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Stranieri NLA: i top e flop della stagione secondo HSHS

(PPR/Peter Klaunzer)

Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi ha proposto la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.

Con la regular season oramai alle nostre spalle è ora tempo di bilanci e, di seguito, vi proponiamo la selezione di quelli che secondo noi sono stati i migliori stranieri del torneo, così come di quelli da cui invece ci si aspettava di più.


I TOP DI HSHS

Jonas Junland (Losanna – 8 gol, 31 assist, 39 punti | +8): Il difensore svedese del Losanna ha giocato il suo primo campionato in NLA con una costanza di rendimento impressionante, che gli ha permesso di chiudere il torneo con un bottino di 39 punti (otto gol) in 47 partite. Il fatto di tornare a scommettere su un terzino straniero si è rivelato decisamente pagante per i vodesi, che grazie anche alla presenza di Genazzi hanno potuto vantare due dei difensori più temibili dell’intera lega. Tenerlo lontano dalla porta avversaria è stata un’impresa, tant’è che il record negativo di assenza dal tabellino è stato di quattro match consecutivi, verificatosi in una sola occasione. Nessuno tra i difensori di NLA è stato capace di fornire tanti assist di prima (31) e in powerplay (13) quanto lui. È stato il terzo giocatore più impiegato dell’intero torneo (24 minuti a partita di media) e nell’ultima uscita Ratushy ha scelto saggiamente di lasciarlo a riposo in vista del playoff.

Bobby Sanguinetti (Kloten – 9 gol, 19 assist, 28 punti | +8): Lo statunitense era arrivato agli aviatori con la promessa di essere un difensore in grado di contribuire in maniera costante sul fronte offensivo e, se non fosse stato fermato da quell’infortunio attorno a dicembre che ne ha frenato la produzione e poi messo KO sino a fine gennaio, probabilmente avrebbe messo in pericolo il primato di punti di Junland. Impressionante nella prima parte di stagione e tornato di nuovo in forma dal suo rientro, Sanguinetti per il Kloten è stato un leader a tutta pista che in molti vorrebbero avere in squadra. Non è un segreto che gli aviatori temano di vederlo partire per motivi finanziari, dopo aver dimostrato quando sia importante avere nel proprio organico un difensore tanto completo.

Mark Arcobello (Berna – 25 gol, 30 assist, 55 punti | +23): Top scorer della Lega con oltre un punto a partita, 25 gol e 30 assist ottenuti in 50 uscite, ed il titolo di MVP della regular season già in tasca. Basterebbero questi dati per motivare la presenza dello statunitense del Berna nella nostra lista, ma la verità è che quello che sorprende quando lo si vedere scendere in pista va oltre i numeri. Mai draftato e alla continua rincorsa del sogno NHL, in Svizzera si è distinto per la sua capacità di far sembrare semplici anche le giocate più difficili, tanto da rendere quasi “di routine” i suoi tocchi di alta classe. La costanza dei suoi contributi ha avuto dell’impressionante, tant’è che nelle prime 25 partite ha ottenuto 27 punti, rimanendo lontano dal tabellino in sole sei occasioni. È andato al tiro con un’ottima percentuale di quasi il 15%, che lo ha reso letale appena gli avversari gli hanno lasciato il classico centimetro di troppo… Solo Martschini ha segnato più GWG di lui, gli avversari nei playoff sono avvisati!

Drew Shore (Kloten – 24 gol, 24 assist, 48 punti | -1): Giocatore completo e versatile, Drew Shore è stato per tutto campionato il vero faro del Kloten, sceso in pista in tutte le partite della stagione e capace di mostrare il suo valore anche alla Coppa Spengler, appuntamento che ha contribuito nel ridargli “lustro” a livello internazionale. Solamente Sprunger e Arcobello hanno saputo segnare più di lui, e nel corso di tutto il campionato non è mai stato per più di due partite di fila senza finire sul tabellino. Impressionante, considerando anche una buona statistica agli ingaggi. Il suo sogno rimane la NHL, il CSKA Mosca ed altre squadre KHL lo hanno nel mirino, mentre in molti in Svizzera sarebbero disposti a fare uno sforzo finanziario non indifferente per ingaggiarlo. A 26 anni Shore è nel pieno della carriera e Kloten sembra aver fatto decollare la sua avventura Europea, chi riuscirà ad accaparrarselo?

