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Interviste

Reuille: “Quello che mi ha dato il Lugano è molto più di quanto ho potuto dare io al club”

L’ex attaccante ha davanti una nuova vita come assistente ai Rockets e responsabile dell’area tecnica biaschese: “Avrei potuto giocare altrove, ma il rispetto per il Lugano mi ha fatto smettere qui”

LUGANO – La partita è finita da un po’, il festeggiato di serata, Sebastien Reuille a fatica lo “rapiamo” dai numerosi fans che desiderano un selfie o un autografo dall’ex numero 32.

Il risultato della partita contro il Rapperswil è già dimenticato, ma “Seba”, tra i cori dei tifosi bianconeri a lui dedicati, ha ricordato anche lo striscione portato per lui dai tifosi sangallesi alla Cornèr Arena: “Sono rimasto sorpreso e felice di vedere anche quello striscione, ma si vede che ho lasciato un bel ricordo, come io ho bei ricordi anche dei miei anni a Rapperswil”.

Sebastien Reuille, sembra che sabato sera siano arrivati tutti per te, o quasi…
“No, non credo siano qua tutti per me, anche se devo dire che sono sorpreso del calore che sto trovando tra la gente, non me l’aspettavo. Provo sensazioni strane e felici al contempo, questo mi fa capire di aver lasciato un segno importante tra i tifosi, e al contempo capisco che è finita la mia carriera da giocatore in un ambiente che non ho più voluto lasciare”.

Facciamo una domanda un po’ banale, ma se devi scegliere un ricordo particolare della tua carriera cosa ci rispondi?
“Ho tanti ricordi della mia carriera, significa che è stata lunga e soddisfacente, ma se devo sceglierne uno ti rispondo con il titolo svizzero del 2006. È stata una stagione fantastica, con giocatori e leader incredibili in squadra, finita nel migliore dei modi”.

Purtroppo non siete più riusciti a ripetervi, nonostante vi siate andati vicinissimi nel 2018…
“Anche di quella stagione ho bellissimi ricordi, nonostante l’amarezza di aver perso Gara 7 qui in casa nostra. Quella squadra era un gruppo bellissimo, con un cuore e una forza caratteriale eccezionali e la cavalcata nei playoff non la dimenticherò mai ,con le rimonte su Bienne e ZSC Lions”.

Decidere di smettere non è mai facile, come hai metabolizzato questo cambiamento?
“Io avrei continuato a giocare altri dieci anni perché continuo a divertirmi quando vado sul ghiaccio, ma capisco che un club debba seguire la sua strada e debba prendere certe decisioni. Avrei potuto continuare a giocare altrove, ne avevo la possibilità, ma mi sono detto che per me la carriera da giocatore doveva finire in bianconero per rispetto a tutto ciò che mi ha dato questo club”.

Quindi hai avuto del tempo a disposizione per decidere il da farsi?
“Il Lugano mi ha comunicato con diversi mesi di anticipo che non avrebbero più rinnovato il mio contratto e io ho avuto il tempo per pensare a cosa fare. Li ringrazio per aver fatto un discorso franco e onesto con me, per questo ho deciso di rimanere nell’organizzazione pur con una funzione tutta nuova”.

Oggi ti alzi al mattino e il fischietto lo tieni tu, un po’ diverso solo da qualche mese fa, quando ascoltavi le direttive del coach…
“È un cambiamento molto drastico, ma sono contento di poter lavorare ancora a contatto con il ghiaccio e i giocatori. Sono contento di poter lavorare con Alex Reinhard non solo in panchina ma anche come responsabile dell’area tecnica dei Ticino Rockets, è un lavoro accattivante e spero mi dia modo di crescere e imparare ancora qualcosa per il mio futuro”.

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