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Ambrì Piotta

Quello della Bossard Arena è un film già visto… Ora che farà l’Ambrì?

ZUGO – AMBRÌ

3-1

(1-0, 2-1, 0-0)

Reti: 13’36 Martschini (Morant, Suri) 1-0, 26’28 Lammer (Peter) 2-0, 34’12 Immonen (Klingberg, Grossmann) 3-0, 39’59 Hall (Lhotak) 3-1

Note: Bossard Arena, 6’057 spettatori. Arbitri Fischer, Koch; Bürgi, Gnemmi
Penalità: Zugo 3×2′, Ambrì 5×2′

ZUGO – E adesso, che si fa? La prestazione portata sul ghiaccio della Bossard Arena dall’Ambrì Piotta è stata purtroppo quella che ci si aspettava, in linea con le ultime uscite e che ha visto i biancoblù evidenziare nuovamente delle grandissime difficoltà in uscita dal terzo e in fase d’impostazione, fattori che sono poi sfociati nella capacità praticamente inesistente di mettere anche sporadicamente sotto pressione lo Zugo. Cinque sconfitte consecutive, dieci nelle ultime undici partite disputate… L’Ambrì sta affondando.

Sostanzialmente l’immagine dell’intera partita è riassunta nei primi cinque minuti di gioco, disputati tutti davanti a Zurkirchen a causa dell’evidente incapacità dei leventinesi di uscire dal terzo ed anche solo abbozzare una fase di transizione efficace.

Certo, di tanto in tanto si è riusciti ad imbavagliare lo Zugo agli angoli, ma tra uno Zurkirchen che non può sempre arrivare dappertutto e degli errori individuali che sono sempre e comunque dietro l’angolo – in quel frangente da mani nei capelli il disco perso da Hall – ci si ritrova sempre di fronte ad una squadra fragilissima, il cui tonfo è una semplice questione di tempo.

Lo sapeva bene la compagine di Kreis, che come una settimana fa non ha certo fatto stravedere – ci fosse ancora un elemento come Bouchard, il passivo sarebbe stato ben più importante – ma che ha saputo mantenere, a volte anche con il minimo sforzo, il pallino del gioco praticamente per tutti i 60 minuti. La sua miglior fase l’Ambrì l’ha infatti vissuta sulla scia del primo powerplay, quello dopo 6’ di gioco, a cui aveva fatto seguito una bella circolazione del disco nel terzo dei padroni di casa.

Stiamo cercando il pelo nell’uovo? Assolutamente sì, perchè sul fronte offensivo i biancoblù non hanno combinato praticamente nulla, ed il gol in powerplay di Hall – il sesto in superiorità nelle ultime quattro partite – non può certo alterare le prospettive in questo senso. Il dato rimane comunque positivo e significativo, ma nel complesso la mole di gioco costruita dall’Ambrì rimane insufficiente per sperare di poter andare a punti.

C’è poi sicuramente una componente mentale che è difficile da ricostruire, ma dopo tante sconfitte e la situazione in cui si trova la squadra, è comprensibile. Il gol di Martschini – frutto dell’ennesima distrazione in transizione e di un cambio mal calcolato – ha infatti portato ad un calo della concentrazione immediato degli uomini di Kossmann, puniti però solamente ad inizio periodo centrale, quando Lammer ha trovato una carambola imprevedibile che ha beffato Zurkirchen.

L’occasione per reagire e dare una svolta alla partita – e alla sua stagione – ce l’ha avuta Lhotak in contropiede, ma il ceco continua a rimanere in una fase da incubo, ed il suo debole tiro è stato facile preda di Stephan. Significativa poi una penalità ingenua ed in fase offensiva rimediata dal numero 11, che rappresenta una volta di più una frustrazione che si porta dietro oramai da mesi.

Lo stesso vale per Kossmann, che ha rimediato due minuti di penalità per aver inveito contro gli arbitri dopo una doppia bastonata di Martschini su Pesonen rimasta impunita. Sulla scia di quell’episodio è arrivato il 3-0 che ha chiuso la partita, con Immonen che al 34’12 ha deviato con il corpo un tiro di Klingberg.

Il gol ad un solo secondo dalla fine del periodo centrale di Adam Hall non ha poi avuto alcuna ripercussione positiva sulla squadra, che nel terzo tempo ha continuato ad avere grandi difficoltà nel creare qualcosa in fase offensiva, mentre in retrovia ha concesso spazi ed opportunità allo Zugo, che in diverse circostanze ha sfiorato la quarta segnatura.

Nel finale Kossmann ha richiamato Zurkirchen a due minuti dalla fine, l’Ambrì ha trovato anche qualche tiro pericoloso, ma era oramai troppo tardi. Con soli tre stranieri in pista ed alcune altre assenze – infortunati D’Agostini, Mäenpää, Guggisberg, Duca e Gautschi – questa squadra non ha argomenti, ma prima che sulla carta non li ha nella testa. Il match di martedì assomiglia oramai a troppi altri, e Kossmann pare proprio averle provate tutte.

Sabato sera si farà il giro di boa di metà stagione. Non si compia però l’errore di pensare di avere chissà quanto tempo a disposizione, perchè tutto succede in un lampo, e se l’ottavo posto è un obiettivo oramai da mettere in disparte, bisogna rendersi conto che nemmeno arrivare decimi sarà poi tanto semplice

fattore2SI RACCOGLIE CIÒ CHE SI SEMINA: … E l’Ambrì di questi tempi semina davvero poco. Il conteggio finale parla di un bilancio dei tiri di 38 a 26 per la formazione di casa, ma il totale appare invero piuttosto generoso, visto che Stephan di situazioni impegnative ne ha affrontate ben poche.

La fase difensiva dell’Ambrì non viene ancora supportata da un’uscita dal terzo e da una transizione sufficientemente organizzata per poter impostare una classica partita da trasferta, che per i biancoblù dovrebbe significare giocare in maniera solida dietro e cercare poi di costruirsi delle occasioni una volta recuperato il disco. Per ora, però, nel gioco biancoblù non si vede nemmeno un germoglio…

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