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Lugano

Il Lugano lancia la Spengler, Davos battuto in un finale al cardiopalma

LUGANO – DAVOS

3-2

(1-0, 0-1, 2-1)

Reti: 10’04 Bertaggia 1-0, 20’59 Lindgren (Marc Wieser, Jörg) 1-1, 48’51 Sieber (Corvi) 1-2, 55’08 Filppula (Ulmer, Hirschi) 2-2, 57’05 Bertaggia (Furrer, Hofmann) 3-2

Note: Resega, 6’491 spettatori. Arbitri Dipietro, Kurmann; Espinoza, Wüst
Penalità: Lugano 5×2′, Davos 7×2′ + 1×10′ + 1×20′ (Forster)

LUGANO – Sembrava capitata a pennello per lanciare l’imminente Coppa Spengler, l’ultima sfida di questo 2015 tra Lugano e Davos, ultima di campionato sicuramente. Entrambe le squadre sono arrivate a questo punto dopo un ottimo novembre-dicembre, con i bianconeri frenati nella trasferta all’Hallenstadion.

Se il Davos è arrivato alla Resega parecchio rimaneggiato, non stava molto meglio Doug Shedden, che ha potuto almeno recuperare Filppula, sostituto dell’acciaccato Stapleton, ma ha dovuto ancora rinunciare di nuovo a Brunner, oltre ai vari infortunati di lungo corso.

Nonostante tutto quella tra Lugano e Davos rimane una sfida infinita nel tempo, di quelle che nessuno vuole accettare di perdere nemmeno per “se” o per “ma”, e i limiti dettati dagli assenti sono stati ben presto compensati dall’intensità, dai muscoli e dai nervi, ribadendo come non sarà mai una partita normale.

Pur avendoci messo un buon 10’ a carburare, il match tra bianconeri e gialloblù è stato intenso ed equilibrato, degno di una sfida che potesse lanciare la prossima Spengler. È diventata partita vera, quasi da playoff nel secondo tempo, si è trasformata in emozioni nel terzo periodo, ed è stata per gran parte dei 60’ un su e giù da ottovolante, forse non spesso con azioni spettacolari, ma con la grande velocità e la capacità di transizione che contraddistingue il credo dei coach sulle due panchine.

Il Lugano è andato in difficoltà soprattutto quando i grigionesi si impadronivano del disco nel terzo d’attacco, ma Merzlikins – autore di alcuni interventi spettacolari e decisivi – e i suoi bodyguard hanno fatto spesso buona guardia, subendo un po’ il gioco ma trovando anche le soluzioni per uscirne con ordine.

Walker e compagni non si sono nemmeno fatti intimidire quando la sfida ha cominciato a prendere una piega muscolare, ed anzi, a farne le spese è stato Forster, incapace di trattenere i nervi quando si sarebbe dovuto semplicemente sedere per 2’ sulla panchina dei penalizzati assieme a Kienzle.

I bianconeri hanno trovato difficoltà con il primo blocco, spesso un po’ legato e in difficoltà nel trovare soluzioni dirette sulla porta, ma hanno trovato in Hofmann e Bertaggia i veri trascinatori. L’ex davosiano è stato una mina vagante per tutto il match, mentre il ticinese conferma le sue grandi qualità da sniper trovando una decisiva doppietta da attaccante puro.

Questo ha fatto dimenticare per un po’ le assenze soprattutto di Brunner e Stapleton, ma è indubbio che a Shedden in questo momento manchino tremendamente i due attaccanti citati, che fanno mancare alla sua squadra una seconda top line che sappia dare impulsi offensivi a cadenze regolari.

In questo contesto era piuttosto attesa la prova del rientrante Filppula, che ha giocato una discreta prova, trovando la rete del pareggio nel finale e qualche buono spunto, ma la sensazione è che almeno in campionato il suo posto venga ripreso appena possibile da Stapleton, più consono per caratteristiche tecniche a sviluppare il gioco voluto da Shedden.

Meno in evidenza il quarto blocco, che ha faticato più degli altri a far fronte alle veloci folate offensive grigionesi e in difficoltà quando il gioco fisico ha aumentato il peso sulla sfida. La nota negativa della serata viene dal powerplay, poco mobile e abbastanza prevedibile, e l’impressione è che dei due difensori stranieri ingaggiati per la Spengler, uno possa rimanere per cercare di migliorare questa lacuna.

I bianconeri hanno insomma giocato una partita di sostanza e orgoglio, di ottima continuità e concentrazione, commettendo relativamente pochi errori difensivi – l’unico grave è stato pagato con la rete del parziale vantaggio ospite – contro un Davos sempre bravissimo a indurre l’avversario alla perdita del disco.

Il carattere e la prova di forza degli ultimi minuti scacciano quei dubbi (pochi in verità) sorti dopo la sconfitta dell’Hallenstadion, e lanciano il morale di Hirschi e compagni alle stelle, oltre che lasciandoli in una posizione discretamente comoda da cui ripartire nell’anno nuovo.

fattore2

LA TESTA SULL’OBIETTIVO: Anche quando in svantaggio a pochi minuti dalla fine, i bianconeri non hanno mai panicato, ma hanno continuato per la loro strada cercando i pertugi buoni per battere Genoni evitando gli sforzi eccessivi e inutili.

L’intelligenza e la calma di Bertaggia e compagni è stata premiata con quel finale d’altri tempi, a riprova che oggi la squadra è in grado di rimanere unita e concentrata sull’obbiettivo della vittoria, senza lasciarsi distrarre da cronometro e voglia di strafare.


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