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Ambrì Piotta

Ray Giroux: “Orgoglioso della reazione, dobbiamo giocare così!”

DSC_7077(© A. Branca)

Ray Giroux, che commento puoi darci dopo la tua prima partita alla Valascia?
“È stata una partita eccitante! Forse non abbiamo seguito il piano di gioco che ci eravamo preparati, dato che ancora una volta ci siamo resi protagonisti di una partenza con il freno a mano tirato, ma sono orgoglioso del modo in cui abbiamo reagito. Non ci siamo mai arresi nonostante siamo stati in ritardo nel punteggio per quasi tutta la partita. Per la nostra squadra è molto importante non arrendersi e continuare a giocare come abbiamo fatto sabato”.

Venerdì hai giocato la tua prima partita… È andata meglio questa sera?
“Sì, a Bienne non abbiamo avuto l’inizio di gara che volevamo, soprattutto nel primo tempo. Eravamo però contenti di avere l’opportunità di rifarci immediatamente sabato sera e lo abbiamo fatto nel migliore dei modi, mostrando anche molto carattere”.

Fisicamente come ti senti?
“Mi sento meglio ogni giorno che passa, dato che era un bel po’ di tempo che non giocavo. Nonostante questo mi sono goduto la partita ed è stato bello ottenere una vittoria in casa davanti ai nostri tifosi. È stato bello giocare in questa pista. Sono davvero eccitato di essere di nuovo sul ghiaccio ed essere parte di una squadra che posso aiutare a vincere le partite”.

L’hockey svizzero è come te lo aspettavi?
“Sì. Sapevo che i giocatori svizzeri erano dei bravi pattinatori e credo che sia davvero una lega in cui si gioca molto veloce. Insomma, se non sai pattinare bene, non sopravviverai mai in questo campionato. Sicuramente questo aspetto comporterà alcuni cambiamenti nel mio stile di gioco, a cui si aggiungerà il fatto di dover conoscere meglio i miei compagni di squadra. Sono qui da sole due settimane ed ho giocato due partite, ma sto ancora cercando di abituarmi al nuovo ambiente”.

Con Noreau infortunato hai avuto immediatamente tanto spazio…
“Beh, non vuoi mai che un tuo compagno di squadra sia infortunato, specialmente se si tratta di un giocatore tanto bravo come Maxim. Per me naturalmente è bello poter mettere un po’ di partite nelle gambe perchè è passato del tempo dai miei ultimi match ad un buon livello di competizione”.

DSC_7234(© A. Branca)

Come mai non sei riuscito a trovare una squadra negli scorsi mesi?
“Se devo essere sincero, ho fatto un po’ il difficile. Non ho visto molto la mia famiglia negli ultimi tempi visto che ho passato del tempo giocando in Russia e, data la situazione eccezionale dettata dal lockout, ho deciso di aspettare sino alla ripresa della NHL per vedere le opportunità che mi si sarebbero presentate davanti. La cosa è però andata per le lunghe, dato che diverse squadre non avevano più spazio per dei giocatori stranieri oppure avevano ancora dei dubbi su come gestire il budget a loro disposizione. Tra le nazioni in cui volevo andare, la Svizzera è sempre stata tra quelle in cima alla mia lista, visto che avete davvero una bellissima nazione ed una buona lega. Di conseguenza, appena ho ricevuto l’offerta dell’Ambrì l’ho accettata subito”.

Quindi ora la tua famiglia è qui con te?
“No. Mia moglie era qui per il weekend ma poi tornerà a casa. Abbiamo due bambini piccoli ed ora incinta, dunque per lei viaggiare non è proprio ideale. È venuta a trovarmi per otto giorni e la zona gli è piaciuta molto”.

Puoi raccontarci qualcosa della KHL? In Svizzera sentiamo parlare molto dei giocatori che giocano in Russia ma poco dello stile di vita là…
“L’hockey è davvero di buon livello e sino a quando la tua squadra gioca bene e vince, tutto va per il meglio. La vita a livello privato però è davvero diversa, soprattutto perchè ti senti davvero tanto lontano da casa. Sicuramente per giocare in Russia ci vuole una certa forza a livello mentale, soprattutto quando la tua squadra non riesce a vincere… In quel caso diventa davvero dura. È un’ottima lega in cui ho passato diverso tempo, e conserverò sicuramente dei bei ricordi ma… rimane una sfida”.

Se dovessi fare bene ad Ambrì, valuteresti la possibilità di restare? Magari come quinto straniero?
“Ho fatto solo due partite e quindi sono concentrato nel ritrovare il mio gioco e nell’aiutare la squadra in quei compiti che mi hanno chiesto di svolgere. Come detto sono contento di essere in Svizzera, dunque se si presenterà un’opportunità per il prossimo anno sicuramente la valuterò. In questa decisione avrà una parte importante la mia famiglia, ma per ora non mi preoccupo del futuro. Ora abbiamo un compito da portare a termine, che sono le ultime tre partite ed i playout. Iniziamo a fare quello, poi il resto si aggiusterà da solo”.

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Studente universitario in Scienze della Comunicazione all'USI, segue giornalmente lo sport a 360°. Si occupa principalmente delle interviste, seguendo da vicino l'Ambrì Piotta.

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