Roman Cervenka (Friborgo – 16 gol, 35 assist, 51 punti | -8): Non è stato un matrimonio facile quello tra Cervenka ed il Friborgo, ma infine il rischio è stato giustificato dalle prestazioni del ceco. Il suo ingaggio – un’autentica bomba di mercato – era stato accompagnato da una clausola NHL e dalla paura di perderlo nel mese di luglio, episodio a cui aveva fatto seguito l’assenza di inizio campionato per la sua partecipazione alla World Cup of Hockey. Nell’occasione aveva sostituito David Krejci, il che aveva subito fatto capire la portata dal giocatore. A fine gennaio si vociferava invece di un serio interessamento del Kometa Brno, che voleva immediatamente l’attaccante. Tutte queste voci non lo hanno però distratto ed ha chiuso il torneo con la media punti più alta dell’intera lega (1.16 a partita. Seconda agli 1.38 punti di Francis Paré, che ha però giocato soli otto incontri), sinonimo di 51 punti in 44 partite. Classe cristallina ed una calma olimpica hanno contraddistinto per tutto l’anno le sue giocate, ed ha chiuso la regular season con un bottino di 20 punti nelle ultime 12 partite!

MENZIONI

Linus Klasen (Lugano – 11 gol, 37 assist, 48 punti | -11): Non è stata certo una regular season deludente per Linus Klasen, ma non entra nei 3 top semplicemente perché ha dato l’impressione di aver attraversato più periodi di flessione rispetto alle altre stagioni passate alla Resega. Ha avuto difficoltà anche con i compagni al suo fianco, con un Martensson “scarico” e poi un Zackrisson mai al suo livello, ma bene o male il numero 86 è sempre stato il faro del gioco del Lugano e il suo zampino lo mette sempre. Topscorer della LNA per diverse settimane, ha avuto un calo tra gennaio e febbraio, ma questo fenomeno non si discute, anche quando si intestardisce rimane imprescindibile per la squadra e un piacere per gli occhi di ogni appassionato di hockey.

Dustin Jeffrey (Losanna – 18 gol, 28 assist, 46 punti | +9): Il Losanna è riuscito a sorprendere tutti con una stagione decisamente al di sopra delle aspettative che si avevano all’esterno, e uno dei motivi è stato l’azzeccatissimo ingaggio di Jeffrey, attaccante versatile e che in NLA ha saputo immediatamente confermare gli ottimi numeri fatti registrare negli scorsi anni in AHL. Mai sopra le righe ma grandissimo leader, il canadese ha chiuso con un bottino di quasi un punto a partita e oltre mille ingaggi vinti in 49 uscite. Ha archiviato la stagione con 13 punti in 13 match, sarà un osservato speciale nei playoff.

David McIntyre (Zugo – 17 gol, 30 assist, 47 punti | +19): Dopo il ritiro shock di Bouchard al termine della scorsa stagione, il mercato dello Zugo aveva portato alla Bossard Arena un nome intrigante ma non certo altisonante. McIntyre arrivava però da due ottime stagioni nella Liiga finlandese che lasciavano ben sperare, e a Zugo è subito diventato il giocatore che serviva alla squadra, ovvero un lavoratore a tutta pista ma con delle ottime capacità tecniche e pattinaggio. Con un punto a partita ha racimolato un bottino di 47 punti e un bilancio di +19… Sarà lui uno dei leader a far passare il “mal di playoff” allo Zugo?


I FLOP DI HSHS

Mikko Mäenpää (Ambrì Piotta – 4 gol, 20 assist, 24 punti | -13): Il finlandese dell’Ambrì Piotta rappresentava una pedina fondamentale nell’economia del gioco biancoblù, ma Mäenpää non è mai riuscito a raggiungere un livello accettabile, questo nonostante abbiamo comunque fatto registrare dei discreti numeri. 24 punti (0.71 a partita) in 34 uscite non sono un brutto bottino, ma mai come in questa occasione la matematica si rivela bugiarda. Frenato da un infortunio nel preseason e poi da alcuni guai fisici nel corso del torneo, Mäenpää non è mai riuscito a trovare la concentrazione giusta, diventando pericolosamente abbonato a sistematici errore in uscita dal terzo. Illuminante in passato, quest’anno il suo primo passaggio si è spesso rivelato un boomerang fatale e, in un reparto in cui pochi si sono salvati, non ha mai saputo portare calma e solidità. Tra tanta confusione le sue qualità si intravedono ancora, ma complessivamente non è stato il giocatore che l’Ambrì si aspettava.

