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Ambrì Piotta

Reazione mancata a Berna, l’Ambrì non crea abbastanza e perde 3-0

garage

BERNA – AMBRÌ

3-0

(0-0, 1-0, 2-0)

ambri
Reti: 36’06 Ritchie (Holloway, Gragnani) 1-0, 40’51 Plüss (Bertschy, Blum) 2-0, 48’10 Berger (Furrer, Krueger) 3-0

Note: PostFinance Arena, 15’665 spettatori. Arbitri Stricker, Wehrli; Kovacs, Progin
Penalità: Berna 4×2′, Ambrì 4×2′

BERNA – Dopo la brutta sconfitta di martedì ci si aspettava una reazione da parte dell’Ambrì Piotta, reazione che Serge Pelletier sperava di alimentare grazie all’innesto di Bouillon e a un rimescolamento parziale delle linee, che ha portato Grassi nel primo blocco e Lhotak nel quarto, con Lüthi che ha rivestito il ruolo di 13esimo attaccante a scapito del mai convincente Grieder, finito di conseguenza fuori formazione.

Pur considerando che i biancoblù si sono trovati di fronte ad un avversario ben più quotato rispetto al Rapperswil, l’Ambrì non ha saputo convincere soprattutto dal punto di vista offensivo, costruendosi anche venerdì sera un numero di occasioni da rete che addirittura si conta sulle dita di una mano.

Peccato, indubbiamente, perché questo Berna era tutt’altro che insuperabile, ma ha saputo perlomeno rendersi protagonista di alcune fasi in cui ha messo sotto pressione Flückiger, preferito nell’occasione a Zurkirchen.

Proprio l’ex bianconero ha tenuto in partita i suoi soprattutto nelle primissime battute dell’incontro, quando addirittura tre penalità biancoblù nei primi sette minuti di gioco avevano costretto agli straordinari sia il portiere che la difesa ospite. L’Ambrì ha comunque superato indenne e tutto sommato senza troppo panico quel frangente, condito anche da una quarantina di secondi in doppia inferiorità.

Nonostante il parziale di 0-0 al decimo minuto, è innegabile che un inizio del genere abbia avuto un impatto anche sul resto del primo periodo, con gli ospiti che hanno avuto bisogno del tempo per entrare nel ritmo di una partita spezzata sin dalle prime battute.

Il problema principale dell’Ambrì è però quello di non avere almeno un paio di giocatori capaci di creare gioco e di dare ritmo alla manovra. Senza la fantasia di Pestoni e con un Aucoin anche venerdì praticamente invisibile, il gioco proposto è sempre più spesso prevedibile e si spegne agli angoli o lungo la balaustra, senza che si arrivi mai al tiro.

Aver spostato Grassi in prima linea poteva essere una mossa vincente ma, pur elogiando l’energia e la grinta del numero 12, gli altri due componenti del primo blocco devono fare molto ma molto di più. Non a caso, comunque, la più grande occasione della partita per l’Ambrì l’ha avuta sul bastone proprio Grassi che, solo davanti a Bührer, ha visto il suo tiro respinto dal palo.

Proseguendo cronologicamente nel match, si ritorna anche al discorso del powerplay, che ha avuto tre occasioni nel corso della partita, tralasciando quella a poco più di due minuti dalla terza sirena e a match oramai deciso. In particolar modo i quattro minuti praticamente consecutivi di powerplay tra il 27’29 e il 31’55 rappresentavano il momento ideale per sbloccare il risultato in proprio favore e guadagnare un po’ di momentum, dopo che il Berna aveva visto i suoi tentativi infrangersi contro un bravo Flückiger.

Come già evidenziato da Pelletier negli scorsi giorni, però, i giocatori in pista sono parsi quasi più concentrati nel compito di passarsi il disco tra di loro, piuttosto che organizzare una manovra volta ad impensierire Bührer. Di tiri pericolosi, in definitiva, non se ne sono dunque visti, con nemmeno il solito Giroux che è riuscito a scaricare il suo oramai celebre (banale?) slapshot.

Al quarto tentativo in superiorità numerica, invece, il Berna è passato con Byron Ritchie, che ha concluso al volo una bella triangolazione orchestrata da Holloway e Gragnani. Il match si è poi virtualmente chiuso già dopo soli 41 secondi dall’inizio del terzo tempo, quando Plüss ha anticipato nello slot un colpevole Birbaum ottenendo il 2-0.

Privo di alcun argomento offensivo e, probabilmente, anche delle necessaria fiducia, l’Ambrì non ha praticamente reagito. Il Berna ha logicamente controllato il risultato e fatto scorrere il cronometro senza troppi affanni, abbellendo poi il risultato al 48’10 con Berger.

Difficile trovare nuovi spunti al termine di questo incontro, dato che i problemi evidenziati sono quelli temuti nel preseason e confermatisi nel corso delle ultime settimane. Con Aucoin che sinora non riesce assolutamente ad avere un impatto sulle partite, a questa squadra mancano terribilmente dei giocatori in grado dare impulsi e dettare il ritmo della contesa.

Sulla stessa lunghezza d’onda Dostoinov, ancora alla ricerca del primo gol e le cui prestazioni sono spesso frustranti, sia per lui – che, si vede, vorrebbe riuscire a dare di più – sia per chi lo osserva, che è consapevole che le sue capacità non siano tutte qui. Buono invece il lavoro della quarta linea che, per quel che ha potuto, ha cercato di sfruttare la velocità di Lhotak e Fuchs… A volte senza ottenere i risultati voluti, ma la loro voglia ha comunque avuto un influsso positivo.

Difficile invece valutare l’operato di Bouillon, che si è però distinto per la sua grande calma nella bolgia della Postfinance Arena. L’esperienza dell’ex difensore dei Canadiens si è palesata in maniera evidente, con ogni disco giocato dal numero 17 – che nei prossimi giorni diventerà un 55 – che portava con se una buona visione di gioco. Interessanti anche alcune sue giocate sulla blu in powerplay, anche se poi – come il resto della squadra – anche lui a lungo andare si è un po’ spento.

L’Ambrì in passato ha dimostrato di vivere di emozioni e di poter dare il meglio solamente dopo che qualcuno o qualcosa ha fatto scattare la proverbiale scintilla. Questo è proprio quello che la squadra ha bisogno al momento: un giocatore che sappia dare la carica, magari segnare il primo gol sabato sera, e ricordare a tutti che questo Ambrì ha le potenzialità per fare bene.

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