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Interviste

Rajala: “L’esperienza di una vita! Nessuno ha pensato a se stesso, così si diventa campioni”

L’attaccante del Bienne con la medaglia d’oro al collo: “È un’avventura che potrebbe non ricapitarmi mai più, me la sono davvero goduta! Dopo la prima vittoria con il Canada abbiamo capito di avere il gruppo per vincere”

BRATISLAVA – C’è sicuramente qualcosa di speciale nella Finlandia che domenica sera ha conquistato l’oro Mondiale. A vincere è stati infatti l’unica contendente a non vantare tra le proprie fila una stella NHL, e la forza del gruppo formato da Jukka Jalonen è prevalsa su nazionali come Svezia, Russia ed infine Canada, infarcite di campioni che militano oltre oceano.

Vedere i finlandesi arrivare sino in fondo è così stato particolare, anche perché in squadra abbiamo ritrovato alcuni nomi che in Svizzera conosciamo bene, come l’attaccante del Bienne, Toni Rajala.

“Per me poter giocare la finalissima di un Mondiale era una situazione unica, che potrebbe non ricapitarmi più nella vita, dunque è stato davvero eccezionale”, ha commentato. “Mi sono sentito alla grande, non ero troppo nervoso e me la sono proprio goduta!”.

Toni Rajala, quello che avete fatto è stato incredibile…
“L’intera squadra ha giocato alla grande, tutta insieme per 60 minuti. Kevin in porta è stato eccezionale e noi lo abbiamo aiutato bloccando tanti tiri. Il Canada ha disputato un buon incontro, ma siamo stati leggermente migliori di loro e tre gol sono stati sufficienti”.

È stata una partita davvero intensa, una vera finale dal primo all’ultimo minuto…
“Ad inizio incontro loro sono riusciti a controllare il gioco e nel primo tempo hanno spinto davvero tanto. A partire dal secondo però abbiamo alzato il nostro livello ed abbiamo giocato bene, mentre nel terzo periodo abbiamo dato battaglia bloccando tanti tiri e lottato per la nostra maglia. Nessuno ha pensato alla propria prestazione individuale, è così che si diventa campioni del mondo”.

Quando vi siete resi conto di avere i mezzi per vincere?
“Direi dal principio, sin da quando abbiamo battuto il Canada per la prima volta. Quello è stato il momento in cui tutti ci siamo resi conto di avere un gruppo in grado di andare fino in fondo. Ora la medaglia sicuramente la porterò a Bienne ad inizio giugno, quando tornerò in Svizzera per un paio di giorni!”.

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