un po’ alla distanza, ha trovato una comunque buona regolarità nel corso dell’annata, confermandosi uno degli attaccanti di punta dei ginevrini, soprattutto nella fase di bisogno precedente ai ritorni di Almond e Lombardi.


I FLOP DI HSHS

flop

Benjamin Conz (Friborgo – 2’323 minuti, 89.16% Sa, 3.33 GAA): Ormai giunto alla terza stagione consecutiva con la maglia friborghese, sembra aver accusato un’involuzione piuttosto netta rispetto ai primissimi anni della carriera. Conz, infatti, non è riuscito ad infondere la necessaria sicurezza e stabilità al già tanto scricchiolante reparto difensivo burgundo (con 147 reti subite la scorsa stagione e 177 in questa), dove nemmeno la presenza di Nyffeler (in difficoltà anche lui) sembra averlo spronato.

Alain Birbaum (Ambrì Piotta – 48 partite, 3 gol, 7 assist, -20): Arrivato ad Ambrì un po’ a sorpresa la scorsa primavera, dopo un anno di partite giocate in biancoblù si può tranquillamente affermare che l’operazione sia fallita. L’ingaggio del friborghese va probabilmente contestualizzato nel fatto che serviva come il pane un difensore svizzero che talvolta vedesse la porta (nella stagione 2013/14 i difensori svizzeri leventinesi non segnarono praticamente alcun gol, tranne uno di Grieder), ma quello che non serviva assolutamente era portare instabilità nella difesa… Fattore che la presenza di Birbaum ha più volte suscitato, confermando i dubbi che la pessima ultima stagione con la maglia burgunda non era stata affatto un caso. Spesso in affanno, fuori posizione, deconcentrato ed autore di prestazioni approssimative, la sua stagione non possiamo che definirla pessima.

Dario Trutmann (Ginevra – 49 partite, 1 gol, 9 assist, -20): Dopo due buone stagioni a Bienne si credeva potesse essere pronto per una piazza importante come Ginevra, ma evidentemente ci si sbagliava. Trutmann è stato autore di una stagione molto difficile, integrandosi male nel sistema di gioco ginevrino e con un’intesa con McSorley che pare essere già arrivata al capolinea (se le voci che lo vedrebbero in partenza venissero confermate). Per un giocatore dal buon potenziale forse fare un passo in dietro sarebbe l’ideale per la sua futura carriera.

Simon Bodenmann (Kloten – 49 partite, 9 gol, 7 assist, -12): Forse distratto eccessivamente dall’aver accettato l’offerta pervenutagli da Berna già a fine agosto, certo è che il Bodenmann di questa stagione è stato irriconoscibile. A lungo lontano dalla forma migliore e presente solo saltuariamente sul tabellino dei marcatori.

Thibaut Monnet (Friborgo – 35 partite, 6 gol, 8 assist, -10): Frenato da un infortunio, rimane impressionante il crollo che ha avuto il romando in questa stagione. Fino allo scorso inverno viaggiava ad una media di 30 punti a campionato, mentre quest’anno spesso ci si chiedeva addirittura se fosse in pista, talmente opache erano le sue prestazioni. Con il Friborgo che già ha annunciato di voler cambiare volto alla squadra nel prossimo futuro, ci si chiede se un sacrificato illustre non possa essere proprio Monnet.

Victor Stancescu (Kloten – 39 partite, 2 gol, 6 assist-1): Parabola discendente già iniziata lo scorso anno ma continuata in questo dove, a differenza del passato, sembra aver perso gran parte del proprio killer instinct. Il capitano dei Flyers si è reso protagonista di una stagione nettamente negativa, forse accusando eccessivamente i problemi riscontrati dalla squadra.

MENZIONI

Degni di una citazione speciale ci sembrano essere Anthony Huguenin (50 partite, 4 gol, 13 assist, -14), Marco Pedretti (49 partite, 6 gol, 3 assist, -10) e Samuel Walser (47 partite, 6 gol, 7 assist, -14).

Huguenin è un buon giocatore ma che sembra essere finito nel classico posto sbagliato nel momento sbagliato (considerata la difesa friborghese). Pare però aver capito l’errore di valutazione e la scelta di tornare a Bienne sembra quella più saggia per l’evoluzione della sua carriera.

Pedretti ha invece lasciato Ambrì con tanta voglia di riscatto, tentando di affermarsi a Rapperswil in un ruolo centrale del progetto sangallese. Malauguratamente, man mano che la stagione è proseguita, ha trovato però posto quasi unicamente nella mediocre quarta linea dei Lakers, non riuscendo a far cambiare idea ad Eldebrink.

Riguardo a Walser, infine, ci sembra giusto sottolineare che quest’anno avrebbe dovuto essere quello della definitiva consacrazione, dopo qualche buona stagione di apprendistato. Purtroppo per lui, però, le cose non sono andate nel verso sperato, non riuscendo a trovare il giusto spazio nella squadra di Del Curto e venendo relegato in quarta linea.

Laureato in Scienze Politiche all'università degli studi di Pavia con lavoro di tesi sul diritto costituzionale svizzero.

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