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Ambrì Piotta

Poco è funzionato per l’Ambrì, ora bisogna dare senso alla stagione

Ogni partita, pur negativa che sia, è sempre capace di fornire indicazioni e insegnamenti importanti in vista di quella successiva. Figuriamoci una stagione intera, che tra i suoi inevitabili alti e bassi dovrebbe comunque fornire una base per migliorarsi in futuro, spesso e volentieri anche se i risultati sportivi ottenuti non sono propriamente quelli sperati.

Il campionato di cui si sta rendendo protagonista l’Ambrì Piotta – ed oramai siamo alla frutta, mancano sole 11 partite – fatica però a dare spunti da cui ripartire in vista del prossimo torneo, ed il fatto che troppe premesse siano andate a cadere non fa altro che alimentare la sensazione di aver sprecato una stagione in cui si potevano fare perlomeno dei piccoli passi avanti.

Un inizio di campionato addirittura peggiore di quello passato (14 punti nelle prime 20 partite, contro i 19 dell’anno precedente) e delle speranze di qualificarsi ai playoff già precipitate a inizio novembre non hanno certo aiutato, il tutto a risultato del crollo praticamente immediato delle fondamenta su cui si pensava di poter costruire la stagione.

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Il sistema di gioco proposto da Kossmann in generale non ha mai funzionato – specialmente per il reparto difensivo e in fase di uscita dal terzo, con un’impostazione iniziale sin troppo audace ed un parziale retromarsh per cercare di trovare un po’ di solidità – mentre per alcuni aspetti come il powerplay i primi segnali incoraggianti sono arrivati troppo tardi.

Per le prime 20 partite le superiorità numeriche sono infatti state un’arma inesistente per la squadra di Kossmann, capace di segnare la miseria di tre reti per una percentuale di efficacia del 5.45%. Da quel momento – era quasi metà novembre – il powerplay ha iniziato a produrre di più (18 gol in 19 partite), portando il tasso di riuscita a quasi il 20%.


L’indice CORSI dell’Ambrì Piotta – che stima con una percentuale il possesso e la capacità di mettere sotto pressione l’avversario – non ha però mai trovato stabilità ed ha visto i biancoblù subire in maniera importante l’avversario, anche e soprattutto nelle ultime dieci uscite, numeri questi che vanno a cozzare con la percezione di possibile rimonta in classifica che si poteva avere nelle scorse settimane.

I leventinesi sull’arco della stagione evidenziano un CORSI di appena il 42,76%, salito solamente al 43,38% da quando Zanatta ha deciso di aggiungersi alla panchina.



Tutto questo si è ripercosso sull’effettiva possibilità – come si auspicava – di rendere il powerplay una delle armi in più rispetto alla stagione precedente, visto che la mancanza di possesso non permette di costringere con frequenza gli avversari al fallo.

Nonostante una tendenza al rialzo dalla 20esima partita in avanti (3.21 occasioni di powerplay per match contro le 2.75 dei match precedenti), l’Ambrì rimane la squadra capace di guadagnarsi meno opportunità in assoluto, andando così a creare una sorta di paradosso da cui è possibile uscire solamente con un’alta percentuale realizzativa o andando parecchio alla conclusione… Condizione questa non certo ideale visto che quella di Kossmann è una delle squadre tecnicamente meno dotate del torneo ed in assoluto quella che tira di meno (29.08 tiri a partita).

Se si pensa al futuro, l’Ambrì ha inoltre ottenuto i suoi punti in maniera pericolosa: quando sono arrivati i tre punti i biancoblù hanno infatti avuto bisogno in media di una prestazione con il 94,67% di parate dal proprio portiere, mentre complessivamente quando si sono ottenuti dei risultati utili questo dato è stato del 94,09%.

In altri termini: l’Ambrì non ha mai ottenuto tre punti con una prestazione dei portieri sotto al 90%, e in una sola occasione ha ottenuto un risultato utile sotto questa soglia. Nelle 21 partite da zero punti la media è stata dell’89,15%.

Anche in questo caso in vista del prossimo anno i numeri non portano delle buone notizie, considerando l’incognita di affidare un ruolo maggiore al giovane Gauthier Descloux, così come alla necessità di rimpiazzare – e non sarà facile – un ruolo importante come quello del partente Michael Lawrence, allenatore dei portieri. Come saranno colmate le due lacune – backup e preparatore – avrà un impatto da non sottovalutare.

Questo Ambrì Piotta genera dunque poca pressione, è la squadra che si guadagna meno powerplay in tutta la lega, è quella che tira di meno, ha solamente la nona percentuale realizzativa e la sua capacità di fare punti è strettamente legata ad un reparto – quello dei portieri – che il prossimo anno potrebbe non dare le stesse garanzie di quello attuale.

Anche guardando ai singoli è difficile trovare dei punti saldi in questo campionato, visto che quelli che sembravano essere i giocatori chiave su cui era costruita la stagione, per vari motivi (infortuni, forma non ottimale, poca fortuna, mancanza di fiducia, impiego poco adatto alle proprie caratteristiche, …) non hanno vissuto l’annata che si sperava.

D’Agostini era considerato il perno mancante, quel giocatore right abile in powerplay per completare la prima linea, ma il suo apporto è stato praticamente nullo. Ben lontano dal livello sperato anche Mäenpää, che se statisticamente si sta salvando (21 punti in 25 partite, nove nelle ultime 10 giocate), non rappresenta quel difensore capace di trascinare il reparto e coordinare il powerplay che si credeva potesse essere. Nelle scorse settimane si vociferava di un possibile rinnovo, che ad oggi rappresenterebbe però un voto di fiducia esagerato ed un salto nel buio troppo grande.

I giocatori non protagonisti della stagione che si sperava sono però diversi, come i vari Lhotak e Berger, che per motivi diversi guardano al futuro con l’ottica di rilanciarsi, più che confermarsi. Questa è una tendenza che sia sul piano individuale che collettivo si proietta su tutta la squadra, che in definitiva da queste prime 39 partite ha poco da salvare.

Ci sono fortunatamente delle eccezioni. Pesonen ed Emmerton hanno dimostrato di trovarsi bene assieme e di poter essere costanti, tant’è che dal 21 ottobre solamente in quattro occasioni nessuno dei due è finito sul tabellino. L’attuale stagione rappresenta inoltre una base su cui costruire per Jelovac, schierato con insistenza (anche in ruoli forse poco adatti) ed in grado di mostrare piano piano dei miglioramenti, mentre per Fuchs il passo avanti fatto quest’anno troverà sviluppi a Bienne. Aggiungiamoci pure Descloux che, pur giocando poco, ha confermato il suo potenziale con buone prove.

Per tutti gli altri, tra chi resterà e chi arriverà, si tratterà invece di partire o ripartire quasi da zero. Nell’ambito di una stagione del genere, peccato non aver almeno sfruttato qualche partita per far assaggiare la NLA ad un paio di giovani dei Ticino Rockets, esperienze queste che avrebbero potuto dare un qualche elemento in più per valutare come positivo un campionato che, quando si tireranno lo somme, rischia di essere sin troppo vuoto di significati.

Per cercare di dare segnali importanti ed incoraggianti c’è però ancora tempo, perchè per arrivare al termine del girone di playout almeno al decimo posto ed evitare così un’insidiosa serie finale, ci vorrà un Ambrì Piotta organizzato, unito e con la giusta determinazione.

Se così sarà, allora sì che ci saranno degli elementi positivi da cui partire per costruire l’Ambrì dell’immediato futuro. Come giusto che sia, le risposte le avrà solamente il ghiaccio.

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