Mike Lundin (Bienne – 2 gol, 13 assist, 15 punti | -10): Messo sotto contratto solamente a fine agosto, la sua firma a Bienne era vista come una piccola bomba di mercato, soprattutto dopo tre campionati ad alto livello di cui lo statunitense si era reso protagonista in KHL. D’altronde una partecipazione all’All Star Game e 101 punti in 190 partite nella superlega russa lasciavano presumere che il Bienne si fosse assicurato uno dei difensori offensivi più forti della Lega, ma la sua produzione non ha sposato le aspettative. Due gol e 13 assist (di cui solamente sei di prima) sono un bottino deludente, soprattutto considerando i numeri fatti registrare dai suoi più modesti (sulla carta) compagni di reparto, capaci di dare un bel contributo. La dirigenza seeländer sembra però ancora credere in lui e si vocifera siano in programma delle discussioni per il rinnovo contrattuale.

Matt D’Agostini (Ambrì Piotta – 5 gol, 4 assist, 9 punti | -10): Una delle delusioni di questo campionato, sicuramente la più grande in casa leventinese. Arrivato ad Ambrì da Top Scorer del Ginevra Servette, il suo curriculum suscitava esaltazione ma anche qualche timore relativo ai reali motivi legati alla sua prematura partenza dalla città di Calvino. Autore di un preseason promettente, la stagione di D’Agostini si è praticamente arenata in agosto e si è rivelata essere un autentico calvario. Ha finito per ottenere la miseria di nove punti in 23 partite, senza mai realmente riuscire ad avere un impatto significativo sul gioco dei biancoblù. Prestazioni evanescenti e tante penalità evitabili hanno contraddistinto la sua avventura in Leventina, dove non ha mai trovato un ruolo preciso nella confusa concezione di lineup di Kossmann. Doveva essere l’attaccante right perfetto per completare la squadra, ma le cose non hanno mai funzionato.

Patrik Zackrisson (Lugano – 5 gol, 14 assist, 19 punti | +2): Arrivato come il fiore all’occhiello del mercato estivo bianconero, lo svedese durante tutta la regular season ha sempre mostrato un’ottima attitudine, professionalità ed etica del lavoro. Questo però non è bastato a farne quel pezzo decisivo e mancante dello scacchiere bianconero che avrebbe dovuto far fare un salto di qualità al gioco della squadra. Partito dalla SHL sotto grandi attese visto l’attestato di top scorer di uno squadrone come lo Skellefteå e terzo marcatore del campionato svedese dietro a Patrick Thoresen e al bernese Ryan Lasch, il numero 19 ha pagato all’inizio una certa “invisibilità” agli occhi di Shedden, il quale non ha mai nascosto con i fatti di preferigli Lapierre come centro two way. Quando però sono arrivate le sue occasioni, giostrando nel primo blocco al fianco di Klasen e con la piena fiducia di Ireland, Zackrisson non è mai andato oltre il buon lavoro diligente, senza mai avere uno spunto in più, denotando invece apparenti limiti caratteriali da “vorrei ma non posso”, facendo supporre che non sia stato in grado di assumersi il ruolo di uno straniero in LNA, e questo va aldilà della posizione in cui è stato utilizzato. Per lui parla anche un bottino di punti decisamente deludente, sole 5 reti e 14 assist in 35 partite di campionato sono un risultato scarso anche se non è mai stato uno scorer.

James Sheppard (Kloten – 5 gol, 11 assist, 16 punti | -13): Dopo essere stati “bruciati” al secondo anno in passato ad esempio da Peter Mueller, il Kloten anche questa stagione può recriminare sul flop di un giocatore che solamente pochi mesi prima rappresentava una garanzia. Il canadese ha chiuso la stagione con un bottino irrisorio di soli cinque gol e 11 assist (appena quattro di prima) e non trova la via della rete oramai da due mesi. E pensare che nel suo primo campionato in NLA si era dimostrato un giocatore versatile e capace di dare un grande contributo in tutte le zone della pista… Ingaggiare un giocatore che vede il nostro campionato come un “ripiego” si è dimostrato nuovamente pericoloso, e dopo essere tagliato dai Vancouver Canucks in ottobre Sheppard non è tornato a Kloten con la stessa lucidità.

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